Richiesta da Ghiaxy
Wowowwo due in un giorno ma che mi succ-okay, è colpa delle minacce di morte, sks
Sono riuscita a finirla per miracolo, perché sono riuscita a finire i compiti un po' prima, quindi spero vi piaccia e questa sì, finisce bene
"Latino"
Doug amava passeggiare per il parco. Lo trovava un ambiente sereno e tranquillo, senza dodicenni in preda agli ormoni che gli scattavano foto fingendo di farsi dei selfie. Al parco, in genere, incontrava solo coppie di anziani che a mala pena sapevano che cos'era una radio, motivo per cui non conoscevano le sue canzoni. Spesso si sedeva lì con loro, si faceva raccontare di come si erano conosciuti, come lui le aveva chiesto di sposarla. «Eravamo ad un festa, erano già le 11, perciò cominciavano ad andarsene tutti. Quand'ecco che dal piano di sopra scende la sorella del proprietario di casa. Le ho chiesto di uscire dopo tre settimane. Due anni dopo ci siamo sposati.» Doug faticava a tradurre il dialetto spiaccicato degli anziani, ma adorava ascoltare quelle storie. Storie vere, dove non devi mettere "mi piace" a qualcuno per far capire che sei interessato. Dove nelle lettere scrivevo tutto ciò che ti passava per la testa, e non dovevi rimanere delle ore a decidere se scrivere "eiiii" oppure "ciao, come va?". Doug amava quelle storie.
Quella mattina, Doug tornò al parco, come tutti i giorni da ormai due mesi, e camminò per qualche minuto, alla ricerca di qualche pensionato seduto su una panchina. Non aveva ancora superato il settimo incrocio, che incontrò qualcuno.Non era un pensionato, no di certo.
Era un ragazzino, aveva un casco di azzurri capelli arruffati che, forse involontariamente, gli coprivano un occhio. La della era scura e la sua espressione assente. Aveva le cuffiette, al suo fianco c'erano un astuccio pieno di pennarelli ed un blocco di post-it. Doug rimase per un attimo indeciso sul da farsi: era quasi impossibile trovare qualcuno di età inferiore ai 60 anni a quell'ora e in quel lungo, e se c'era un ragazzino probabilmente era perché lo avevano trovato.
D'altra parte, il ragazzino lo stava completamente ignorando.
Doug non sapeva che fare, gli sembrava brutto passargli davanti come se nulla fosse, sembrava così solo. Doug sospirò frustrato e si sedette sulla panchina. Il ragazzo lo ignorò, Doug lo prese come un buon segno. Gli picchiettò la spalla e chiese: «Che ascolti?» Il ragazzo si voltò, aveva gli occhi spenti, ma sorrise cortesemente e si indicò le orecchie, come a dire "non ti sento". Doug affermò lentamente una penna ed un post-it (sperando che l'altro non gli urlasse contro) poi scrisse velocemente la stessa domanda:Che ascolti?
Il ragazzo ci mise un po' a rispondere, Doug notò che taburellava con la matita sul blocco... forse indeciso su come rispondere? Bastava il titolo, no?
Una canzone
Daug alzò gli occhi al cielo, ma non approfondì l'argomento.
Come ti chiami?
Quello ci mise un po' a rispondere e come prima tamburello con la matita.
Michael. Tu?
Doug quasi non sobbalzò: stava scherzando? O non lo conosceva davvero? Doug non sapeva se rischiare o meno. Ma, in fondo, se gli aveva chiesto il nome non lo conosceva davvero, no?
Doug, che cosa studi?
Michael sorrise e gli mostrò il quaderno, scrivendo lentamente:
Latino, odio il latino
A si? Io andavo molto bene! Soprattutto nelle versioni.
Rispose velocemente Doug. Michael sgranò gli occhi come se non ci credesse.
Seriamente? Come! Insegnami!
Doug ridacchiò e rispose affermativamente
Volentieri, verrò a farti ripetizioni! Quanti anni hai?
Michael scribacchiò la risposta due volte. Doug si accorse che c'era un 8 cancellato al fianco del 9.
19
20
Gli rispose Doug. Michael gli sorrise.
Continuarono a scriversi per quelle che sembrarono ore, illuminati anche dai lampioni, fino a che non divenne troppo buio per scrivere su dei minuscoli post-it. Michael si alzò, facendo per dileguarsi, ma Doug lo bloccò per un braccio.
«Aspetta» gli disse. Michael fece una faccia confusa, inclinando la testa da un lato. «Ora posso ascoltare quella canzone?» Michael abbassò lo sguardo sul cellulare, digito qualcosa e, tentennando, gli passò una cuffietta. Doug la portò all'orecchio, rimase in attesa. Silenzio. Michael continuò a guardarlo in silenzio, sempre con lo sguardo rivolto lievemente verso il basso. «Non sento niente.» si spiegò Doug, passandogli la cuffietta. Michael staccò un post-it, scrisse qualcosa e glielo attaccò sulla camicia, prima di dileguarsi in fretta, facendo un gesto con la mano, come a salutarlo. Doug continuò a guardarlo finché non sparì dalla luce dei lampioni e solo allora lesse il bigliettino.Anche io.
Il giorno dopo, Michael tornò a quel parco, per sedersi su quella panchina. In lontananza, vide il ragazzo con i capelli viola seduto sulla panchina. Aveva anche lui le cuffiette. Scrisse un post-it. Si avvicinò alla panchina e, dopo essersi seduto, attaccò il post-it sullo schermo del telefono di Doug.
Felice di rivederti.
Doug sorrise e gli rubò la penna, rispondendo su quel foglietto.
Sei in ritardo.
Michael gli tirò uno schiaffo scherzoso sul braccio e si voltò a guardarlo. Doug disse qualcosa, Michael ci mise un po' a decifrare quelle parole. Primo, per leggere il labiale, secondo, erano in latino. Se non lo trovassi così carino probabilmente gli avrei già dato un p-oh cazzo, l'ha detto davvero? Quando capì, arrossì di botto e appoggiò la fronte sulla spalla del viola, mentre questo, probabilmente, se la rideva tranquillamente, scompigliandogli i capelli.
Pulcherrimus es*
*per chi non lo sapesse, in latino vuol dire tipo "sei bellissimo", ma ho fatto la traduzione letterale e non credo sia giusta. Se qualcuno sa la traduzione corretta è ben accetta!💕
'Fanculo il latino
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Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]
FanfictionEssendo un anime di soli maschi o quasi, saranno al 99% coppie yaoi. Non sono tollerati commenti omofobi o guerre di ship sotto i capitoli. »⚠TERMINATA⚠« Bye💕 {23\9\'18}= 1° in #hiromido {19\10\'18}=1° in #inazumaeleven (non ci credo) JML