Gli amici di Betsy (settima parte)

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Alla fine, il bosco si rivela una vera e propria foresta che si estende per chilometri e chilometri.

O almeno questa è la mia impressione.

Appena abbiamo raggiunto il limitare della macchia verde, tutto è cambiato: i suoni sono diventati più striduli e marcati, gli odori più penetranti, le mie certezze più insicure e vacue.

《È davvero sicura che dovremmo continuare, prof?》domanda Connor con voce titubante.

All'inizio si era perso a studiare ogni cosa che vedeva, ma ora, che ci addentriamo sempre più all'interno della foresta, il ragazzo torna il solito Connor.

《Certo》gli rispondo, alzando gli occhi al cielo.《Dobbiamo trovare il varco e circoscriverlo.》

《Oppure attraversarlo》propone lo studente, animandosi di colpo.《Potremmo farlo una volta. Che ne dice, prof? Scommetto che vorrebbe vedere i dinosauri nel loro habitat naturale.》

Beccata!

《Lo sai che non possiamo. E se si richiude mentre siamo dall'altra parte?》chiedo, sbuffando leggermente.

《Mi sa che il ragazzo, per una volta, ha ragione》interviene Liam, interrompendo la nostra conversazione.

Il capitano è rimasto nelle retrovie, non fidandosi del tutto del vecchietto racconta-storie, così ci raggiunge a passo svelto per metterci al corrente dei suoi pensieri.

《Che vuol dire?》gli chiedo, fermandomi e scoccandogli un'occhiata perplessa.

Liam ha un'espressione concentrata in volto e, in mano, stringe il pugnale che portava alla caviglia, la cui lama risplende sinistramente sotto i fiochi raggi del sole.

《Che i russi sono sulle nostre tracce quindi dovremmo attraversare il varco quando lo troveremo》mi spiega l'uomo, in tono determinato.

《Fantastico!》esclama Connor, all'improvviso, saltando e agitando i pugni verso l'alto.《Ehm... scusate. Io non sono contento che i russi ci stiamo alle calcagna, ovviamente. Per carità, nemmeno mi piacciono i russi.》

《Abbiamo capito, Connor》commento, ridacchiando sommessamente.《E sia. Attraverseremo il varco se saremo costretti. D'accordo?》

Liam non controbatte e ci esorta a rimetterci in marcia. Non so che pensare della sua assenza di reazioni, però lo seguo a ruota e mi metto nuovamente in cammino, affiancata da Connor.

Ci vuole suppergiù un'oretta prima che incappiamo in un varco.

D'un tratto, infatti, il mio studente si mette a saltellare e una piccola sfera sfreccia fuori dalla tasca dei suoi pantaloni. Io e il capitano ci fermiamo e osserviamo la scena, un poco straniti.

《Dobbiamo seguirla》ci ordina il ragazzo, evitando ogni spiegazione e mettendosi a correre dietro alla sfera.

Lo seguo a ruota mentre Liam tentenna qualche istante. Ho piena fiducia in Connor e nel suo intelletto: di certo, ci sarà una ragione logica dietro al suo bizzarro comportamento.

Corriamo a zig zag fra gli alti alberi per poi arrestarci di colpo quando giungiamo in una grande radura: il varco si trova lì, pulsante di accecante luce.

《Meraviglioso》mormoro, come sempre, di fronte a tale fenomeno.

《Spettacolare》mi fa eco Connor, trattenendo il fiato estasiato.

《Sì, sì. Tutto molto bello, però, ricordatevi che abbiamo i russi alle calcagna.》Le parole di Liam ci riportano coi piedi per terra, facendo sfumare ogni oncia di stupore.

《Ci vuoi spiegare cos'è appena successo?》chiedo a Connor, senza distogliere lo sguardo dal varco.

《L'attrazione elettromagnetica che circonda i buchi dimensionali. È da quando siamo stati assunti dal Centro che lavoro a un dispositivo trova-varchi. Però, diciamo, che non ho fatto grandi passi avanti》mi spiega lo studente, prendendo la sfera che gli era scappata dalla tasca qualche istante fa.

A fatica, il ragazzo riesce a rimetterla in tasca e, stranamente, non fa alcuna battuta bizzarra: rimane a fissare il varco con assoluta attenzione.

All'improvviso, uno sparo risuona nell'aria, facendoci sobbalzare spaventati, tranne Liam, ovviamente. È impossibile prendere il capitano alla sprovvista.

《Non dire nulla》anticipo la battuta di Becker e gli rifilo un'occhiata stizzita.

Le labbra di Liam si stirano in un sorriso amaro e ci ordina, a gesti, di nasconderci fra i cespugli. Dopodiché si inoltra nuovamente all'interno della foresta, forse per controllare il nemico.

Pochi istanti dopo, infatti, io e Connor udiamo il rumore degli spari: il ragazzo allunga la mano verso di me per stringere la mia mentre aspettiamo col fiato sospeso il ritorno del nostro capitano.

Quando gli spari cessano, un fruscio ci fa alzare la testa dal nostro nascondiglio di fortuna e vediamo Liam sbucare dagli alberi. Ha un livido sulla guancia destra e qualche goccia di sangue sulla maglietta chiara, ma, a parte questo, pare star benissimo.

《Cos'è successo?》gli domando, non appena ci raggiunge, accucciandosi accanto a me.

Connor rimane in silenzio, grazie a Dio, però so che è terrorizzato così gli stringo la mano in una presa rassicurante.

《La macchina possedeva il GPS così l'hanno rintracciata e poi devono aver trovato le nostre tracce così ci hanno raggiunto. Sono in cinque》ci spiega Liam, passandosi una mano fra i capelli.《O meglio, erano in cinque. Ne ho eliminati tre. Gli altri due si sono nascosti fra gli alberi e li ho persi.》

《Con eliminati intendi...?》chiedo, deglutendo rumorosamente.

Il capitano si gira verso di me e mi fissa negli occhi: il suo sguardo affettuoso e divertito ha lasciato spazio a vacuità e spietatezza.

Non riesco a reprimere un brivido.

《Va bene. Ce la posso fare》borbotto fra me e me.

《Sono un soldato. Faccio ciò che è necessario》afferma Liam, liberandomi dal suo sguardo troppo intenso da poter sostenere.

《Lo so. Io...》mormoro, senza un reale motivo.

Di fatto, io non so nulla dei doveri di un soldato. Conosco soltanto ciò che ho visto in televisione e ciò che ho letto sui libro di storia.

Questa è la prima volta che tocco con mano la realtà.

《Scusate se vi interrompo》interviene Connor,  con voce bassa e pressante.《Ma che intendiamo fare? Cioè a me sta benissimo stare nascosto. Non sono un uomo d'azione. Però se i russi ci trovano...》

《A loro ci penso io, ragazzo》replica Liam in tono duro e sicuro.

《Uccidendoli?》Non sono riuscita a resistere e ho aperto bocca, pentendomene esattamente un attimo dopo.

Il capitano riporta il suo sguardo su di me e noto una sfumatura di incertezza e disagio prima che le sue iridi tornino fredde come il ghiaccio.

《Te l'ho detto: faccio ciò che serve.》

《Anch'io》ribatto, irritandomi con lui e le sue convinzioni, per poi alzarmi in piedi e fare qualcosa di veramente sconsiderato.

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