q u a t t r o

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CAPITOLO 4: IL MONDO REALE

Punto di vista di Rosemary Cooper

[30 Settembre 2009]

"D'accordo Rose" dice Prentiss reggendomi per il gomito. "Quando sei pronta".

Annuisco e la seguo fuori dalla porta della stanza d'ospedale a cui mi ero abituata. Guardo docilmente l'Agente Morgan, il quale mi offre un caldo e sincero sorriso. Gli sorrido di rimando e cerco di rilassarmi. So che non mi farà del male, è un buon uomo. Segue l'Agente Prentiss con fare vigile, quest'ultima mi supporta mentre ci avviciniamo alla reception.

"Rosemary Cooper viene dimessa" l'Agente Morgan informa la segretaria, la quale mi sorride gentilmente e mi porge una cartelletta.

"Grazie, Signora" sorrido quando mi tende una penna.

Do un'occhiata veloce al documento prima di firmarne il fondo con il nome a cui sto ancora cercando di abituarmi. Sono grata del fatto che sappia leggere e scrivere. Se c'è una cosa buona che il Sig. Andersen ha fatto per me è stata quella di insegnarmi i suoi libri dell'Università che aveva messo da parte. Sono sicura di non essere istruita quanto lo sarei stata se fossi andata a scuola, ma considerata la situazione mi reputo sufficientemente informata.

Dopo aver firmato altri moduli restituisco la penna alla donna alla reception, insieme alla cartelletta. Poi proseguo insieme ai due Agenti, sistemandomi i vestiti presi in prestito che indosso. Non chiedo l'origine degli indumenti, mi importa solamente di avere qualcos'altro da indossare oltre il camice d'ospedale. Raggiugiamo finalmente l'ingresso ed approcciamo le porte.

Osservo stupefatta quando queste ultime si aprono senza che nessuno le tocchi. Sussulto appena ad occhi sgranati. I due Agenti si fermano immediatamente quando realizzano che mi sono immobilizzata.

"Cos'è successo?" domando con fare perplesso.

"Intendi le porte?" mi chiede Prentiss, ed io annuisco. "Sono automatiche"

"Automatiche..." peso la parola sulla mia lingua mentre le porte si richiudono. "Quindi si aprono e si chiudono alla necessità?"

"Esatto" ridacchia l'Agente Morgan dandomi una pacca sulla spalla. "Richiederà un po' di tempo, ma ti abituerai a tutto"

Annuisco e sento che mi si scaldano le guance causa la mia mancanza di informazioni relative al mondo moderno. Riprendiamo a camminare ed osservo le porte aprirsi nuovamente, questa volta notando il sensore sopra queste ultime, elemento che mi fa comprendere il loro funzionamento. Una volta fuori dalla struttura, veniamo accolti dall'atmosfera autunnale, ed il vento soffia abbastanza forte da scompigliarmi appena i capelli. Inalo profondamente apprezzando la mia prima boccata d'aria fresca da molto tempo.

Mentre approcciamo il grande veicolo nero, memorizzo la sensazione del sole sulle mie spalle e della brezza fra i miei capelli. L'Agente Morgan mi apre la portiera posteriore, e lo ringrazio prima di salire in auto. Chiude poi la portiera e lo guardo sedere al posto del conducente, mentre Prantiss prende posto a quello del passeggero. Li osservo posizionare delle cinghie lungo il petto prima di assicurarle ad una chiusura all'altezza del fianco opposto.

Cinture di sicurezza.


Le riconosco da un film che il Sig. Andersen mi fece guardare insieme a lui.

Guardo dietro la mia spalla individuando lo stesso oggetto. Lo afferro e ripeto il movimento degli Agenti, ed una volta compiuto, sorrido al mio piccolo successo di aver assicurato una cintura di sicurezza per la prima volta nella mia vita. Ammiro gli eleganti e brillanti interni del veicolo, accarezzando il morbido materiale di cui è composto il sedile.

Non avevo mai visto qualcosa di così bello di persona. È quasi come mi immaginavo essere gli interni di una macchina raffinata, nero con dettagli cromati. Mi rilasso sul sedile ed appoggio il capo al poggiatesta, guardando fuori dal finestrino mentre iniziamo a spostarci. 

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora