Odio il deserto (quinta parte)

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Agguanto Connor per un polso e lo strattono in avanti, facendolo incespicare un momento. Fortunatamente non perde l'equilibrio così possiamo correre verso l'agglomerato di rocce dove la ragazzina ci sta aspettando.

Non mi volto quando odo il fucile di Becker risuonare in mezzo ai nostri respiri affannosi.

Non mi volto nemmeno quando sento un suono animale che mi ricorda vagamente un ringhio soffocato.

Mi concentro solamente sulla corsa. E sul fatto di non cadere a terra, errore che potrebbe rivelarsi fatale.

Con i vesti incollati alla pelle ed il fiatone, segno che avrei dovuto riprendere a frequentare la palestra quanto prima, raggiungiamo una grande roccia scura su cui è difficile issarsi: infatti è molto più alta di me e Connor. Non so come abbia fatto la ragazzina a salire là sopra.

«Muovetevi!!» grida lei al nostro indirizzo.

Mi giro brevemente verso destra e la vedo, terrorizzata e con il vestito strappato in più punti, che fissa un punto imprecisato alle nostre spalle con occhi sgranati.

«Forza, Connor!» incito il mio studente ad arrampicarsi sul grande masso di fronte a noi mentre io cerco Liam con lo sguardo.

Noto con una certa angoscia che si trova parecchio indietro rispetto a me così decido di andare a prenderlo: non può vincere contro animali così letali e veloci. Li riesco quasi a vedere, tre increspature sulla sabbia che nuotano in circoli sempre più stretti. Si comportano come gli squali: hanno accerchiato il soldato ed ora giocano con lui.

Maledizione!

Prima di perdere il coraggio, o l'incoscienza, dipende dai punti di vista, controllo che Connor sia al sicuro in cima alla roccia e poi mi metto a correre verso Becker, anche se non ho la più pallida idea di cosa potrei fare per aiutarlo.

«NO!» Un grido lacera l'aria, satura di proiettili ed afa, bloccandomi sul posto.

Non faccio in tempo a girarmi che un oggetto metallico attira la mia attenzione: si tratta di un aggeggio piccolo che descrive un arco sopra di me e punta dritto in direzione di Liam.

Un raggio di sole colpisce la superficie liscia e priva di imperfezioni, accecandomi per un istante, mentre un brivido gelido mi scivola lungo la schiena quando il mio cervello realizza cosa sto fissando.

«Granata!» urlo a Liam, portandomi le mani alla bocca per amplificare il suono della mia voce.

Il capitano distoglie lo sguardo dagli animali, che continuano a nuotare in circolo fra la sabbia, e mi scocca una veloce occhiata: riesco a scorgere un lampo di comprensione prima che la granata tocchi terra a pochi passi da lui.

L'esplosione alza una nube di polvere e granelli incandescenti di proporzioni epiche. Mi ritrovo, così, immersa in una specie di tempesta del deserto che mi disorienta e mi lascia senza fiato per quella che pare un'eternità.

Inizio a tossire in maniera quasi convulsa mentre con una mano cerco di diradare la nuvola di sabbia che continua a vorticarmi intorno. Non vedo né sento alcunché: le orecchie mi fischiano e gli occhi sono irritati dalla sabbia.

D'un tratto il mio polso viene racchiuso in una morsa ferrea e vengo trascinata verso destra. Cerco di puntare i piedi a terra, ma il deserto non è dalla mia parte, infatti non riesco a fare forza ed i miei tentativi di resistere falliscono miseramente.

Non lo so fare altro che rimettermi a correre e seguire, seppur di malavoglia, il mio compagno di viaggio.

«Liv! Liv! Mi senti ora?» La voce di Becker riesce, finalmente, a raggiungermi dato il fischio ormai è soltanto un rumore di sottofondo.

«Sì...» rispondo a fatica, schiarendomi la gola irritata.

Mi passo la mano libera sul volto e tento di togliere gli ultimi granelli dagli occhi: devo vedere cosa sta succedendo.

«Sali!» Mi ordina lui, accompagnando la mia mano sulla roccia davanti a noi.

Non mi sono resa conto di essere già arrivata all'agglomerato di massi dove avevo lasciato Connor. Un'ultima passata al viso e la vista mi si schiarisce un poco: quel tanto che basta perché io possa comprendere che i nostri guai non sono finiti.

«Ma... Dove sono?» domando al capitano, girandomi verso di lui.

Pare che Liam abbia appena combattuto contro il deserto a mani nude: capelli e vestiti sono pieni di polvere, tanto che il nero corvino ora sembra biondi cenere.

Gli occhi azzurri sono, oltre al fucile, l'unica cosa che spicca nella sua figura  traboccante di autorità e furia repressa.

Credo che non gli piaccia molto essere salvato...

《Non lo so》risponde seccatamente, spingendomi in malo modo contro le rocce.《Ora come ora non sono la mia priorità. Sali!》ordina nuovamente, puntando l'arma verso la nube che va diradandosi.

Trattenendo a stento una rispostaccia, faccio come mi ha detto e comincio una lenta scalata: la pietra è costellata di scanalature dove riesco a poggiare mani e piedi quindi la salita risulta abbastanza semplice.

Giunta in cima, mi rendo conto che le cose sono più complicate di quanto pensassi. La ragazzina e Connor non sono scomparsi nel nulla, il che sarebbe davvero positivo, se non fossero stati catturati da uomini sconosciuti, che indossavo divise da militari.

Il click di una sicura mi blocca: sono ancora inginocchiata a terra e non ho alcuna intenzione di muovermi. Con la vista periferica, scorgo la canna di una pistola puntata alla mia testa così, seppur con riluttanza, alzo le mani, ricevendo in risposta un sogghigno di soddisfazione.

《Brava, dottoressa...》Mi elogia una voce bassa e incolore.《Ora si metta in piedi e venga verso di me. Dobbiamo prepararci per accogliere il capitano Becker.》

Un brivido di paura mi scuote le membra, però, eseguo i suoi ordini senza fiatare: il masso dove ci troviamo è grande abbastanza per accogliere tre persone.

Così mi alzo e raggiungo l'uomo con due falcate. Si tratta di un tipo abbastanza anonimo, biondo, con occhi chiari e vuoti. Di certo sa quello che fa dato che impugna la pistola con fermezza e, alla cintola, porta alcune granate.

《Suppongo di doverla ringraziare》commento sarcasticamente, accennando alla cintura.

L'uomo sorride, mostrando i denti, cosa che appare più come uno snudar di zanne che un vero e proprio sorriso.

《Non c'è di che, dottoressa.》Fa un cenno con la testa mentre allunga la mano libera verso di me.

Mi prende per un polso e sposta la pistola, puntandola in direzione di Liam, che si sta arrampicando per raggiungermi.

Maledizione...

Non appena lo sguardo del capitano si posa sull'uomo che mi tiene prigioniera, realizzo che i due si conoscono.

《Scorpion...》

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