45)♦Fudokidou♦

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(Solo per farvelo sapere, in corsivo vuol dire che lo stanno dicendo in Italiano, altrimenti è giapponese)

Otp

"Viaggio di nozze"

«"Prego"? Che diamine significa "prego"? È un insulto, spaghettara?»
Jude roteò gli occhi e tirando una sberla sul collo a suo marito, si rivolse alla ragazzina che si era cortesemente offerta di far loro da guida.
«Scusalo, non conosce l'italiano.»
La ragazzina sorrise e gesticolò un po' con le mani, forse cercando di dire che non era un problema.
«Spero vi godrete il viaggio, comunque. Non avete intenzione di rimanere in Romagna, no?»
Caleb sbottò incrociando le braccia e voltando il capo da un'altra parte, mentre Jude spiegava le mete del loro viaggio in Italia.
«Napoli, Roma, poi andremo in Sardegna... Dici che in "Ro-ma-gna" non c'è niente da vedere? »
La ragazza scosse il capo, spostando il pesante dizionario che teneva tra le mani da un braccio all'altro, facendo dondolare i ciondoli appesi allo zaino e pensando intensamente a cosa i due avrebbero potuto visitare.
«Mh, qui non c'è niente di che, forse il museo delle Ceramiche ma... Non è imperdibile, ecco. Diciamo... Ah, ma come dimenticarlo!»
Caleb si allontanò di qualche metro e guardando più da vicino il piccolo Duomo della città: era fatto per metà di marmo e l'altra metà in mattoni, ma aveva un che di affascinante. Non che a Caleb interessasse, ma odiava quando Jude si impuntava a parlare con delle sconosciute e preferiva allontanarsi, in certi casi. Per quanto fosse gay, era un bel ragazzo anche per le etero. E quella davanti a suo marito sembrava molto etero, seppur ancora giovane, a giudicare dallo zaino e dal dizionario di Greco. Tornò a guardare Jude e la tipa e, con sollievo, scoprì che si stavano salutando. Le due ragazze che erano entrate in libreria al loro arrivo chiamarono nella loro direzione:
«Rita, andiamo?»
«Arrivo arrivo!»
La tipa dai capelli neri sorrise nuovamente a Jude, salutò Caleb e tornando dalle sue amiche gridò "ci vediamo "!
Jude lo raggiunse con calma, inarcando un sopracciglio come a dire: "che c'è?"
«Che merda vuol dire "kiwi a "? »
«"Ci vediamo ", vuol dire che ci aspetta al Palio.»
«E che merda è? »
«Una specie di sfida tra Rioni, ha detto, rappresentati da cinque colori. È questa domenica, e noi ci andremo.»
«Ma non c'è nient'altro di interessante in questa cazzo di città? »
«A quanto pare no. Ma ha detto che si mangia bene.»

«Cazzo se sanno cucinare, questi italiani!»
Jude sorrise vedendo Caleb così felice. E pensare che fino a poche ore prima stava maledicendo la penisola delle stivale! Tenendo la guancia appoggiata al gomito, osservò Caleb spazzolare in poco tempo la seconda porzione di quelli che dovevano essere "cappelletti", o qualcosa del genere,con un sorriso che non gli aveva mai visto.
L'Italia era stara un'ottima scelta.
La vista dell'albergo non era granché, visto che puntava su una strada poco trafficata ma che dava sulla piazza. Si notavano diverse bandiere di colori diversi appese alle finestre degli edifici, e Jude si convinse che, nonostante fosse davvero piccola, era una splendida città.
Caleb si stava asciugando i capelli, quando Jude lo sorprese in bagno, abbracciandolo e facendogli prendere un colpo.
«Porco cazzo, Moscone!»
«Sempre raffinato, tu.»
«Mi è venuto un infarto! Hai le mani gelide!»
Jude sorrise sulla sua pelle, il naso appoggiato alla spalla del ragazzo. Gli baciò il collo ed adagiò lì il mento.
«Grazie.»
«E di che?»
«Di avermi portato qui.»
Caleb sorrise e fece ripartire il phon, mentre Jude rimaneva imperterrito in quella scomoda posizione.
Quella sera rimasero svegli fino alle tre, a guardare stupidi programmi italiani a dir poco orrendi, fino a che Jude non cadde addormentato con i capelli ancora legati e gli occhiali calati sul naso. Caleb si stese al suo fianco, gli tolse gli occhiali e gli tolse i capelli. Lanciò uno sguardo alla finestra, dove le luci erano ancora accese. Era una città sempre sveglia, Caleb dovette riconoscerlo. Non c'era paragone, con Tokyo. L'indaffarata tranquillità delle piccole città romagnole avevano il loro fascino. E anche il cibo, lo aveva. Non l'avrebbe mai ammesso, ma era felice di essere lì in viaggio di nozze. Cavolo, in viaggio di nozze! Con Jude Sharp! Caleb si schiaffeggiò la fronte sorridendo, al pensiero di un Caleb dodicenne che scopriva con orrore il suo futuro al fianco della sua nemesi. Ritrovarsi nella patria della pizza, poi. Poi gli tornò in mente una cosa e corrugò la fronte, allontanando i pensieri profondi. Scosse un po' la spalla a Jude, fino a che questo non si svegliò mugugnando:
«Jude? Jude? Jude?»
«Mh, che vuoi?»
«Ma... Al Palio ci dobbiamo andare davvero?»
Jude sospirò assonnato e appoggiò di nuovo la testa sul cuscino:
«Certo che ci andremo, testa di rapa. »
«Merda»












Stavo pensando se descrivere o meno il palio ma ho pensato che sarebbe difficile e noioso, perciò l'ho tagliato. Comunque, con questa Shot vi ho detto almeno tre cose su di me, che voi vu divertirete a scoprire. Una è palese, un'altra forse un po' meno, ed una è quasi impossibile. Eh.💕

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora