Abissi (quarta parte)

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Rimaniamo in silenzio, sospesi nelle oscurità marine, ad ammirare il varco pulsante di luce per un tempo indefinito.

Non riesco a staccare gli occhi da quella meraviglia della natura.

《Forse dovremmo uscire a controllare più da vicino》esordisce Ian, premendo alcuni pulsanti e inserendo così il pilota automatico.

《Intendi che dovremmo attraversarlo?》gli domando, mantenendo lo sguardo fisso sullo scintillante buco dimensionale.

Non so perché, ma la cosa mi elettrizza. Possiedo una curiosità senza pari che, talvolta, mi mette nei guai, però attraverserei tutti i varchi del mondo per soddisfare il mio bisogno di conoscenza.

《Probabilmente》risponde l'uomo, alzandosi e dirigendosi verso la coda del batiscafo《Ecco. Metti questi》aggiunge, facendomi voltare di scatto.

A malincuore, abbandono l'agglomerato di luci brillanti e concedo la mia attenzione al mio compagno d'avventura. Ian mi porge una maschera e una piccola bombola d'ossigeno. Le prendo entrambe e le studio: la maschera copre l'intero volto mentre la bombola pare troppo minuta per conservare una valida quantità d'aria.

《Non dirmi che ci immergiamo con questa attrezzatura》commento, in tono scettico, inarcando un sopracciglio.

《Va bene. Allora non te lo dico》mi prende in giro lui, indossando la maschera e facendomi l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo alla sua pessima battuta dopodiché lo imito e aggancio la maschera al viso mentre la bombola al gancio che vi è sulla muta, all'altezza dei fianchi.

Così pronta mi avvicino a lui e lo seguo fino a una specie di porta dalla maniglia d'acciaio. Lui la apre, varchiamo la soglia e quella si richiude in automatico, abbandonandoci in uno spazio angusto e stretto, privo di luce.

In sottofondo odo il rumoroso battito del mio cuore che mi rimbomba nelle orecchie. Ian mi prende una mano e la stringe con forza e delicatezza per rassicurarmi e tranquillizzarmi.

Stranamente la sua mossa funziona egregiamente e riesco a regolarizzare il respiro e rallentare la corsa tumultuosa del cuore.

《Andiamo?》Sento la voce dell'uomo nella testa e capisco che la maschera funge anche da comunicatore.

《Sì. Andiamo》annuisco, molto più decisa di quanto mi senta in realtà.

Immediatamente percepisco un lieve movimento e mi sento cadere: il tempo di un respiro e ci troviamo immersi negli abissi marini di Cardigan Bay.

Sbatto le palpebre più volte e volto la testa a destra e sinistra per orientarmi. Ian si trova al mio fianco e intorno a noi vedo solo acqua scura, oltre al bagliore del varco.

L'uomo lo indica con un dito e nuotiamo pigramente nella sua direzione. Appena lo raggiungiamo, ci fermiamo e diamo un'altra occhiata in giro, però non vediamo alcun sommergibile: l'unica risposta possibile è che si trovi dall'altra parte del buco dimensionale.

《Certo che non ci sono molti pesci in giro》commento, sovrappensiero, continuando a nuotare affianco a Ian.

《Ho notato》replica lui, in maniera laconica.

Appena le luci splendenti ci inghiottono, sono costretta a chiudere gli occhi per non rimanere accecata e quando li riapro sono certa che ci troviamo immersi in un oceano che non esiste più.

L'oscurità non ci accompagna più, anzi ora possiamo vedere ciò che ci circonda e noto alcuni pesci preistorici che sguazzano al nostro fianco prima che scompaiano diretti chissà dove.

《Non mi ci abituerò mai》mormoro, senza fiato dall'emozione che mi gonfia il petto.

Ian non dice nulla e nuota pacifico intorno al varco, in cerca di indizi che ci facciamo capire che fine ha fatto il sommergibile scomparso. Ovviamente non scova nulla mentre a me viene un'idea un poco folle.

《Che ne dici se emergiamo e vediamo dove siamo capitati?》propongo, sollevando la testa verso la superficie.

《Perché no? Magari avremo una botta di fortuna e troveremo il sommergibile》ribatte l'uomo, fra il serio e il faceto, irritandomi un po'.

《Non mi pare che abbiamo molte opzioni a disposizione》commento, in tono acido e saccente, guadagnandomi un'occhiata in tralice come risposta.

Senza aggiungere altro, ruoto su me stessa e do fondo alle mie energie: nuoto velocemente ed emergo dalle acque preistoriche con un leggero spruzzo.

La maschera è piena di schizzi e non riesco a vedere il panorama così decido di toglierlo, sperando che la percentuale di ossigeno nell'aria sia abbastanza da garantire la sopravvivenza mia e di Ian.

Prendo un respiro tremante e poi uno più profondo: l'aria odora di zolfo e sostanze chimiche, però non è così irrespirabile come temevo.

Un minuto dopo, Ian compare al mio fianco, togliendosi subito la maschera e passandosi una mano fra i capelli bagnati.

《Ora che siamo emersi, che mi dice professoressa Baxter?》domanda l'uomo, con un'espressione di sfida sul volto gocciolante d'acqua.

Mi prendo un attimo prima di rispondere per controllare dove ci troviamo e riflettere sulle prossime mosse da compiere.

《Che ci troviamo nel bel mezzo di un oceano preistorico. La riva non si riesce a scorgere quindi suppongo che non vi siano molte probabilità che possiamo raggiungerla. Il Sole è ancora agli inizi e l'aria è abbastanza respirabile, nonostante possegga un pessimo odore》elenco tutto ciò che vedo e che estrapolo da ciò che ci circonda《Credo che il sommergibile sia perso per sempre. Non riesco a capire in quale momento della preistoria ci troviamo, però non penso che quel mezzo sia riuscito a raggiungere le terre emerse che esistono in quest'epoca.》

《Quindi dovremmo lasciar perdere e tornare indietro?》mi domanda Ian, con voce seria e greve.

《Non credere che sia facile per me dire una cosa del genere, ma sì, dovremmo tornare indietro》rispondo, molto dispiaciuta per l'esito di questa missione.

Di solito, combatto fino all'ultimo e resisto finché non riesco nel mio intento, però non vedo alternative. Siamo privi di mezzi e possiamo contare soltanto sulle nostra forze mentre gli scienziati del sommergibile avevano un mezzo tecnologico a loro disposizione.

Potrebbero essere arrivati a riva, ma non lo sapremmo mai con certezza.

Avverto una mano sulla mia spalla e percepisco la vicinanza di Ian: sa benissimo ciò che sto provando e capisce quanto mi costa ammettere la sconfitta, ma davvero non possiamo fare nulla per gli scienziati del sommergibile.

Rimaniamo in silenzio a fissare l'orizzonte per un tempo infinito quando avverto un movimento sotto di noi.

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