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Otp

"Una splendida valanga"

Axel venne svegliato da un tuono particolarmente forte, ma non aprì gli occhi. Non ricordava come si fosse addormentato, ma non aveva intenzione di muoversi da quella scomoda ma accogliente posizione. Un tuono, seguito da un forte singhiozzo, gli fece aprire gli occhi. Era steso sul divano-letto di casa Evans, Jude se ne stava sul materasso alla sua sinistra, un libro stretto al grembo e il volto stanco e rilassato mentre Mark era steso con solo le gambe sulla brandina, la fascia attorcigliata ad un braccio e la bava che scendeva dalla bocca, spesso finendo sul pavimento a causa della scomoda posizione a testa in giù. Un altro tuono, un altro singhiozzo. Guardando alla sua destra, notò con orrore che non c'era nessuno. Si alzò dal materasso, senza preoccuparsi di fare troppo rumore, e continuò a guardarsi attorno preoccupato. Un altro singhiozzo lo fece voltare verso la porta del bagno. Un tuono. Axel accese la luce e Shawn sobbalzò: era seduto sul pavimento gelido, le braccia strette al petto, la fronte appoggiata alle ginocchia. Axel notò che non smetteva di tremare: «A-axel?» balbettò Shawn. Aveva alzato la testa, il viso pallido sembrava ancora più malato a causa delle occhiaie sotto gli occhi e le lacrime che sgorgavano copiose. Shawn si asciugò gli occhi e sorrise lentamente. Axel rimase pochi secondi in silenzio con gli occhi sgranati, poi chiesero all'unisono: «Neanche tu riesci a dormire?» «Shawn, stai bene?». Axel si morse un labbro: che domanda stupida! Shawn abbassò lo sguardo e aprì la bocca, ma un altro tuono lo interruppe e immediatamente si portò le mani alle orecchie mentre nuove lacrime gli bagnavano le guance: «No, no, no, no no!» quando un altro tuono seguì il primo, Shawn ricominciò a singhiozzare e Axel gli corse incontro, chiudendo la porta per limitare il rumore del temporale. Shawn non smise di tremare neanche per un momento e Axel si sedette di fianco a lui, sfregandogli una mano sulla spalla. Per quanto imbarazzato dal gesto dell'amico, Shawn parve calmarsi e appoggiò la testa tra la clavicola e il collo del biondo. Axel deglutì ampiamente ma non disse nulla. Il silenzio divenne assordante ma, ovviamente, ci fu un altro tuono ad interromperlo e a far rabbrividire il più piccolo. Sapeva che era un po' brusco da chiedere, ma Axel era troppo curioso e preoccupato: «Ti ricorda la valanga, è così?» Shawn fece un respiro profondo, ma non rispose, e Axel si schiaffeggiò mentalmente, sperando di non averlo fatto stare peggio. Poi, Shawn mosse il capo, annuendo: «Quella valanga... Mi ha portato via tutto...» sussurrò il lupo dei ghiacci, mentre con una manica si asciugava il naso con un gesto infantile «Non voglio che accada di nuovo.» sentenziò poi con decisione. Axel sorrise e gli accarezzò la testa. «Non accadrà, non lo permetterò, Shawn.» Questo si voltò verso l'attaccante, gli occhi più allegri che mai e un sorriso di denti bianchi stampato in faccia. Axel non aveva mai visto nulla di più bello. Ma proprio quando fece per avvicinarsi ancora, la testa di Shawn si accoccolò sulla sua spalla, gli occhi già chiusi ed il respiro regolare.

Quando Axel si svegliò, ebbe paura che si fosse trattato di un sogno, ma il mal di schiena causato dalla posizione scomoda gli levò ogni dubbio. La luce filtrava dalla finestra chiusa, Axel sbadigliò e si stiracchiò. Shawn non era accanto a lui, ma Axel non si preoccupò troppo e cominciò a cercarlo. «Ax, ehi.» una voce assonnata lo fece voltare verso il terrazzo. Axel cercò di non sbavare, quando vide Shawn con il pigiama stropicciato, i capelli spettinati e il viso riposato, il tutto accompagnato da un vassoio con quattro tazze di latte ed una ciotola di biscotti: «Ero andato nel bagno di sotto, ma mi ha intercettato la mamma di Mark e, beh.» borbottò dolcemente Shawn, arrossendo sempre di più. Axel gli sorrise ed inclinò la testa di lato. Avrebbe voluto dirgli quanto lo trovava carino, ma tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu: «Perché sei andato nel bagno di sotto?» Shawn, se possibile, arrossì ancora di più: «Sarebbe stato imbarazzante se tu ti fossi svegliato mentre tiravo lo sciacquone...» gli fece notare. Axel ridacchiò e annuì. «Si, forse hai ragione» Axel lo aiutò a portare la colazione in salotto, dove gli altri due dormivano ancora nelle stesse posizioni di quando Axel si svegliò la prima volta. Fece per addentare un biscotto, quando Shawn lo tirò delicatamente per un braccio. Axel era entusiasta nel vederlo così felice dopo la notte appena trascorsa. «Devo farti vedere una cosa.» gli spiegò l'albino, prima di prenderlo per mano. Axel a quel contatto quasi non svenne, ma riuscì a mantenere il controllo e seguirlo fino al balcone, dove Shawn indicava verso l'alto: uno splendido arcobaleno spezzava a metà il cielo, mentre una lieve pioggerella ancora scendeva dalle nubi. Shawn non gli aveva ancora lasciato la mano, e l'attaccante prese quel gesto come un incitamento a dichiararsi: «Ricordi ciò che ho detto ieri?» domandò, raschiando la gola secca per la tensione. Shawn non staccò gli occhi dell'arcobaleno, ma annuì, così Axel continuò: «Lo pensavo davvero. Non lascerò che arrivi un altra valanga nella tua vita.» Shawn gli strinse la mano ed abbassò lo sguardo. Axel sentì una stretta al petto, come tanti piccoli aghi infilati nel cuore. «E' già arrivata, un'altra valanga.» gli rispose Shawn, finalmente guardandolo negli occhi. Non notando traccia di tristezza nè di lacrime, Axel si schiarì la gola: «Davvero? Una valanga... Buona? » Shawn gli sorrise e gli strinse le braccia al collo. Poi, ad un soffiò delle sue labbra, mise a dura prova l'autocontrollo dell'attaccante: «Una splendida valanga» sussurrò, prima di posare le proprie labbra sulle sue.

Revisionato

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora