Capitolo 10

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Entro a casa e mi accorgo che tutte le luci sono spente e c'è molto, troppo silenzio.
L'unico rumore che sento sono le mie scarpe che toccano il pavimento e il mio respiro veloce e rumoroso.

Un brivido percorre la mia schiena e accendo la torcia del cellulare.

Vado in cucina e trovo mia mamma, a terra, immersa in una pozza di sangue, con un foro sul petto.

Il mio battito cardiaco aumenta, tremo e credo di essere sbiancata.
La mia vista si appanna e il mio respiro diventa irregolare.

Mi avvicino al corpo di mia mamma, mi inginocchio e la chiamo sussurrando.
"Mamma?" dico, la mia voce trema.
Il suo petto si alza e si abbassa, è ancora viva.
"Chiamo un ambulanza" le dico prendendo il cellulare e digitando il 118.

Dopo circa 3 squilli rispondono.
"Pronto? Salve, mia mamma sta morendo, Credo abbia ricevuto un colpo di pistola al petto. Siamo a casa ed è un'urgenza" dico con voce tremante.
"Mi dia l'indirizzo signorina" mi dice e do l'indirizzo.
"Perfetto, arriviamo subito" dice.
"Grazie mille" dico e riattacco.

Controllo se il cuore di mia mamma batte ancora e si, batte ancora.

Accendo le luci e sento delle lacrime rigarmi il viso. Sono lacrime di paura, confusione, tristezza e preoccupazione.

Mi riavvicino a mia mamma, il suo cuore batte ancora. Butto un po' d'aria fuori dalle mie labbra.
"Mamma?" sussurro.
"Tesoro mio" risponde con voce tremante.
"Sta arrivando l'ambulanza, resisti" le dico dolcemente.
"Lo farò per te" mi dice e un'altra lacrima sfugge al mio controllo, le bagna la mano e se ne accorge.
"Non piangere piccola mia, sono qui con te" mi dice.
"Lo so mamma, lo so" dico singhiozzando.

Mia mamma è sempre stata l'unica capace di capirmi. Si, le madri sono sempre un po' severe con le figlie, ma le più importanti, è solo grazie a lei se sono qui.
Mi ha cresciuto e ha vissuto in pieno ogni parte di me.
Mi ha dato la sua mano per farmi rialzare ed è sempre stata la mia grande stella, il mio punto di riferimento.

Ora ho paura, perché riesco di perdere l'unica parte della mia famiglia che mi è rimasta.

Chiamo Noemi, ma non risponde.
Chiamo papà, ma non risponde.
Chiamo Alice, ma non risponde.
Sono sola.
Ora sono sola.

Dopo pochi minuti, fortunatamente, arriva l'ambulanza che carica il corpo di mia mamma.
Io la affianco e partiamo verso l'ospedale.
"Mamma, resisti ancora un po'" le sussurro.
"Sono forte tesoro" dice sempre tenendo gli occhi chiusi.

Appena arrivati in ospedale fanno subito entrare mia mamma e io rimango in sala d'attesa.
Soltanto che seduto su una sedia mentre fuma c'è Cedric.
"E tu cosa ci fai qui?" gli chiedo avvicinandomi.
"Ti aspettavo" mi dice.

Non tutti i misteri possono essere risolti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora