Capitolo 5

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"Tuo p-padre...m-mio m-marito" cerca di dire tra i singhiozzi mia mamma.
"Aspetta mamma, ti porto un bicchiere d'acqua" le dico, le verso un po' d'acqua in un bicchiere e glielo porgo.
Dopo aver bevuto, prende un profondo respiro e inizia: "Ho chiamato tuo padre circa un'ora fa, ma non ha risposto. Così ho provato a chiamarlo più volte, ma non ha mai risposto. Preoccupata, ho deciso di chiamare un collega di papà che conosciamo da molti anni per chiedergli notizie di mio marito, ma mi ha detto che se n'era andato già da ora di pranzo. Ho detto che non è mai tornato a casa e lo hanno dato per disperso." dice e subito dopo scoppia in lacrime. Anche io sono molto preoccupata. Mio papà è stato molto presente nella mia infanzia: mi ricordo le storie che mi raccontava, quando giocavamo insieme o quando mi portava al parco. Nell'ultimo periodo il lavoro ha impegnato la maggior parte del suo tempo, ma cercava e riusciva ad essere un papà eccellente per me e per mia sorella Noemi.
"Noemi lo sa?" chiedo a mia mamma.
Scuote la testa e mi guarda speranzosa.
"Puoi dirglielo tu?" mi chiede.
"Certo mamma" le dico prima di salire in camera di mia sorella.
Apro la porta di mia sorella senza bussare.
"Noemi, devo dirti u-" inizio a dire, ma mi blocco subito quando mi rendo conto che al posto di mia sorella c'è un'altra ragazza.
"E tu saresti?" le chiedo alzando un sopracciglio.
"Oh, la migliore amica di Noemi, Sarah" dice porgendomi la mano. La prendo e la stringo.
"Ciao Sarah, puoi dirmi per caso dove si trova mia sorella Noemi?" le chiedo cercando di mantenere la calma, ma mi sto già innervosendo. Insomma, trovo una ragazza che non è mia sorella in camera sua e di mia sorella non si vede neanche l'ombra.
"Io non credo di poterlo dire...Noemi mi ha det-" inizia a dire in imbarazzo.
"Sono sua sorella, ho tutto il diritto di sapere dove si trova" le dico interrompendola.
"Va bene" dice, fa un grosso respiro e continua "Sono in camera sua perché l'ho aiutata a prepararsi per uscire con un ragazzo. Soltanto che, visto che sua mamma non avrebbe accettato il fatto che stesse uscendo con "quel ragazzo" ha deciso di uscire dalla finestra e se lo stessi chiedendo, è ancora viva nonostante si sia lanciata dal secondo piano." spiega velocemente. Sgranò gli occhi e spalanco la bocca, non pensavo che mia sorella fosse capace di tanto.
"Chi intendi per "quel ragazzo?"" le chiedo mimando la virgolette con le mani.
"Il ragazzo con cui è uscita è..." prende un grosso respiro e continua "Dave Wilson" dice.
A questo punto mi affogo con la mia stessa saliva dallo stupore. Se c'è una cosa che ho imparato durante questi anni è che i Wilson sono nemici della nostra famiglia. Anche Noemi lo sa, ovviamente, ma ora sta uscendo con il loro figlio. Decido di non aprire bocca davanti questa ragazza che rimane ancora una completa sconosciuta per me e le chiedo se posso offrirle qualcosa. Rifiuta ed esce di casa, prestando attenzione a non farsi vedere da mia mamma.
Provo a chiamare Noemi, ma ovviamente non risponde, dunque vado in camera mia a guardare qualche puntata di serie tv per evitare di combinare altri danni per la giornata.
Chiamo Ali per chiederle se vuole raggiungermi dopo cena per guardare un film insieme.
Ovviamente accetta e, dopo aver visto un paio di puntate, decido di scendere ad aiutare mia mamma con la cena. Noemi non cena con noi e cerco di coprirla con la scusa che è uscita nel pomeriggio con un'amica e che si intratterranno fuori a cena perché l'ho chiamata dato che non c'era in camera sua. Evito di dirle che è uscita con il figlio dei loro nemici. Non sembra essere molto convinta, ma evita di fare domande. Finiamo di cenare e avverto mia mamma che tra un po' verrà Alice per guardare un film insieme. Annuisce e l'aiuto a lavare i piatti. Dopo un po' Alice suona il campanello, le apro la porta, prendiamo patatine e pop corn e ci dirigiamo in camera mia. Dopo il film rimaniamo a chiacchierare tranquillamente finché non vedo un'ombra alla finestra, che subito dopo scompare. Il mio cuore batte molto velocemente e credo di essere sbiancata. Alice non sembra credermi, ma la saluto e le dico di fare attenzione per strada. Alza un sopracciglio, ma annuisce.
Credo che tutto questo non sia più uno scherzo.

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