37)≥Herafu≤

1.1K 73 15
                                    

Richiesta da Cler-chan e AmiraBiena

Otp

"Tipology"

Byron lo baciava sulla guancia. Avevano sei anni, Byron ed Henry erano andati a prendersi un gelato. Ma mentre la signora Love pagava, Byron si spostò lievemente a sinistra e il gelato scivolò per terra. Quando Henry lo vide sull'orlo delle lacrime, gli porse il suo con un sorriso sereno. Byron ricambiò e, con le labbra sporche di cioccolato, gli baciò la guancia.

Byron lo baciava sulla testa.
Dodici anni, alla festa di compleanno di Claude. La bottiglia era arrivata davanti a Byron, e Claude aveva pensato ad un obbligo. "Devi dare un bacio a un ragazzo a tua scelta". Imbarazzato, Byron aveva accettato. Per sua fortuna, Claude non brillava per intelligenza e non aveva specificato il tipo di bacio. Così, Byron si voltò verso Henry. Si chinò e gli bacio la testa. Non lo ammise mai, ma sfruttò quei dieci secondi per riempirsi i polmoni di lui. Io gioco finì lì, tra gli insulti di Claude e le scuse imbarazzate di Byron.

Byron lo baciava sul naso.
Stavano insieme da tre giorni, avevano sedici anni. Erano entrambi stesi a pancia in giù sul letto di Henry, stavano facendo i compiti. Ovviamente, Henry non ne aveva voglia. Si era sporto verso di lui e aveva fatto per baciarlo, ma Byron aveva alzato il mento e lo aveva baciato sul naso, ridacchiando e tornando a studiare.

Byron lo baciava sul collo.
Avevano diciotto anni, Henry era uscito dalla doccia, Byron si stava pettinando i capelli. «Quella è la mia spazzola.» fu l'unica cosa che Henry riuscì a commentare. Byron gli sorrise e l'altro non ebbe nulla da ridire, così si voltò. Mentre si vestiva, Byron gli aveva cinto la vita da dietro e aveva appoggiato il viso sull'incavo del collo di lui. Henry intuì che la posizione, in punta si piedi, doveva essere molto scomoda. Ma non si concentrò su quello, piuttosto sulle mani intrecciate tra loro proprio sopra all'asciugamano legato in vita. Byron sogghignò, gli baciò il collo e lo lasciò andare.

Byron lo baciava sulla schiena.
Avevano ventitré anni. Avevano appena finito di fare l'amore, Byron si era steso esausto al suo fianco e lo aveva abbracciato da dietro. La nottata era passata tra semplici "ti amo" sussurrati, fino a che, prima di venir travolto dalla stanchezza, Byron gli aveva baciato la schiena, ne punto d'incontro tra le scapole. Aveva appoggiato la testa sul cuscino e, senza lasciare la presa sul corpo di lui, si era addormentato.

Byron lo baciava sulla fronte.
Avevano ventiquattro anni, Henry aveva la febbre. Byron entrò in camera da letto con un vassoio su cui era posata una ciotola di zuppa e un bicchiere d'acqua. Ad Henry parve di stare meglio alla sola visione del suo ragazzo in pigiama, con i capelli già pettinati e il viso di un angelo a sorridergli. Byron si avvicinò al letto e, sedendosi sul bordo davanti a lui, gli misurò la febbre posandogli una mano sulla fronte. «È peggiorata» sussurrò perdendo un po' di luminosità in quello splendido sorriso. Henry si girò meglio verso di lui e gli prese la mano tra le sue bollenti. «Se ci sei tu va tutto bene» lo rassicurò Henry debolmente, mentre Byron inclinava la bocca in un lieve sorriso, per poi chinarsi e baciargli la fronte.

Byron lo baciava sulle mani.
Avevano ventinove anni, erano seduti nella loro panchina. In silenzio. Henry leggeva una rivista, Byron ascoltava la musica con la testa appoggiata alla spalla di Henry. Le loro mani, intrecciate nel grembo di lui, si sfioravano le nocche con i pollici, in lenti movimenti circolari. Neanche gli insulti ed i commenti dei passanti riuscivano a scalfire la splendida atmosfera di quel pomeriggio. All'ennesimo commento omofobo, Byron aveva sorriso e, come se nulla fosse, gli aveva baciato il dorso della mano. La donna se ne era andata sconvolta e disgustata, ma ad Henry non poteva parlare di meno.

Byron gli baciava le palpebre.
Henry non lo scoprì mai. Quella notte, quella bruttissima notte, Byron era entrato nella stanza e lo aveva trovato steso sul letto con gli occhi chiusi e il respiro dimezzato. Gli aveva stretto la mano e per un infinità di tempo non aveva fiatato, troppo debole per parlare. Poi gli si era avvicinato e, prima di giungere alle labbra del ragazzo, gli aveva sfiorato le palpebre trattenendo a stento le lacrime: «Sono qui, amore mio, ti aspetterò. »

Ed Henry?
Henry lo baciava.
Era appena uscito dall'ospedale. Byron era davanti a lui che lo aspettava. Non aveva avuto la forza di muoversi fino a poco tempo prima, ma nel vedere il suo angelo ad aspettarlo, Henry gli corse incontro con tutte le sue forze. Lo abbracciò stretto. Gli scostò i capelli dal viso. Byron gli sorrise, ed Henry lo baciò.
















Ogni giorno che passa ho sempre di più la caga di pubblicare The Maze. Seriamente, c'ho 'na paura immensa.

*Stacchetto allegro*

Vorrei ricordarci queste perle

(How to spiegare la riproduzione sessualecosì)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(How to spiegare la riproduzione sessualecosì)

(Descrivi la tua vita in una parola: bassa)

Okay, basta.

Però seria.

C'ho paura

È tipo solo dopo domani

E mo' non ce la faccio

Aiuto

JML (mado' se mi diverto a firmare così

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora