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Jimin aprì lentamente la porta di casa, questa emise uno scricchiolio mentre entrava.

'Mi ha lasciato' queste parole si ripetevano insistenti nella sua testa, rimbombavano e ogni secondo di più si facevano più pesanti, trascinando Jimin nel baratro.

Tirò sù col naso mentre le lacrime copiose gli rigavano le guance, singhiozzò.

'Non mi ama più'

<<Jimin che succede?
Perché piangi?>> chiese sua madre, gli strinse le spalle delicatamente e cercò i suoi occhi.
Jimin scoppiò a piangere e la donna lo strinse a sè.

Jihyun e Janmin erano fermi, all'entrata della cucina e guardavano la scena
<<È successo qualcosa fra quei due>> affermò serio Jihyun, l'uomo si girò verso di lui con un'espressione affranta <<Non è affar nostro. Se quel che dici è vero possiamo solo consolare Jimin e nient'altro>> disse.

Nel frattempo Bona carezzava la schiena di Jimin mentre i suoi singhiozzi man mano diminuivano.

<<Avete litigato?>> sussurrò lei.

Jimin rimase fermo, poi sospirò per riuscire a parlare senza interrompersi in suoni strozzati.

<<Mi h-ha lascia-to>> le sussurrò all'orecchio.

Bona lo strinse più forte a sè <<Mi dispiace tanto tesoro>> gli accarezzava i capelli mentre il suo respiro tornava regolare.

Jimin si staccò dall'abbraccio <<Non dire niente a Jihyun>> la pregò lui. Bona annuì.

Jimin salì le scale che portavano al piano di sopra ed entrò nel bagno. Poggiò le spalle sulla porta e sospirò mentre le lacrime minacciavano di uscire di nuovo.

Si tolse freneticamente le scarpe e imprecò perché aveva fatto dei nodi troppo stretti.

Poggiò le mani sul lavandino e strinse la presa, si guardò allo specchio. Le labbra screpolate, gli occhi rossi, le guance umide di lacrime amare, i capelli in disordine.

Singhiozzò e chinò la testa per non guardarsi mentre piangeva, e si mise ad urlare mentre si sentiva soffocare dai singhiozzi.

Tossì e aprì il box doccia e azionò il getto d'acqua fredda. Si mise sotto e in pochi attimi tremava per il freddo, i singhiozzi non cessavano.

Urlò finchè il respiro non gli si mozzò in gola e poi rimanette in silenzio e a fargli compania c'era solo il getto d'acqua fredda.

Non si ricordava quanto tempo stette lì, fermo, con il cuore in frantumi.

Ma era certo che in quell'arco di tempo Yoongi non lo avesse chiamato.
Era solo.

<<Jimin apri sono Jihyun>> disse suo fratello da fuori al bagno. Era preoccupato, non aveva mai visto Jimin piangere in quel modo.

<<Entra>> disse il castano. Jihyun aprì la porta e sospirò vedendolo bagnato, con ancora addosso i vestiti dentro alla doccia.

Camminò verso la doccia e si infilò sotto, si bagnò quasi tutto. Guardava Jimin che non accennava alcun movimento.

<<Se vuoi puoi parlarmene>> lo rassicurò.

Jimin si infastidì. Perché sapeva di quel che era successo?
Sospirò.

<<C'è una canzone che fa "Qualcuno ti amerà, ma 'qualcuno' non sono io>> sussurrò.

Aveva il viso sulle ginocchia, guardava davantì a sé, il vetro della doccia.

Jihyun si poggiò sulle piastrelle umide e si lasciò bagnare dal getto.

<<Mi sento come se avessi smesso di respirare, come se un tornado si fosse abbattuto sui miei polmoni e li avesse fatti collassare. Mi sento come se stessi urlando e nessuno mi sentisse>> mormorò Jimin in preda ai singhiozzi.

<<Passerà. Tutto passa>> disse Jihyun provando a consolarlo, inutilmente.

<<È questo il problema!>> sbottò arrabbiato con voce tremante <<Io non voglio che mi passi! Voglio lui! Lo voglio quì vicino a me!>> urlò e sentì dolore alla gola, se la strinse mentre lasciava uscire altri lamenti dalla sua bocca.

<<Perché è così difficile amare qualcuno?>> chiese disperato mentre altre lacrime gli rigavano le guance. Jihyun rimase in silenzio mentre gli occhi gli si facevano lucidi. Era orribile vedere Jimin in quello stato.

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Yoongi buttò per terra tutte le cose che aveva sulla scrivania, sospirò sentendo il tonfo provocato dalle sue penne e altri schiantarsi al suolo.

Lanciò un urlo piegandosi di schiena mentre le lacrime cadevano sul pavimento e la vista veniva offuscata.

Sookja si precipitò sulle scale seguita da suo marito nell'attimo in cui sentì Yoongi gridare.
Spalancarono la porta della sua stanza e si ritrovarono uno Yoongi con gli occhi lucidi e le ginocchia al petto; come quando da piccolo era terrorizzato dai temporali e suo padre gli raccontava la sua storia preferita e gli metteva vicino il suo peluche per farlo tranquillizzare e andare a dormire.

Yoongi si girò verso la porta <<L'ho perso...>> sussurrò. Sookja si chinò e lo abbracciò da dietro baciandogli la testa mentre suo padre lo fronteggiò e gli carezzava la guancia.

<<Non è detta l'ultima parola tesoro>> sussurrò Sookja mentre la sua presa si faceva sempre più ferrea.

Si sentì in colpa, Sookja, se solo Yoongi non avesse avuto paura di rivelar loro la sua sessualità ora non avrebbe un figlio con il cuore spezzato.

<<Combinavi tutti quei guai perché volevi attirare la nostra attenzione? Volevi dirci qualcosa?>> sussurrò.

Yoongi annuì <<Mi dispiace...>> biascicò
<<Yoongi dispiace a me. Non avremmo mai dovuto farti sentire così. Non importa chi ami, tu rimani comunque mio figlio. Sei sempre te stesso. Capito?>> disse Seungcheol.

Yoongi era commosso <<Vi voglio bene>> disse con un filo di voce. <<Anche noi tesoro>> rispose Sookja.

Yoongi si sentiva parecchio sollevato adesso, era tranquillo, ma un pensiero, una persona, gli riempivano la mente di angoscia.

Seungcheol gli diede una pacca sulla spalla <<Vedrai che tra te e Jimin si sistemerà tutto>>

'Lo spero' pensò il corvino.

𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌𝐂𝐀𝐓𝐂𝐇𝐄𝐑  [M.yg, P.jm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora