q u a t t o r d i c i

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CAPITOLO 14: LA CATTURA

Punto di vista di Ramon Sanchez

[7 Ottobre, 2009]

Erano trascorsi due giorni da quando avevo fatto visita a casa Jareau.

La mia ragazza non aveva quasi emesso un suono da quel momento, ed era chiaro che si sentisse sempre più sola. La faccio alzare in piedi solo per andare in bagno e per mangiare, ma non oppone nemmeno più resistenza. La sua apatia mi annoia, quindi decido di procedere con la fase successiva del piano.

"Vado e torno" la informo, e non si volta nemmeno per guardarmi, si limita a fissare il muro.

Chiudo a chiave la porta dietro di me e mi dirigo verso il mio pick up. La mia destinazione è l'appartamento del Dott. Reid, e mentre guido guardo l'orologio del cruscotto.

4.53 a.m.

È un po' più tardi di quando solitamente esco per le mie missioni, ma si tratta di un'eccezione. Parcheggio di fronte all'edificio e controllo la rubrica per accertarmi del numero di appartamento di Reid. Mi impossesso del mio kit da scassinamento insieme al cloroformio ed al panno che ho utilizzato la prima volta. Quando raggiungo la porta di Spencer accedo facilmente all'appartamento senza fare un rumore.

Vedo una luce da dove presumo si trovi la cucina, e mi sposto quindi in silenzio verso la fonte. Il tavolo da pranzo è ricoperto da documenti, i fogli sono sparsi ovunque sul piano. Spencer Reid è addormentato su una delle sedie di legno, e con il busto è riverso sul tavolo.

Indossa ancora i vestiti da lavoro, ma la fondina contenente la pistola si trovano sul bancone della cucina. Sposto quindi l'oggetto nella credenza dove so che non lo cercherebbe se dovesse opporre resistenza.

Preparo in silenzio il panno ed il cloroformio prima di attraversare la stanza e posizionarmi dietro di lui. Il suo viso e voltato di lato, quindi lo fermo dalla nuca e faccio aderire il canovaccio al suo naso. Lo vedo svegliarsi improvvisamente ed urlare dalla sorpresa. Quando fa per opporsi alla mia presa, io lo assicuro al tavolo. Con le mani tira la mia maglia nel tentativo di liberarsi.

Dopo una lunga resistenza è costretto a prendere fiato e quindi ad inalare la sostanza chimica che gli fa perdere i sensi.

≫≫≫

Punto di vista del Dott. Reid

Mi sveglio al suono di lattine che rotolano e quando percepisco un veicolo sobbalzare su una protuberanza. Deglutisco e provo a muovere gli arti. Scopro che ho le mani legate dietro la schiena e che mi trovo nel cassone ricoperto di un pick up. Mi guardo intorno per capire se ci sia qualcosa che possa usare per tagliare le corde che mi vincolano, ma sono circondato solamente da lattine vuote.

Qualche minuto più tardi il mezzo effettua una curva brusca prima di fermarsi. Trattengo il respiro mentre il guidatore esce dal veicolo, odo appena il suono dei suoi passi sulla ghiaia, poiché lo stesso è sovrastato dal rumore del mio sangue che pulsa nelle tempie. Il cassone viene scoperto, e vedo Ramon Sanchez che mi punta una pistola.

"Sei sveglio" commenta, ed io deglutisco sonoramente.

Sussulto dalla paura quando mi afferra per la caviglia e mi trascina velocemente giù dal cassone facendomi atterrare con forza a terra – l'aria abbandona i mie polmoni per un attimo.

"Signore, La pre—" dico quando riprendo fiato, ma Sanchez mi afferra per un braccio e mi fa mettere in piedi prima di spingermi in avanti.

"Cammina" mi ordina. Esito, ma ottengo un'altra spinta vigorosa fra le scapole.

Comincio a marciare nella foresta quando lo sento caricare la pistola, la quale mi viene portata poi sulla nuca. Durante il lungo percorso cado diverse volte, e non sono in grado di rialzarmi autonomamente poiché ho le mani legate lungo la schiena, quindi quando usciamo dalla zona boschiva sono in qualche modo sollevato.

Raggiunto il capo libero, individuo i contorni di una struttura, e quando ci avviciniamo identifico un capanno da caccia in pessime condizioni, forse inutilizzato da anni.

Sanchez non allontana la pistola da me mentre apre la porta e mi trascina all'interno. Mi tiene per la nuca facendomi piegare appena in avanti mentre mi guida nell'immobile, è chiaro che voglia stabilire una posizione dominante poiché sono più alto di lui. Quando vengo spinto su una sedia di legno sono finalmente in grado di alzare lo sguardo, ed è in quel momento che la vedo.

"Rosemary" sussurro quando il mio sguardo si posa sulla ragazza malmenata.

Sento che Sanchez mi sta assicurando il busto allo schienale della sedia in sala da pranzo, ma i miei occhi si rifiutano di allontanarsi da lei. È legata ad una poltrona in salotto, e ritengo che abbia perso i sensi, ma è ferma ed in silenzio come se fosse morta.

Quando Sanchez si accorge che non gli sto prestando attenzione, afferra la pistola e mi colpisce improvvisamente la nuca con l'arma. Emetto un gemito di dolore e la mia vista si fa gradualmente appannata.

L'ultima cosa che odo prima di cadere nell'oscurità è la fredda risata del mio carceriere.

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora