4. Tra le sue braccia.

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La campanella scolastica trilla: l'intervallo, finalmente. Riordino velocemente il mio banco e, insieme a Sophia esco in cortile. Quest'ultimo è già pieno di studenti di ogni classe. Di tutti questi ragazzi e ragazze conosco solo Sophia, ma ne vado fiera. Ci sediamo sulla panchina di ieri, ormai il nostro punto di ritrovo è sempre questo. 

-Oggi, Ashton, ti accompagna a casa?- Scherza la ragazza dai capelli neri di fianco a me.

-No e smettila.- Le sue risate non cessano, anzi, si fanno sempre più sonore e io, onestamente, non capisco cosa ci trovi di così tanto divertente.

-Parliamo di te: non ti piace nessun ragazzo?- La schernisco con un sorrisetto in viso.

-Beh.. Sì, si chiama Michael Clifford.. quello che ha i capelli verdi.- L'immagine del ragazzo dai capelli colorati appare subito nella mia mente.

-Oh, lo conosco, cioè,frequenta alcuni dei miei corsi, sembra simpatico.- Sorride annuendo.

-Che ne dici, un giorno, di venire a casa mia?- Le chiedo.

-Sarebbe bello.-  Veniamo interrotte da Ashton, che si avvicina a noi. Sophia sorride furbamente guardandomi.

 -Io devo andare in bagno.- Dice. Lo fa apposta, me la pagherà. Mentre Sophia si incammina verso la scuola, Ashton si siede accanto a me. Oggi, invece che il suo solito cappellino nero, una fascia blu gli avvolge la fronte lasciando che alcuni ciuffi ribelli contornino i suoi occhi verdi.

-Vuoi venire a casa con me? Come ieri?- Devo dirgli di no. Non posso affezionarmi a lui dopo quello che ho passato.

-Sì.- Il mio cuore ha preso il sopravvento, rispondendo a quella domanda.

-Allora ci vediamo al cancello.-  Mi lascia un dolce bacio sulla guancia prima di andarsene. I miei occhi si aprono più del normale e sento le mie guance iniziare a scaldarsi.

-Che carini che siete insieme.- Mi risveglia Sophia, appena tornata dai servizi. Roteo gli occhi sbuffando e facendola ridere di gusto. Il suono della campanella ci richiama in classe.

***

Esco dall'entrata di scuola e, subito, vengo schernita da Rebecca.

 -Arriva la ruba fidanzati.- Dice e le sue amiche ridacchiano come pure galline.

-Io non sono fidanzata con Ashton.-  Preciso.

-Sei anche bugiarda adesso?- Stringo i pugni cercando di controllare la rabbia.

-Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in piedi sul ciglio dell'autostrada?- La sua mano si alza al cielo per poi colpire la mia guancia con violenza. Uno schiocco si libera nell'aria e sento la mia pelle pizzicare.

-Stai lontana da Ashton, piccola stupida, o te ne pentirai. Questo è solo un avvertimento!-

-Ora, basta, vattene!- Grida Sophia affiancandomi. La bionda borbotta qualcosa tra se e se per poi andarsene.

-Julia.. è tutto finito ora.-  Il dolore è tanto forte che una lacrima riga la mia guancia per poi essere asciugata da Sophia. In lontananza arriva Ashton.

-Cosa le ha fatto quella stronza?- La sua voce esprime preoccupazione.

-Non lo vedi da solo?!- Sbotto correndo via,irritata. La voce di Sophia richiama il mio nome come quella di Ashton, ma non mi fermo. Voglio scappare il più lontano possibile. In mezzo a strada, la mia corsa viene interrotta da una mano che mi afferra il polso.

-Julia..- Quella voce. Mi giro e Ashton è davanti a me. 

-Lasciami stare.. ha ragione Rebecca, ti devo stare lontana!-

-No, lei dice solo cazzate!-

-Lo hai visto il mio viso?- Il suo sguardo si abbassa per pochi secondi, poi si incastra di nuovo nei miei occhi verdi.

-Puoi tenerle testa, io lo so.- Scuoto la testa in segno di negazione.

-Se ti sto vicina mi picchierà ancora, e non voglio soffrire!-

-Ci sarò io a proteggerti.-

-Peggiorerai solo la situazione... tu.. tu non capisc..- Mi attira a se e non riesco a terminare la frase. I suoi occhi non smettono di scrutare i miei. Sono così brillanti, così dolci. Sento il suo respiro sulle mie labbra, è sempre più vicino. E io non scappo. Perché non me ne vado? E' come se una forza mi trattenesse a terra, incollata, immobile... o,forse, sto troppo bene nelle sue braccia per andarmene.


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