22)⭕Masahika⭕

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Richiesta da nagxcchan

Notp*

"Proposta"

Cammino avanti ed indietro da almeno un ora, il silenzio interrotto solo dagli inutili commenti di Gabi che, steso sul divano, legge un libro totalmente disinteressato alla conversazione. Almeno a casa mia potrebbe fingere che gli importasse della mia salute mentale! «Gabi, vedi di darmi una mano!» lo sgrido, mordendomi l'unghia ormai del tutto mangiucchiata, arrivando alla pelle dei polpastrelli. Gabi sbuffa e chiude il libro con fare teatrale: «Vuoi sposarmi?» mi blocco, voltandomi verso di lui con gli occhi socchiusi e lo sguardo confuso: «Eh?» commento in modo eloquente. Gabi si mette seduto e afferra nuovamente il libro con la destra e un mio calzino da lavare con la sinistra: li muove uno davanti all'altro, fino a che non appoggia il calzino sopra il libro. A quel punto Gabi si copre gli occhi con una mano. Apro la bocca per parlare, ma Gabi mi sorprende aprendo gli occhi e gridando: «Vuoi sposarmi?» Rimango in silenzio diversi secondi, aspettando che i miei neuroni facciano il loro lavoro: un libro, un calzino. Un libro viola ed un calzino azzu-

«Gabi, ma che cazzo ti sei bevuto?»

Gabi alza gli occhi al cielo ed indica il calzino ed il libro: «Non l'hai capita? Allora, questo sei tu e questo è Lucian, allora voi-» «Ho capito!» lo interrompo, prima che la conversazione prenda una piega imbarazzante «Ma non è così che avevo intenzione di chiederglielo!» «Cioè?» mi chiese lui. E per un secondo penso addirittura che stia per fare una domanda di livello superiore al suo attuale quoziente intellettivo: «E come vuoi chiederglielo? In spagnolo?»

Dopo l'inutile aiuto di Gabi, avevo chiesto a Riccardo, che mi aveva risposto con la segreteria telefonica. Quindi mi ritrovai a due ore prima della Grande Serata senza la più pallida idea di come fare: saremmo andati al cinema, okay, e poi? Forse avrei dovuto invitarlo a cena in un ristorante di lusso, e magari avrei dovuto prepararli che cosa dire esattamente. Mi massaggio le tempie, frustrato: perché è così difficile? Mi alzo dalla poltrona, girando attorno al letto matrimoniale. Anche solo il nome mi fa salire l'ansia! Per fortuna Lucian ci mette 26 minuti a fare la doccia, 37 ad asciugarsi i capelli (perché ogni tanto si blocca e si mette a cantare) e 7 minuti per vestirsi, quindi ho ancora un po' di tempo. Afferro la nostra foto dal comodino: è di tre anni fa, quando siamo venuti a convivere. Lui sta scattando la foto, gli si vede solo metà della faccia, mentre l'altra metà della foto la occupo io che sto spostando lo scatolone all'interno dell'edificio. Persino in foto ha un sorriso splendido. Sospiro e deglutisco, ormai deciso, poi mi volto verso lo specchio. Sono palesemente teso, le mani sono strette con forza alla cornice e le nocche stanno diventando bianche. Sento partire il phon dal bagno, è la mia occasione. «Lucian, oggi non è stata un'uscita qualsiasi. Non so se lo ricordi anche tu, ma in questo giorno di 7 anni fa ci siamo incontrati la prima volta. Mi sei subito piaciuto, anche se non lo avrei ammesso per nulla al mondo. Il tuo modo di fare, il tuo stringere le palpebre quando pensi, quando sorridi troppo o quando hai la luce negli occhi... Il tuo sorriso, la tua voce, il tuo carattere... Tutto mi ha fatto innamorare di te. Per anni ho avuto paura di dirtelo, e tutt'ora faccio fatica a dimostrartelo. Ma tu no. Tu l'hai detto subito, un "ti amo" così tranquillo e delicato che quasi non credevo fosse davvero per me. Quelle due parole mi hanno fatto capire che ero tuo da molto più tempo di quel che credevo. Quella frase mi ha fatto capire che non posso stare senza di te, non posso vivere senza la certezza di averti mio quindi...» prendo un grosso respiro, le parole mi sono scivolate via dalla bocca senza alcun controllo, liberando giorni di tensione e paura. Nonostante il silenzio assordante che mi fora i timpani, continuo imperterrito il mio discorso, deciso a non fermarmi più: «...Ti amo, Lucian. E voglio che la prossima parola che mi rivolgerai sia sì, lo voglio. Voglio soltanto vederti in chiesa, al mio fianco, voglio che tu mi sposi, Lucian.» Mi rendo conto di aver tenuto gli occhi serrati per tutto questo tempo, così li riapro, più leggero. Ovviamente, solo allora mi rendo conto del silenzio che regnava in casa. Della porta del bagno aperta. Di Lucian che mi guarda attraverso lo specchio.

L'ho scritta corta perché vi giuro che non avevo idee! Scusate! Quella di domani sarà un po' più corposa, se riesco a scriverla stasera.

*Prima che la prendiate male, ho scritto Notp per il semplice fatto che non li shippo. Almeno così capite che quando non riesco a mettere il meglio di me in una storia è perché non li vedo bene e perché non conosco molto bene uno o entrambi i personaggi. Detto questo, ne sono abbastanza soddisfatta, tranne il finale, perché ne avevo in mente uno tragico ma...

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora