Possibilità (quinta parte)

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《Dobbiamo scendere》afferma Liam, mettendo via la pistola.

《E come? Non abbiamo nessuna corda》osserva Connor, sporgendosi oltre il bordo del buco per scrutarne l'interno.

《Alla vecchia maniera》risponde laconico il capitano.

Abbado lo sguardo e sospiro pesantemente: non sarà una cosa facile.

Liam lancia una veloce occhiata al parco, forse per sincerarsi che non ci siano minacce, per poi sedersi a terra e mettere le gambe oltre il bordo del buco.

Si gira, pancia a terra, e lentamente inizia la discesa che lo porterà nel ventre della terra.

《Aspettate che io sia arrivato giù prima di seguirmi》ci ordina, prima di scomparire nell'oscurità.

《Connor. Tu sarai il secondo. Io andrò per ultima》sentezio, con voce sicura, nonostante gli sguardi timorosi che mi sta lanciando lo studente.

《Dice che devo venire anch'io?》domanda il giovane, alzandosi e spazzolandosi i pantaloni.

Neppure gli rispondo e torno a sporgermi per controllare come sta andando la discesa di Liam. Sento un rumore sordo dopodiché una luce mi acceca.

《Arrivato sano e salvo》annuncia l'uomo, sistemando la torcia in maniera che illumini la via a me e Connor.

Il capitano è ricoperto di terra, ma decisamente in forma quindi non dovrebbe essere una cosa troppo complicata raggiungerlo.

《Forza, Connor》lo chiamo affinché si prepari.

Il ragazzo imita tutto ciò che ha fatto Liam qualche minuto fa per poi farsi il segno della croce prima di venire inghiottito dalla terra.

Passano lunghi attimi poi mi arriva alle orecchie una specie di grido seguito da un tonfo: Connor ha fatto gli ultimi metri in caduta libera.

《Stai bene?》gli chiedo, dato che nessuno pare volermi mettere al corrente di ciò che è successo.

《Se con bene intende dire ricoperto di terra e cose di cui preferisco non conoscere le origini, allora sì, sto bene》mi risponde il giovane in tono sarcastico.

《Ottimo. Vi raggiungo》li avviso prima di calarmi nel buco.

Mi siedo a terra, sporgo le gambe oltre al bordo per poi girarmi sulla pancia e lasciarmi scivolare. Le mie mani trovano moltissimi appigli, ma prima li saggio perché tante radici non sono così sicure come sembrano.

La mia discesa è faticosa, nonostante io sia in forma.

Si tratta più che altro di un lavoro di braccia, dato che i piedi non trovano rocce su cui posarsi.

Ben presto mi ritrovo con la schiena imperlata di sudore e il volto striato di terriccio.

《Ancora uno sforzo》mi incita Liam e subito avverto un paio di mani forti che mi afferrano i fianchi.《Lasciati andare. Ti tengo io.》

Fiduciosa, mollo la presa sulle ruvide radici alle quali sono aggrappata e mi lascio cadere. Il capitano mi sostiene senza alcun problema e mi aiuta nell'ultimo tratto di percorso.

Il mio corpo scivola lungo il suo finché i piedi non trovano l'appoggio stabile del terreno.

《Grazie》sussurro, stranamente a disagio e sicuramente con le guance imporporate d'imbarazzo.

Le mani di Liam abbandonano i miei fianchi soltanto dopo una breve stretta, come se volesse abbracciarmi ma non ne avesse il coraggio.

Peccato...

La strana sensazione di volermi girare per stringerlo fra le braccia mi avvolge qualche istante prima che io riesca a tornare in me.

Mi allontano da quell'uomo per me così pericoloso e mi spazzolo i vestiti per togliermi di dosso la terra.

《Sapete una cosa?》Connor rompe il silenzio che si è venuta a creare.《Credo che i ragazzi non siano vivi.》

Quella frase, pronunciato in tono così grave e sommesso, attira la nostra attenzione: io e Liam ci voltiamo verso il ragazzo in cerca di spiegazioni.

Il giovane è chino a terra che studia la scarpa da ginnastica che aveva visto prima. Il capitano recupera la torcia e punta il fascio su di essa così capiamo che Connor ha pienamente ragione.

La scarpa non è vuota.

Al suo interno, infatti, vi è il piede del suo possessore. Tranciato di netto poco sopra la caviglia, non sanguina più da molto tempo, segno che siamo arrivati tropo tardi.

《Accidenti!》esclamo, arrabbiata con me stessa.

Avrei voluto salvarli.

Una mano timida e delicata si posa sulla mia spalla in maniera consolatoria.

《Dobbiamo esserne sicuri. I ragazzi erano in due mentre qui c'è una scarpa sola》interviene Liam, ritraendo velocemente la mano.

Giusto!

《Dici che...》inizio a sperare, anche se lo sguardo del capitano afferma il contrario.

Io non voglio arrendermi.

《State dietro di me》aggiunge Becker prima di incamminarsi verso l'ignoto.

Il posto dove siamo finiti assomiglia sempre più alla galleria di una talpa: sbuca in superficie e la strada che stiamo seguendo si dirama in molteplici percorsi.

Motivo per cui Liam sta piazzando vari led luminosi.

Almeno così non ci perderemo nel sottosuolo.

《Se ci trovassimo di fronte a una talpa gigante cosa facciamo?》domanda Connor di punto in bianco, forse per spezzare la cupa atmosfera che ci circonda.

《Scappiamo?》

《Le sparo.》

Io e Liam rispondiamo all'unisono, anche se in maniera decisamente diversa.

《Perché mai la tua prima risposta è sempre la pistola?》chiedo, irritata dal suo comportamento.

Lo so che, molto probabilmente, il proprietario di questa tana ha divorato i ragazzi scomparsi, però si tratta pur sempre di un animale, che agisce per istinto, seguendo la propria natura.

《Perché incontro sempre cose che mi vogliono mangiare. Semplice》risponde in tono asciutto il capitano, fermandosi di colpo.

《Che succede?》domanda, ansioso, Connor, mettendosi al mio fianco.

La galleria è così larga che possiamo camminare affiancati.

《Credo di aver sentito un rumore. Voi state qui mentre io proseguo e controllo》ci ordina Liam, scoccandoci una veloce occhiata.

《Sissignore》replico, alzando gli occhi al cielo, esasperata dal suo senso di protezione.

Soddisfatto dalla risposta, l'uomo si allontana da noi finché il buio lo inghiotte, lasciandoci soli.

《Prof. Posso dirle una cosa?》sussurra Connor, con voce incerta.

《Certo》ribatto, continuando a fissare il punto in cui Liam è scomparso.《Hai trovato qualche altro indizio sui ragazzi scomparsi?》

《Beh, no. Io... Volevo solo chiederle se può evitare di trattare così Becker》risponde il ragazzo, decisamente impacciato.

《Così come?》chiedo, cadendo dalle nuvole.

《Lo tiene a distanza》mi spiega lui, appoggiandosi alla parete di terriccio con una spalla.《Il capitano è un soldato quindi è ovvio che voglia proteggerla. Anche se sa che lei se la può cavare da sola. È una specie di deformazione professionale. E poi lei gli piace.》

Cosa?!

《Io...》balbetto, incerta su cosa dire.

Per fortuna venga salvata in corner: Liam ritorna correndo con aria stravolta e la maglia lacerata.

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