12. Harry Styles.

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Leggete lo 'Spazio Me' alla fine, è importante, grazie e buona lettura.

 E' da tanto che non parlo con Ashton, non so nemmeno da quanto tempo non parlo più con lui. Prendo una felpa ed esco di casa con malavoglia, non ho una meta solo ho bisogno di stare un po' da sola, di passeggiare e di liberare la mente dai pensieri rivolti solo a lui. Sfilo una sigaretta dal pacchetto che ho comprato questa mattina e la infilo tra le labbra aspirando il fumo e lo rigetto fuori. Vado avanti così fino a consumarla, poi la butto a terra. Continuo a camminare tranquillamente sul marciapiede fino a quando una stretta al polso mi fa girare, è una figura riccia, non riesco a vederne il volto per via della luce, ma il corpo sì. E' alto, magro, indossa una maglietta bianca e dei jeans. Ashton? Non ci credo, lui.. io.. Insomma, dovevo essere io a chiedergli scusa perché sono sempre stata io a cacciarlo da me, dalla mia vita.

 -Ciao Julia.- Quella voce, non è quella di Ashton... ma è una voce che ho lasciato in Inghilterra molto tempo fa.

 -H-Harry?- Deglutisco a fatica.

 -Indovinato, ti sono mancato?- Il suo viso si incastra nell'incavo del mio collo, vorrei urlare a squarciagola, ma la voce non mi esce. Mi ha beccata in un momento di debolezza, di confusione. Poi, il nulla. Non sento più fastidio, non sento più la presenza delle labbra di Harry sul mio collo, il nulla. Riapro i miei occhi che poco prima si erano richiusi dalla paura e vedo Styles disteso a terra con del sangue che gli cola dalla bocca. Sento dei respiri profondi di fianco a me, mi giro verso destra e vedo Ashton. -Ti ha fatto del male?- Mi chiede senza spostare lo sguardo dal corpo di Harry.-N-no.-Rispondo leggermente scossa.

-Mi dispiace Julia.- Si posiziona davanti a me, avvicinandosi a poco a poco. Gli metto una mano sul petto scuotendo la testa. Lo allontano, senza guardarlo negli occhi e scappo. Scappo da lui, da noi piangendo come una bambina di tre anni. Arrivo a casa, mamma non è ancora arrivata fortunatamente. Entro in camera mia e mi getto ai piedi del letto, mi porto le mani tra i capelli e li stringo. Piango, piango ancora senza fermarmi e non so il perché. Non so dare una spiegazione al mio pianto, a ciò che ho fatto prima, a chi sono io e perché sono nata. Già, perché sono nata? Papà, mi manchi. Mi rialzo e vado di fronte alla sua fotografia. "Mi manchi" Dico ancora sfiorandogli il viso. Sento la porta chiudersi, mamma è arrivata. Cerco il più possibile di non far vedere che ho pianto e scendo in salotto salutandola.

 -Amore, forse ho trovato il campo estivo per te.. però non ne sono ancora sicura.-

 -Tranquilla.- La rassicuro. Ci sediamo a mangiare. Beh, mangiare è una parola grossa siccome non ho toccato praticamente niente usando la scusa che non stavo bene. Ora sono in camera, sotto le coperte e non riesco a dormire. Voglio Ashton, non voglio dormire, voglio Ashton, non voglio la luna, voglio Ashton, non voglio le stelle, voglio Ashton, non voglio le lenzuola.

Spazio Me.

Buonaseraa, siccome commentate rare volte ho deciso di continuare il capitolo a 4 commenti! Devo sapere se la storia vi piace o meno

Ciao a tutte e alla prossima, se ci sarà ;)

Giuliax


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