Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]

42)★Bangaze★

Richiesta da asharaMF and AmiraBiena ( @Juusan-san, ma non riesco a taggarti)

Otp

"Iliade"

Bryce, figlio di Karen e del divino Zeus, la cui nascita aveva dato origine a diverse leggende e svariati miti, riposava all'interno della sua tenda con fare annoiato. Cuore di ghiaccio, Guerriero del Gelo, Discendente di Borea. I suoi epiteti non mancavano di certo, eppure non poteva ritenersi soddisfatto della sua esistenza. Non dopo che Shiller gli aveva causato una tale umiliazione, negandogli la bellissima Isabella come premio per le sue vittorie. Non che gli importasse veramente, ma era pesantemente ferito nell'orgoglio. Claude, figlio di Annabel e Fernir, discendente del Febo Apollo nonchè suo compagno di una vita, tentò invano di farlo ragionare per tre giorni e tre notti. Ma Bryce era tremendamente testardo e i discorsi della sua spalla non bastavano a riscuoterlo.

«Volti le spalla alla tua gente con tanta arroganza? I Troiani ci stanno sfinendo e tu non muovi un dito!»

«Non permetterò a quel traditore di averla vinta con leggerezza. Shiller dovrà mutare decisione, piegato sotto la coscienza, sotto gli dei o sotto i Troiani. Io non muoverò un dito verso i nemici, macchiato di questa umiliazione!»

«Ma non pensate a vostra madre? O ai vostri compagni?»

Bryce non diede segno di pensare diversamente e voltò il capo dalla parte opposta, mentre il povero Figlio del Fuoco tentava di non lasciarsi divorare dalla disperazione. Pronunciò un ultimo verso, prima di lasciare la tenda:

«..non pensate a me?»

Bryce sospirò, abbassando il capo e tendendo le orecchie al movimento della tenda che sventolava. Claude era uscito. Se non lo avesse fermato sarebbe andato a combattere già l'indomani. Doveva trovare un modo per farlo ragionare, senza di lui gli Achei avrebbero certamente perso. Bryce Cuore di Ghiaccio abbandonò finalmente il triclinio, e indossata l'armatura andò alla ricerca del Discendente del Sole. La tenda di lui non era lontana dalla propria, ma sapeva che il compagno non si trovava lì. Lo avrebbe trovato in rive, probabilmente di fronte ad una barca a martoriare i pesci di sassi con la sua mira infallibile. E così fu. Claude lo udì certamente avvicinarsi ma non diede segno di volergli parlare. Bryce non lo avrebbe costretto ad ascoltarlo, e nel caso lo avrebbe trattenuto con la forza lontano dalla battaglia, ma vedere con quale tranquillità lo ignorava era come venire schiacciato da centinaia di cavalli imbizzarriti. Sentiva un dolore acuto all'altezza del petto, forse il bronzo stava diventando troppo stretto per la sua muscolatura.

«Claude, amico mio, cercate di capire...»

Si sarebbe aspettato una risposta piena di arroganza e disgusto da parte del soldato, e non un silenzio assoluto come accadde. Un'altra fitta al petto gli causò tanto dolore da fargli fare un passo indietro. Il respiro rarefatto rendeva molto lenti i suoi soliti movimenti scattanti. Poi, dopo momenti interminabili, il figlio di Fernir parlò, inclinando il capo e smettendo di togliere la vita ai pesci che navigavano in solitaria.

«Come potete chiedermi di capire? Voi, che non avete neppure tentato di capire me? Voi, che per un vostro capriccio state voltando le spalle a tutti gli Achei... state voltando le spalle a me, che credevo di essere il vostro più caro amico!»

Claude si voltò e mai Bryce avrebbe creduto di vederlo piangere nel corso della sua vita, tanto che quasi non incolpò l'inesistente pioggia di quella notte per le lacrime che rigavano entrambi i volti pallidi. Entrambi si avvicinarono l'uno all'altro. Il fiato di entrambi tornò a scarseggiare, ma la sensazione non era spiacevole. Claude si ritrovò ad abbracciare timidamente quella figura così forte ed indistruttibile prima che l'anima appartenente al corpo sopracitato parlasse.

«Che gli dei mi perdonino per la mia scelta, ma ho intenzionalmente voltato le spalle a Shiller. Quell'uomo sgradevole ha portato con se tutta la mia patria, ma io non posso spezzare il giuramento che ho fatto sulla mia stessa vita. Quindi ve ne prego, Claude, figlio del Sole, andatevene, prima che i Troiani attacchino.»

L'arroganza dell'eroe lasciò Claude con l'amaro in bocca, tale che si scansò senza vergogna e sputò con acidità tutti i suoi pensieri riguardanti le deplorevoli parole del Guerriero del Gelo:

«Come osate desiderare di causarmi una tale umiliazione? Credete che io potrei tradire la mia patria con tanta allegria ed entusiasmo?»

Claude lanciò uno sguardo carico d'odio, senza nascondere i segni della sua debolezza, e superò il Discendente di Borea con una velocità tale da sparire prima che quello si potesse voltare. Bryce non fece nulla per fermarlo, questa volta. Tornò alla tenda e si levò l'armatura, ormai troppo stanco per notare una figura spiarlo alla luce della luna.

Quando l'eroe si risvegliò l'armatura ai suoi piedi era sparita e le urla degli Achei bastarono a rendere reale il suo più grande incubo. Con la velocità di un grifone uscì dalla tenda e immediatamente, dietro una grande folla di guerrieri, lo vide lanciarsi contro Axel, figlio di Efesto e Julia e Protettore dei Troiani. Vide la vita abbandonarlo quando venne infilzato dalla lancia del Troiano, proprio mentre i suoi se ne tornavano verso le mura. Bryce avrebbe voluto ucciderlo, ma venne attratto da Claude come una calamita e seguì i suoi piedi finendo al fianco del figlio di Fernir. Indossava il suo elmo, ma le sue fattezze erano palesi e troppo delicate per somigliare ai proprio gelidi lineamenti. Si portò al petto il corpo privo di vita, lasciando che le lacrime prendessero possesso del suo viso, gli spasmi del suo corpo, la disperazione del suo cuore. Gli occhi spalancati, ora vitrei e vuoti senz'ombra di vita. Vide l'anima di lui alzarsi e fuggire, gli Achei giurarono di averlo sentito gridare contro il veto le parole che seguono;

«Non andartene! Ho bisogno di te! Ti amo! Non puoi!»

Prima di lasciarsi nuovamente andare alle lacrime. Bryce non lo abbandonò mai, neanche quando i genitori andarono a vederlo prima dei riti funebri. Rimase sempre a vegliare al suo fianco, fingendo che fosse solo all'interno di un lungo sonno, senza mai spegnere la sua inutile speranza che si risvegliasse. Dopo due giorni ed una notte dalla morte del figlio del Fuoco, i Troiani videro nuovamente sul campo di battaglia il Discendente di Borea, il Guerriero del Gelo. Il Cuore dal ghiaccio ormai sciolto. Bryce guardò Axel dritto negli occhi, lo sguardo di quello saettò alle mure, dove un giovane dai capelli argentati si portava le mani al viso in un gesto disperato. Bryce quasi si dispiacque per quel giovane amante, ma al contempo pregustò la sua futura disperazione, una disperazione per nulla paragonabile a quella che ora provava lui. Axel, figlio di Efesto, gli aveva portato via Claude. Lanciò un sorriso carico di freddezza al giovane sulle mura ed impugnò la opla con più sicurezza. Bryce lo avrebbe ucciso. Avrebbe ucciso il figlio di Efesto, a costo di raggiungere il Figlio del Fuoco che aveva portato con se tutta la sua felicità.

Una preghiera per il mio libro di epica, che leggendo questo si è appena suicidato. ve lo giuro, non so scrivere in stile omerico. Scrivendo come Jane Austen credevo che fosse più o meno facile (onestamente mi sembra di essere stata abbastanza fedele al suo stile nella Herafu a lei dedicata) ma scrivere l'Iliade Inazumiana è >>>>>>>> trovatemi un aggettivo.

Mi dispiace un sacco se la speravate chissà come, ma mi sono effettiva-mente accorta che ultima-mente la qualità delle mie shot e notevol-mente diminuita. Forse è perchè sto finendo le idee, non lo so.

Per quanto riguarda l'potesi di aprire una page instagram, non so...

A)Voi la preferireste a tema inazuma?(Nel senso che poi dovrei anche postare qualche foto o meme e quindi trovare un nome originale)

B)Oppure usarlo solo come account "privato" dove vi aggiorno o dove scleriamo assieme un po' su tutto (tipo su Bohemian Rapsody che è appena uscito e sono tipo akbfibfiwebswvbeiubfiewb non vedo l'ora di vederlo.)<<< in questo caso utilizzerei il mio nome utente anche lì (onlyaclassicista).