d o d i c i

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CAPITOLO 12: CONTRATTACCO

Punto di vista di Ramon Sanchez

[5 Ottobre 2009]

Mastico lentamente il mio sandwich guardando la mia ragazza legata alla sedia. Da lei ricevo occhiate affamate in direzione del mio cibo, e decido che le permetterò di mangiare. Era stata legata per quasi un giorno interno, ma doveva imparare la lezione.

Mi avvicino a lei e la vedo sussultare quando mi inginocchio per liberarle la caviglia destra, poi faccio lo stesso con la sua mano destra. Quando termino l'operazione anche sull'altro lato la vedo alzarsi in piedi.

Mi lancio verso di lei per afferrarla, ma mi interrompo quando esclama "Bagno!" per farmi sapere qual è la sua urgenza.

Attendo qualche istante, poi afferro un sandwich per lei insieme ad una bottiglia d'acqua. Busso poi alla porta del bagno quando la sento tirare lo sciacquone, e poi le porgo un maglioncino verde insieme ad una gonna nera. La ragazza fa ritorno qualche minuto più tardi, ha lo sguardo a terra quando si avvicina a me. Le indico il cibo e la vedo annuire.

"Grazie" sussurra.

Io finisco il mio sandwich con calma, mentre lei ingurgita il suo in fretta, riempiendo almeno in parte il suo stomaco vuoto. Poi beve un po' d'acqua e guarda l'orologio.

1.38 di notte.

Sbadiglio e decido che sia ora di andare a dormire. La afferro per il braccio strattonandola verso la sedia da cucina prima di forzarla sulla stessa. Quando mi inginocchio per legarle la caviglia sinistra, lei mi afferra per i capelli e tirando con forza prima di assestarmi un colpo allo stomaco ed al pube.

Emetto un grugnito indietreggiando e finendo a carponi sul pavimento. Faccio per rialzarmi, ma sento un potente colpo sulla schiena, seguito dal rumore del legno che si rompe, e mi allontano velocemente i rimasugli della sedia rotta da dosso mentre mi rimetto in piedi. Mi faccio sempre più irritato quando la vedo cercare di afferrare una delle gambe della sedia rotta per usarla come arma.

La placco facendola cadere sul tavolo della cucina di schiena, posizione dalla quale emette un leggero sospiro. Poi la afferro per i fianchi e la lancio contro la credenza di vetro, disintegrandola mentre la ragazza cade a terra, trascinando con sé alcune ciotole e tazze. Mi metto a cavalcioni su di lei ed inizio a prenderla a pugni, la vedo tentare di difendersi portando le mani al viso ed agitando le gambe.

Poi afferra un bicchiere che sta cadendo e lo infrange sul lato del mio viso, al che emetto un'esclamazione di dolore poiché sento che sul lato destro del mio viso sta colando sangue caldo. La afferro per le spalle e le faccio sbattere la testa a terra diverse volte, stordendola ma non facendole perdere i sensi.

Lei sbatte le palpebre quando la sollevo e la lancio sul divano. Grugnisce appena mentre cerca di alzarsi, ma riesce solamente a rotolare sul tappeto ai piedi del divano. La sento poi emettere un grido di dolore, il che mi fa sorridere. Decido di sistemarla sulla poltrona, quindi la sollevo e la lancio lì. Si dimena mentre sollevo il poggiapiedi prima di assicurare le sue gambe con la corda attorno alla base della poltrona e fare lo stesso con il suo torso.

La sento iniziare a singhiozzare, quindi accendo la luce con un ampio sorriso in volto. Strilla parole fra le lacrime, ha finalmente raggiunto il suo punto di rottura. Accorro a prendere la mia macchina fotografica, avido dal desiderare che quelle fecce che hanno preso Micheal vedano il loro cucciolo in questo stato.

La ragazza urla ed implora che qualcuno l'aiuti, non realizza nemmeno che le sto scattando una foto. Rido mentre agito la Polaroid, ed una volta nel mio ufficio estraggo il libro degli indirizzi per decidere a che Agente portare la foto.

I miei occhi si fermano un istante sull'indirizzo di Spencer Reid, ma nonostante sia tentato dal depositare la foto a casa sua, ho piani più grandi per lui. Decido che Jennifer Jareau sarà la mia destinazione, quindi con la penna spunto il suo nome come ho fatto per Emily Prentiss e Derek Morgan. Sorrido quando realizzo che didascalia dovrei appuntare sotto la foto.

'il tempo è quasi terminato...FATE PRESTO!!!!'

Ridacchio quando mi sovviene un'altra idea per complicare ulteriormente le cose agli Agenti. Ritorno quindi in salotto con la fotografia in mano, e mi avvicino alla poltrona dove la ragazza sta ancora urlando e piangendo. Le do un pugno alla mascella facendole emettere un grugnito di dolore e facendo comparire il sangue sulle sue labbra pallide. Quando tossisce avvicino la foto al suo viso, in modo che un po' di sangue si depositi sulla stessa.

Qualche colpo di tosse più tardi sono soddisfatto del mio capolavoro, che reggo con cura fra due dita prima di posarlo sul tavolino in salotto. Poi raccolgo le mie cose ed esco dalla casetta chiudendo la porta dietro di me prima di cominciare la camminata di quasi cinque kilometri che mi separa dal mio pick up. Fischietto un motivetto mentre mi avvicino sempre di più alla residenza di Jareau.

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora