38. Diciannovenne

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Ed's Pov

Infilo la busta sotto la maglietta nera prima di piegare la mia tuta arancione. Esco da quell'odioso e maleodorante bagno porgendo i vestiti ad un agente.

-Ci si vede all'inferno.- Sussurro all'uomo dopo aver fatto un cenno con la mano. Lui sorride scuotendo la testa. Apro la porta e un'aria frizzante mi accarezza le guancie. Osservo il cielo azzurro mentre cammino sempre più distante dalla prigione. Riporto lo sguardo sulla strada quando vedo un auto grigia fermarsi davanti a me. La portiera si apre e scende una ragazza che io conosco bene.

-Christine.- Accenno un sorriso e lei fa lo stesso.

-Come sapevi che sarei uscito oggi?-

-Sono venuta alle visite, mi sono informata.-

-T...Tu sei venuta?-

-Sì. Come ogni anno da quando sei dentro,Ed.-I suoi occhi si rattristano. Mi passo una mano fra i capelli guardando altrove. Lei era venuta per me, e io dov'ero?

-Cazzo, mi dispiace.- Dico tornando a guardarla.

-Anche a me, ma ora possiamo chiarire tutto, vero?- Stringo le labbra in una linea sottile osservandole i capelli blu, ondulati, caderle in modo ordinato sulle spalle.

-Sì, credo.. ma prima devo fare un favore ad un amico. Potresti portarmi a questo indirizzo?- Da sotto la maglietta porto alla luce la lettera scritta da Ashton, porgendola a Christine. Lei la prende tra le sue mani con le unghie pitturate di rosso fuoco.

-Ovvio. Andiamo, sali.- Sorride sedendosi sul sedile del guidatore. Non è cambiata neanche di un po', è sempre la mia Christine. Sempre quella che mi ha visto in manette, sempre quella che ha visto le mie mani sporcarsi di sangue, sempre quella che mi ha aspettato per anni. Durante il viaggio non parlò nessuno, il silenzio era rotto dalla radio che trasmetteva Demons, degli Imagine Dragons. Passata circa un'ora arriviamo davanti ad una piccola villetta color rosso. Scendo dal mezzo mentre Chris rimane dentro. Suono il campanello e mi apre una ragazza dai capelli biondi, tutta sorridente, ma quando mi vede il suo sorriso cala leggermente.

-Aspettavi qualcuno?- Ridacchio.

-Sì, il mio ragazzo, Jason. Comunque, chi sei e cosa vuoi.-Che carattere.

-Sono Ed. Ho qualcosa per Julia.- Sbarra i suoi occhi senza staccarli dai miei.

-Julia non abita qui. Io sono la sua migliore amica.-

-Sì, sì, interessante. Non mi interessa chi sei, mi interessa sapere se consegnerai questa lettera a Julia.-Spiego mostrandole la lettera che lei afferra.

-Chi l'ha scritta?-

-Ashton, in prigione.-Annuisce. -Tu sei?-

-Ed.-

-D'accordo, Ed, farò quanto mi hai chiesto.-

-Ottimo, alla prossima.- Le faccio l'occhiolino mentre lei chiude la porta. Spero che quella lettera arrivi veramente alla sua destinazione.

Julia's Pov.

-Scacco matto! Tiè!- Urlo orgogliosa contro mio zio saltando in piedi. Lui sorride sconfitto. Non immaginavo che giocare a scacchi fosse così divertente. Riordinai le mie pedine bianche lungo la scacchiera.

-Vuoi la rivincita?- Ghigno. -No, grazie, sei la campionessa di scacchi, mi arrendo.-

-Modestamente.- Orgogliosa mi alzo andando in cucina, da mia zia.

-Tu e lo zio vi siete divertiti oggi, vedo.-

S-ì. Non credevo che giocare a scacchi fosse così divertente.-

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