14)★Bangaze★

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Per la (spero) gioia di Lucychan_04

Otp

"Perché sono qui?"

Gazelle si sistemò la cravatta, si pettinò i capelli, si lisciò i polsini. Non gli importava di essere bello. Non gli importava per niente. Ma non lo faceva per se stesso, lo faceva per lui. Perché quello non era il suo giorno speciale, ma quello di Torch. Si guardò allo specchio: vide la stessa corazza di sempre che solo per una notte aveva sentito sciogliersi. Poi anche quella notte era passata e Gazelle era tornato gelido come prima. «Gazelle! Ci sei?» L'albino non rispose, afferrò il telefono, le chiavi e il portafoglio e si avviò verso la porta. Guardò un ultima volta verso lo specchio e spense la luce. Jordan si trovava davanti alla porta, stava facendo il nodo alla cravatta di Xavier. Quando gliela lisciò sul petto, si scambiarono un bacio dolce e Jordan sussurrò qualcosa che Gazelle non udì. «Andiamo» disse poi, interrompendo il momento senza alcuna nota di scusa. I tre salirono sulla macchina, Xavier che guidava e Jordan sul sedile del passeggero: sarebbero andati a prendere Torch e lo avrebbero accompagnato in chiesa. Durante il tragitto, nessuno aprì bocca e Gazelle cercò di non commentare le mani intrecciate dei due amici. Lo trovava diabetico, quel gesto, è vero. Ma in una parte sotterrata del suo cuore, avrebbe voluto anche lui il suo "Xavier". Purtoppo, si disse amaramente, lei era arrivata prima. Non la odiava per quello, non proprio. Clare era una ragazza testarda ma simpatica, simile in tutto e per tutto al suo ragazzo. Eppure, Gazelle aveva sempre creduto al proverbio che Jordan aveva citato al proprio matrimonio: "gli opposti si attraggono". Si, certo, ma i simili si cercano. L'auto si fermò, Gazelle scalò di un sedile, così da stare il più lontano possibile dal suo migliore amico. Torch entrò nell'auto con in volto uno strano sorriso, che Gazelle non gli aveva mai visto. Non sembrava pura felicità, ma Gazelle si convinse che fosse proprio così: in fondo, stava per sposarsi, no? «Ehi Xav. Jo, Ghiacciolo» «Tulipano» lo salutò freddo, Gazelle. Torch chiuse la portiera dietro di sè, ma Gazelle non osò continuare a guardarlo: aveva la stessa pettinatura a tulipano di sempre, gli occhi vivaci ed aveva uno smoking che lo rendeva tremendamente attraente. Torch gli circondò le spalle con un braccio, ma l'espressione di Gazelle non cambiò. «Sei agitato, Torch?» «Sono terrorizzato!» ammise Torch incrociando le gambe, mentre Xavier ingranava la retro e ripartiva. Gazelle ascoltò in silenzio i commenti inutili che i suoi amici tiravano fuori uno dopo l'altro, fino a che Torch non lo mise in mezzo: «E tu? Hai scritto il tuo commento per il brindisi?» No. «Si» «Ti ci sei impegnato?» No. «SI.» Torch parve capire che Gazelle non volesse parlare, perché non interruppe più il flusso di pensieri del ghiacciolo al suo fianco. Però non levò neppure la mano dalla sua spalla.

Testimone. Era il testimone alle nozze del ragazzo che amava. Gazelle avrebbe voluto scoppiare a ridere: era il colmo, no? Ma non poteva prendersela con Clare: lei aveva preso la palla al balzo e glielo aveva soffiato da sotto il naso, anche se non sapeva di averlo fatto. Gazelle si vide costretto a tranquillizzare Torch, prima che iniziasse la cerimonia. Cioè, rispondere a monosillabi ad ogni sua preoccupazione mentre si ingozzavano di ghiaccioli sotto al tendone dietro alla chiesa. «E se balbetto?»«Non accadrà» «E se non mi volesse?» «Ti vorrà» «E se si accorgesse all'ultimo di aver sbagliato persona?» «Io...» Torch alzò lo sguardo, Gazelle non guardava verso di lui ma verso il cielo, dove le nuvole accerchiavano il sole senza coprirlo. La sua maschera, la sua corazza, si spezzò, e Gazelle prese un bel respiro: «...Lei non ha sbagliato persona. E' impossibile sbagliare persona quando si tratta di te. Sei l'anima della festa, sei il ragazzo che tutte vorrebbero al proprio fianco. Non sei dolce nè romantico, ma hai un modo di far sentire amate le persone che nessuno può eguagliare.» Sentì il peso allo stomaco sciogliersi un po', ebbe il coraggio di guardare verso Torch, il quale lo guardava ammirato, con un espressione confusa. Capì come doveva suonargli la situazione, perciò continuò il discorso, seppur sentendo il nodo alla gola ricominciare a stringersi: «Perciò, se c'è una persona che vorrebbe averti al suo fianco, quella è proprio lei.» Gazelle spostò lo sguardo verso la chiesa, dove gli invitati cominciavano ad arrivare. Torch si alzò in piedi, Gazelle sentì il corpo rabbrividire quando lo abbracciò. Ma, pochi secondi dopo, sentì il cuore rompersi in mille pezzi. «Grazie, amico, non so come farei senza di te» Amico. Amico. Amico. Amico. Amico. Amico. «Sei un coglione, Torch» sussurrò Gazelle, staccandosi dall'abbraccio. Torch continuò a guardarlo spaesato, la solita espressione strafottente completamente sparita. «Ma cosa..» «Perchè credi che sia qui?» Gazelle strinse i pugni, controllando il tono della voce: non voleva fare una scenata, ma non voleva neppure vivere così. Torch non rispose alla domanda, Gazelle fece un passo avanti e lo tirò per la cravatta: «Sono qui perché ti amo. Ti amo e tu non te ne sei mai accorto. Ti amo ma tu continuavi a chiedermi il parere sugli altri uomini, quando l'unico uomo che volevo e voglio sei proprio tu. Ti amo, ma tu sei troppo stupido per capirlo.» Gazelle lo lasciò andare e si voltò, dirigendosi verso la chiesa. L'auto della sposa stava arrivando.«Gaz-» «Sbrigati, è la sposa che si fa attendere»

«...prendere questa donna come tua sposa?» Torch si immobilizzò, non riuscì a resistere dal guardare verso Gazelle, che se ne stava immobile davanti al portone della chiesa, la mano sulla maniglia. Guardò i suoi occhi, ma la corazza era tornata e neppure la sua espressione lasciava intendere il dolore che provasse. Gazelle smise di guardarlo, Torch lo imitò e guardò verso Clare. Clare era senz'altro la donna della sua vita: testarda, divertente, gentile e bellissima. Fino a pochi minuti prima, non aveva dubbi sul volerla sposare. Ma il suo pensiero tornava sempre a Gazelle. Clare lo guardava sorridente, bellissima nel suo vestito bianco e truccata alla perfezione. Torch aprì la bocca, non capì cosa rispose. Ma quando sentì la porta della chiesa sbattere e le labbra di Clare incatenarsi alle sue, chiuse gli occhi e, baciandola, si lasciò andare alle lacrime.



Non sempre abbiamo il nostro lieto fine, no? E, sì, un po' di Hiromido, quando posso, ce la metto.

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora