s e d i c i

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CAPITOLO 16: LA PISTOLA

Punto di vista di Rosemary

[8 Ottobre 2009]

"Stai bene?" mi domanda Spencer a voce bassa dimenandosi appena fra le corde.

"Ho avuto giorni migliori, ma ho anche avuto giorni peggiori" rispondo mentre cerco di allentare i miei vincoli ed al contempo guardando con attenzione la ferita sul lato della sua testa. "Fa molto male?"

"Ho sofferto dolori più acuti" risponde lui accennando un sorriso e guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa per aiutarci ad andarcene da qui.

Esalo alzando lo sguardo e riportandolo su di lui. È veramente uno spettacolo triste, ha le spalle ricurve ed il sangue gli si è asciugato sulla guancia.

"Spencer?" attiro la sua attenzione.

"Hmm?" i suoi occhi marroni dorati sono su di me.

"Mi dispiace veramente tanto" mi si spezza la voce, e chiudo gli occhi per evitare di iniziare a piangere. "Mi dispiace veramente che tu sia stato coinvolto in questa cosa" tiro su con il naso.

"Ehi, ehi" fa per tranquillizzarmi. "Va tutto bene, Rosemary. Niente di tutto questo è colpa tua, d'accordo?"

Scuoto il capo tenendo lo sguardo basso. "Non dovresti essere qui. Questo posto è terribile".

"Nemmeno tu dovresti essere qui" insiste Spencer. "Dico davvero. Non è colpa tua. Le persone cattive fanno brutte cose".

Annuisco, e nel medesimo momento mi sovviene che Sanchez non ha mai raccolto la pistola caduta a terra.

"Aspetta" sussurro muovendomi sulla sedia. "La pistola, dov'è?"

"Eccola là!" sibila dopo essersi guardato intorno brevemente. "Vicino al bancone della cucina".

Con i piedi giro la sedia, le cui gambe producono un rumore quando fanno attrito con il pavimento.

"Non credo di essere in grado di raccoglierla" dico. "Non senza cadere a terra".

"Ehi, aspetta un secondo" ribatte Spencer sottovoce in modo che Ramon non ci senta. "La gamba della sedia alla quale è legato il tuo piede destro sembra irregolare. Prova a far scorrere in alto e in basso il piede, ma assicurati di spingerlo in avanti in modo da applicare più forza contro la corda".

Quando sposto in alto il piede sento che la corda rimane incastrata in una scaffa della gamba della sedia. Ripeto il movimento per diversi minuti, ma ritenendo di non aver conseguito nessun progresso, mi interrompo.

"Sta succedendo qualcosa?" domando guardando Spencer.

"Sembra che stia iniziando a sfilacciarsi. "Prova ad allontanare la gamba dalla sedia".

Compio quindi un movimento repentino in avanti, sussultando sorpresa quando vedo la mia gamba finalmente libera. La corda cade a terra producendo un leggero tonfo.

"Okay" sussurro a me stessa mentre porto la gamba libera sopra al ginocchio sinistro.

Mi mordo il labbro mentre tento di liberarmi il polso sinistro facendo fare attrito fra la suola della scarpa e la corda. Tiro indietro la mano, ma le corde sembrano farsi più strette.

≫≫≫≫≫

Punto di vista del Dott. Spencer Reid

Rosemary emette un grugnito frustrato, ma continua a tentare. Non sembra avere successo, ed improvvisamente odo la porta aprirsi.

"Rose!" sussurro con forza, il mio tono di voce cattura subito la sua attenzione.

Annuisco con sollecitudine verso il corridoio, e capisco che anche lei sente i passi di Sanchez avvicinarsi. Riporta il piede a terra cercando di sistemare la corda in posizione originale per dare l'apparenza di essere ancora legata.

"Quasi mi dimenticavo" ridacchia abbassandosi per raccogliere la pistola. A tale altezza si accorge che la corda attorno al piede della ragazza è stata slegata. "Che cos'è?"

"La prego, non—" comincia Rosemary, ma prima di avere modo di terminare la frase, Sanchez le da un pugno forte in viso che le fa portare indietro il busto.

La forza con la quale viene spinta indietro fa cadere a terra la sedia, e la ragazza perde i sensi ancora prima che l'oggetto tocchi terra. Sanchez si posiziona sopra di lei e si prepara a colpirla nuovamente.

"Aspetta!" esclamo, e mi schiarisco la gola quando la sua attenzione è su di me. "Non è colpa sua, è stata una mia idea! Non farle del male, per favore! Potrebbe morire..."

Lascio la frase in sospeso, terrorizzato dalla possibilità che Rosemary possa morire mentre io assisto inerte. Il mio cuore muta in un blocco di ghiaccio al mero pensiero, ma diventa presto un agglomerato di panico quando Sanchez si allontana dal corpo distrutto di Rosemary per dirigersi verso di me. So che non dovrei mostrargli paura, ma sono terrorizzato.

"Tu" mi accusa portando il dito sul mio petto con vigore. "Non mi hai dato altro che problemi da quando ti ho portato qui. La mia ragazza stava cominciando a comportarsi bene per me, ma la tua presenza ha acceso in lei un desiderio di ribellione!"

"Lei non è tua" ribatto, consapevole che non dovrei irritarlo.

Dopo tale risposta tutto ciò che ricordo è l'aver provato dolore, e poi il nulla.  

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora