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CAPITOLO 2: CHI SONO?

Punto di vista di ???

[25 Settembre 2009]

Mi agito nel letto della stanza poco illuminata in cui mi trovo. Mi circondano apparecchi strani e sento che mi si secca la gola. La donna che si è presentata come la "Dottoressa Carter" armeggia su uno dei dispositivi prima di voltarsi verso di me con un sorriso.

"Starai benissimo in poco tempo" dice con sguardo gentile ed in un tono di voce dolce. "Hai bisogno di qualcosa prima che me ne vada?"

"Posso per favore avere dell'acqua?" sussurro prima di portare lo sguardo verso la porta dalla quale vedo entrare tre persone.

"Certo. Torno subito" risponde la Dottoressa Carter prima di avvicinarsi agli estranei.

"Quali sono le sue condizioni?" le domanda un Signore distinto che riconosco dalla casa.

"Era seriamente disidratata ed è sottopeso di quasi cinque chili per la sua età e la sua altezza" li informa la Dottoressa, ed i due soggetti più giovani mi guardano brevemente prima di riportare l'attenzione sulla Dottoressa. "Dovrebbe essere in grado di essere dimessa fra due giorni, ma dovrà seguire una dieta strutturata per aiutarla a riprendere peso"

"Grazie" annuisce il primo uomo.

La Dottoressa annuisce di rimando prima di uscire dalla stanza.

"Ciao" mi sorride la donna dai capelli mori che mi ha aiutata alla casa, prima di accomodarsi su una sedia. "Sono l'Agente Prentiss. Sono dell'F.B.I. Loro sono l'Agente Speciale Aaron Hotchner ed il Dottor Spencer Reid"

"Possiamo farti qualche domanda?" chiede l'Agente Hotchner, ed io distolgo velocemente lo sguardo sulle lenzuola prima di annuire in segno di assenso.

"D'accordo" esordisce Prentiss ottenendo la mia attenzione. "Possiamo iniziare chiedenti come ti chiami? L'ospedale non ti ha trovata nel sistema con le tue impronte digitali"

Sbatto le palpebre un paio di volte, corrucciandomi.

Come mi chiamo?


Mi si formano lacrime disperate agli occhi mentre cerco di ricordare il mio nome. Poi mi sfrego gli occhi ed afferro il ponte del mio naso con due dita.

"Io—" inizio, ma la mia voce è debole e faccio cadere la mano. "Io...non lo so" inizio a piangere. "Non me lo ricordo"

"Hey, tranquilla" mi conforta la donna appoggiando una mano sulla mia spalla. "Ci arriveremo"

"Puoi dirci qualcosa sull'uomo che ti ha rapita?" mi domanda l'Agente Hotchner. "Sai per quanto tempo ti ha tenuta prigioniera?"

"Non so...tanto tempo" sospiro cercando di ricompormi. "Non so se può essere d'aiuto, ma non sono sempre stata in quella casa"

"In che senso?" domanda il Dottor Reid. "Ha vissuto in un'altra casa e si è portato con sé voi due?"

"Si" annuisco. "Mi ricordo che ha fatto i bagagli. Non so di quanto ci siamo spostati. Penso che mi abbia dato qualcosa per farmi dormire"

"Chiama Garcia" dice l'Agente Hotchner. "Falle controllare dove ha vissuto Andersen prima di trasferirsi qui. Poi chiedile di controllare l'archivio persone scomparse in quell'area restringendo il campo a soggetti dell'età approssimativa dell'ostaggio in corrispondenza con il periodo in cui Andersen risiedeva in quell'area"

"Subito" dice il Dottor Reid estraendo un telefono dalla tasca ed uscendo dalla stanza per effettuare la telefonata.

Una volta in cui il Dottor Reid si trova nel corridoio, la Dottoressa Carter ritorna con un bicchiere bianco ed una cannuccia.

"Ecco un po' d'acqua" sorride. "Lavorando insieme alle flebo ti farà tornare in pista prima che te ne rendi conto!"

"Grazie mille, Dottoressa" sorrido dolcemente prendendo il bicchiere che mi porge e bevendone un lungo sorso per lenire la mia bocca desertica.

Una volta in cui la Dottoressa esce dalla stanza, Prentiss si rivolge a me.

"Ci hai già aiutati tanto. Ora riposati" commenta alzandosi in piedi. "Cercheremo fra diversi casi irrisolti di persone scomparse e proveremo ad aiutarti a capire chi sei, d'accordo?"

"Grazie" sorrido sentendomi rincuorata dalla loro gentilezza dimostrata.

"Ti contatteremo presto" dice l'Agente Hotchner. "Buona notte"

"Buona notte" rispondo mentre escono dalla stanza, l'Agente Hotchner tira il Dottor Reid per la cinghia della sua valigia mentre quest'ultimo chiude la telefonata.

Con un'ultima occhiata ed un sorriso a bocca chiusa, l'uomo magro e dai capelli ricci sparisce dietro l'angolo assieme agli Agenti.

Mi appoggio al cuscino godendomi la sensazione del materasso sotto di me. Sfortunatamente il morbido guanciale non riesce a calmare i pensieri che mi affollano la mente.

Per quanto tempo sono rimasta ostaggio?

Da dove vengo?

Ho una famiglia?

Chi sono?

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora