Capitolo 6

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Il giorno successivo mi sveglio con uno strano peso allo stomaco. Riesco a risalire alla causa ripensando all'ombra alla finestra della notte precedente. Vorrei sapere chi fosse, ma mi impongo di non pensarci, perciò scendo dalla mia camera per fare colazione in cucina, con l'intenzione di parlare con Noemi. Il problema è che di Noemi non c'è traccia.
Mia mamma punta lo sguardo su di me appena mi sente arrivare. Tiene tra le mani una tazza di caffè ed è ancora in pigiama.
"Notizie di Noemi?" mi chiede sorseggiando il suo caffè senza abbassare lo sguardo da me.
"Cosa? Oh, Noemi...Si, certo" non so davvero cosa dire e mi schiaffeggio mentalmente. Mi schiarisco la voce e provo ad inventare una scusa. "Mi ha chiamata poco fa dicendomi che probabilmente passerà la giornata dalla sua amica perché devono lavorare ad un progetto di biologia urgentemente. La consegna sarà tra pochi giorni e il voto della consegna influenzerà pesantemente sulla pagella finale." continuo e mi congratulo mentalmente per la mia voce ferma e per la perfetta bugia.
Mia mamma annuisce distrattamente.
Non voglio mentirle, ma, in questo momento, l'ultima cosa che le servirebbe è un'altra possibilità per preoccuparsi.
Mi preparo del the caldo e metto sul tavolo dei biscotti al cacao. Adoro questa colazione e ne approfitto per riflettere silenziosamente sugli avvenimenti degli ultimi giorni. È chiaro che non si tratta più di uno scherzo. Devo collegare tutti gli avvenimenti per ottenere un totale ragionamento, ma è chiaro che questo non è il momento adatto.
Finisco la colazione e salgo a prepararmi. Metto un completo di tuta nero con due strisce fucsia laterali sui pantaloni e sulle maniche e un paio di scarpe Adidas sempre nere e fucsia. Passo la piastra sui capelli e li lego in un'ordinatissima coda altra. Stranamente oggi le mie occhiaie sono poco evidenti, per cui decido di mettere solo un po' di lucidalabbra e un filo di mascara. Prendo il mio solito zaino e mi dirigo verso il liceo con qualche minuto di anticipo. Oggi è il 23 novembre. Solo ora questo pensiero attraversa la mia mente. La mia vista si appanna, ma non faccio scappare nessuna lacrima. Ormai è morto. Le mie lacrime non servono a niente. Cerco di pensare ad altro quando ad un certo punto sento Matthew parlare dentro la mia testa.
"Stai attenta. È solo colpa mia se ti ritrovi in questa situazione. Ho cercato di proteggerti, ma ho fallito. Ti amo ancora" mi dice.
È davvero la voce di Matthew. Mi sento sbiancare, mi sento debole, sento l'eco dei suoni attorno a me e ad un certo punto vedo tutto nero. L'ultima cosa che ricordo è il violento impatto con l'asfalto. Per il resto non ricordo più nulla, tranne che le parole di Matthew che rimbombano nella mia testa.

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