Connor il cavaliere (settima parte)

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«L'ho gia detto che questo piano non mi piace?» borbotta Connor, nascosto dietro un'auto, che riporta i segni di un recente incontro con l'Irritator.

«Più o meno ogni secondo di quest'ultima mezz'ora» sibila Liam, utilizzando la poca pazienza rimasta.

La strada che abbiamo percorso per arrivare fin qui è stata complicata, giusto per usare un eufemismo. La gente, che finalmente aveva realizzato la pericolosità di quel dinosauro, si era messa a correre all'impazzata per trovare un nascondiglio sicuro. Quindi abbiamo dovuto sgomitare e fare l'impossibile affinché la folla non ci separasse.

Percorrendo vie secondarie, siamo giunti al cancello di Buckingham Palace col fiatone e qualche strappo ai vestiti, ricordo della nostra "conversazione" con un gruppo di studenti sovraeccitati.

I rottami di alcune macchine ci separano dall'entrata, però, non dovrebbero esserci problemi: le guardie sono scomparse, anche non so se sono riuscite a fuggire oppure se sono diventate il pranzo del dinosauro.

Non pensarci!

Una cosa più facile a dirsi che a farsi.

Sospiro e controllo i dintorni. Nessuna traccia del dinosauro e del cavaliere, a parte un cavallo abbandonato accanto ai resti del cancello di ferro che delimita la proprietà.

«È il suo destriero» osserva Connor, alzandosi in piedi di scatto.

Prima che io riesca fermarlo, il ragazzo si mette a correre e raggiunge il cavallo, un poco ombroso data l'avventura che ha vissuto oggi. Stranamente, l'animale rimane mansueto e si fa carezzare il fianco dallo studente che cerca di tranquillizzarlo.

Io e Liam ci scambiamo un'occhiata per poi uscire allo scoperto e camminare fino all'entrata. Appena giunto vicino a Connor devo resistere alla tentazione di dargli uno scappellotto: i suoi attacchi d'impulsivitá mi fanno sempre tremare il cuore.

«E se l'Irritator fosse ancora qui nei paraggi?» domando, furiosa per il suo atteggiamento sconsiderato.

«Non può essere qui vicino» risponde lui, ostentando una sicurezza che davvero non possiede.

Il ragazzo si passa le mani nei capelli più e più volte, scoccando fugaci occhiate a destra ed a sinistra per sincerarsi che il dinosauro non si trovi nascosto da qualche parte, e si accosta di più al cavallo, come se potesse salvarlo.

È sempre il solito...

Alzo gli occhi al cielo e decido di soprassedere, cosa che, fortunatamente, fa anche Liam. Il capitano studia, con sguardo pensieroso, il parco che si estende davanti a noi.

Pare che il Palazzo non abbia subito danni quindi, verosimilmente, il dinosauro si trova ancora all'interno dell'immenso giardino che circonda la residenza della Regina Madre.

«Ora come procediamo?» chiedo all'uomo, mentre mi lego velocemente i capelli folti in una pratica coda di cavallo.

«Ti stanno meglio sciolti...» commenta Becker, prendendomi alla sprovvista. «Direi di lasciare Connor qui, a giocare col cavallo, e noi andiamo in avanscoperta. So che dietro Buckingham Palace esiste un bosco millenario di proprietà della casata reale. Probabilmente il dinosauro si nasconde.»

Rifletto seriamente sull'intuizione di Liam dopodiché annuisco, dicendomi d'accordo con lui.

«Connor!» Richiamai l'attenzione del ragazzo, che ancora sta confortando il destriero del cavaliere sconosciuto.

«Mi dica, prof.» Il giovane mi rivolse un'occhiata interrogativa e colma di emozione, che si raffredda non appena gli spiego il piano del capitano. «Perché non posso venire con voi?» domanda, imbronciato, incrociando le braccia al petto.

«Sai sparare?» interviene Liam, sorridendo leggermente, con le mani sui fianchi.

«Beh, no...» risponde Connor, confuso e perplesso.

«Sai correre per più di dieci chilometri senza avere il fiatone?»

«Ehm... no...»

«Sai combattere contro un dinosauro?» domanda ancora il capitano, con la vittoria in tasca.

«Tu sei...» Il mio studente digrigna i denti, inghiottendo una rispostaccia, per poi sbuffare, con espressione profondamente offesa. «Ho capito, ho capito. Non so fare nulla.»

«Diciamo che tu sei il cervellone della squadra ed il braccio armato» rettifica Liam, dando a Connor una magra consolazione.

Non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere, a dispetto dell'intera, tragica, situazione in cui ci troviamo.

«Bambini!» esclamo, battendo le mani con aria divertita. «Se avete finito, dovremmo catturare un pericoloso dinosauro ed aiutare un valoroso cavaliere a tornare a casa.»

«Andiamo!» esclama il capitano, incamminandosi a passo spedito verso il Palazzo.

«Chiama in caso di bisogno» dico a Connor prima di inseguire Becker, che mi sta distanziando senza alcuna fatica.

Giungiamo all'edificio nello stesso istante e l'uomo mi rivolge un sorriso soddisfatto come se avessi appena superato una prova. Poi mi fa cenno di muovermi lentamente ed in silenzio, sfodera la pistola, che tiene sempre agganciata alla cintura, e prosegue l'avanzata rasente al muro.

Col cuore che galoppa ed il respiro leggero, continuo a seguire il capitano, pregando che il dinosauro non si nasconda dietro l'angolo, pronto a divorarci in un sol boccone.

Non essere sciocca, Liv!

Raggiungiamo l'estremità del Palazzo in un battibaleno, anche se, molto probabilmente, si tratta solo della mia immaginazione, ed ora ci apprestiamo a proseguire, cosa che potrebbe rivelarsi ciecamente pericolosa.

Liam alza una mano per intimarmi di fermarmi ed io eseguo senza battere ciglio: mi fido di lui e possiede certamente più esperienza di me in questo genere di cose.

Lentamente, soppesando ogni passo, l'uomo avanza fino all'angolo, prende un respiro profondo dopodiché sporge la testa oltre il muro. In quell'istante prego che nessun animale preistorico lo decapiti e questo pensiero fa nascere una risatina nervosa, che, però, soffoco immediatamente.

Un attimo dopo, il capitano addossa la schiena all'edificio, mi scocca una veloce occhiata, forse per tranquillizzarmi, per poi annuire con un gesto secco del capo.

Via libera...

Liam allunga la mano libera verso di me ed io la prendo senza alcun indugio. Con uno scatto felino, l'uomo si rimette a correre, stavolta seriamente, con me al suo fianco, continuando a costeggiare il muro, per avere almeno un lato coperto.

Il bosco millenario è davanti a noi, una vasta macchia che possiede tutte le tonalità del verde, attira la mia attenzione tanto che quasi inciampo. Il capitano mi sorregge e mi rivolge uno sguardo interrogativo a cui rispondo con una scrollata di spalle.

Tutto si svolge nella quiete più profonda finché un ruggito possente lacera l'aria, facendomi rabbrividire.

Trovato!

Anomalie: il libro segreto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora