Dopo un paio d'ore, giungiamo a Regent Street, ossia ad un vicolo un po' sporco dove si trovano un puzzolente cassonetto e alcuni tubi utilizzati in edilizia, che forse appartengono al cantiere al di là della strada.
«Perché non finiamo mai in posti tranquilli e, soprattutto, puliti?» borbotta Connor, scendendo dall'auto.
Fortunatamente l'abbiamo rintracciato subito così siamo riusciti a metterci in strada prima che altre studentesse potessero vedere Liam, cosa di cui ringrazio il cielo mille volte: già immagino i commenti che arriveranno alle orecchie del Rettore.
«Non è successo nulla di grave, dolcezza» dice il capitano, posando una mano sull'incavo del mio braccio, fermandomi la mano a pochi centimetri dalla cintura di sicurezza.
«Certo che no. Non è successo nulla. E basta» concordo con lui, utilizzando un tono duro e quasi estraneo a me. «Dobbiamo andare. Lasciami il braccio.»
Liam mi scruta con occhi chiari e profondi prima di lasciare, riluttante, la presa: le sue dita sulla pelle nuda mi fanno venire i brividi ma li reprimo, seccata da quella reazione.
Abbasso lo sguardo e mi slaccio la cintura con un gesto secco per poi smontare dal SUV. Una volta fuori dall'abitacolo, torno a respirare normalmente e mi metto subito a cercare qualche traccia della ragazzina scomparsa. Becker mi imita, rimanendo, però, in silenzio: non capisco se per cortesia oppure perché davvero non ha nulla da dire.
Comunque sia, faccio il giro della macchina e raggiungo Connor, che sta osservando con molta intensità l'interno del cassonetto.
«Hai trovato qualcosa di interessante là dentro?» gli domando, soprendendolo alle spalle.
Il ragazzo sobbalza spaventato e si volta repentinamente. Oggi è stranamente sobrio con i suoi bermuda arancioni e la sua maglietta viola; ovviamente, a tracolla, porta la sua onnipresente borsa contenente il suo fidato pc.
«No... Sì... Non so...» balbetta lui, passandosi una mano fra gli scarmigliati capelli scuri.
Inarco un sopracciglio, cercando sfoderare la mia espressione più autoritaria, ma fallisce miseramente: dopo pochi istanti, infatti, scoppio a ridere.
«Scusa, non volevo spaventarti.» Esprimo il mio dispiacere con un sorriso contrito in volto e mi avvicino al cassonetto incriminato. «Ma hai davvero trovato qualcosa di utile al caso qui?» Arriccio il naso quando il forte odore di rifiuti mi attanaglia le narici, soffocandomi.
«Mmhh... Forse...» risponde vagamente Connor, alzando un braccio con un gesto teatrale per poi infilarlo in quella voragine colma di spazzatura. «Ecco...»
Una sostanza vischiosa e di colore giallastro gli scivola fra le dita mentre apre il palmo, mostrandomi la sua scoperta. Reprimo un contatto di vomito e mi avvicino un poco alla sua mano, ora aperta, dove spicca una specie di artiglio nero e lucido, totalmente fuori posto per un cassonetto.
E forse anche per la nostra epoca...
Infilo una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e recupero un paio di guanti sterili. A furia di missioni improvvisate, sto diventando previdente: nella borsa che ho lasciato in macchina ho persino una corda in nylon, una torcia e una bussola, oltre a una borraccia.
«Fammi vedere...» Invito il ragazzo a cedermi il reperto che ha appena trovato e lo prendo fra due dita. «È lungo circa cinque centimetri, indubbiamente di origine animale. Direi che si tratta di un artiglio, ma forse uncino sarebbe il termine più adatto.»
«A chi appartiene?» domanda, a sorpresa, Liam.
La sua voce mi accarezza l'orecchio e realizzo che si è avvicinato senza che io me ne accorgessi. Faccio un passo di lato per allontanarmi da lui, cercando di non far trasparire il mio disagio, e riporto la mia attenzione all'insolito ritrovamento.
«Non saprei...» rispondo, meditabonda, ripercorrendo tutte le razze animali di cui sono a conoscenza. «Probabilmente ad una specie che non conosco, anche se...» Evito di concludere la frase: non voglio che pensi che sono una persona immodesta.
Al diavolo!
«Ho studiato animali di tutti i generi e non ho mai visto nulla del genere» aggiungo, a denti stretti, riponendo l'uncino in una piccola busta di plastica.
«Potrebbe trattarsi di un dinosauro ancora sconosciuto» ipotizza Liam, pensieroso.
«Potrebbe...» gli concedo, anche se non credo affatto a questa teoria.
«Beh, forse questo fugherà ogni dubbio...» Ci viene in aiuto Connor, mettendo fine alle nostre elucubrazioni.
Io e Becker ci giriamo all'unisono e vediamo il ragazzo accovacciato a terra che spia all'interno di un tubo di cemento.
Curioso come pochi...
Trattenendo un sospiro, lo raggiungo, imitata da Liam, e mi inginocchio per capire cos'ha attratto il mio studente: a metà di quel tubo alcune luci calde e brillanti splendono come migliaia di piccoli soli.
«Wow...» Non riesco a trattenermi dal commentare in maniera così futile un evento così meraviglioso.
«Io avrei usato altre parole, ma...» ridacchia Liam, studiando le dimensioni dell'entrata. «Sempre in posti assurdi, però...» sbuffa, iniziando a strisciare dentro il tubo «Venite o no?»
«Là dentro?!» esclama Connor, fra divertimento e orrore.
«Ovviamente» brontola il capitano, di cui ormai vediamo solamente gli stivali.
«Prima le signore...» Il ragazzo si sistema la borsa a tracolla, si alza e fa un passo indietro con fare cerimonioso.
«Davvero gentile, Connor» replico con voce grondante sarcasmo e affetto in parti uguali.
Sospiro, metto al sicuro la busta con l'uncino nella tasca dei miei pantaloni e poi seguo Liam, strisciando pancia a terra, in direzione del varco dimensionale.
«Non tirare calci, mi raccomando» urlo a Liam, quando lo vedo scuotersi in maniera strana.
«Tranquilla, dolcezza. Era solo un ragno: voleva conoscermi meglio» mi spiega lui, facendomi rabbrividire un poco.
«Mancavano i ragni...» brontolo, muovendomi più veloce.
Percorriamo l'ultimo tragitto in silenzio e rapidamente: nessuno di noi vuole passare altro tempo rinchiuso in quel dannato tubo di cemento.
Quando il capitano scompare, inghiottito dalle luci sfavillanti, vengo percorsa da un brivido freddo, senza alcun motivo, ma che mi fa venire una voglia matta di mandare a monte la missione e scappare il più lontano possibile da quel vicolo.
Pensa alla bambina...
La mia mente viene invasa dal corpo straziato di quella giovane sconosciuta, morta per colpa mia.
No...
Non posso mollare...
Stringo gli occhi e seguo Liam in un'altra epoca, con la speranza di tornare indietro sani e salvi.
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Anomalie: il libro segreto
Bilim Kurgu#5 in fantascienza QUARTO VOLUME de La Saga del Tempo Tutto quello che avete sempre voluto sapere sulla Saga e non avete mai avuto il coraggio di chiedere. Qui troverete le risposte a TUTTE le vostre domande. Siete pronti? ? Buona lettura! ? La co...