d i c i a s s e t t e

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CAPITOLO 17: PULENDO

Punto di vista del Dott. Reid

[9 Ottobre 2009]

Un grugnito lascia le mie labbra screpolate e secche. Sento Sanchez dirigersi verso di me, e quando riesco a riprendere il controllo dei miei sensi odo il suono di una fotocamera che scatta.

Alzo con difficoltà lo sguardo su di lui, sbatto le palpebre e cerco di concentrarmi. Sanchez regge una macchina fotografica tipo Polaroid, senza dubbio la medesima che ha utilizzato per scattare le foto a Rosemary. Quando il nome della ragazza mi sfiora la mente sposto l'attenzione dove si trovava quando era caduta ed aveva perso i sensi.

La ragazza si trova nella stessa posizione di prima, è completamente immobile e non riesco a capire se il suo petto si stia alzando ed abbassando con regolarità.

"Rosemary?" la chiamo con fare agitato. "Rose? Mio Dio! Sta respirando?!"

"Difficile da dire" risponde Sanchez facendo spallucce, gesto che mi fa reagire opponendomi alle corde che mi vincolano. "È un po' che non pigola..."

"Per favore, lascia che l'aiuti!" lo imploro mentre lo vedo avvicinarsi a lei. "So che non vuoi che muoia! Per favore slegami!"

"Calmati, sta bene" risponde portando le dita sul collo della ragazza in cerca del suo battito cardiaco. Poi afferra una bottiglia d'acqua dal bancone della cucina, "Sveglia Principessa!" esclama versando il contenuto della bottiglia in viso a Rosemary.

La ragazza sussulta scioccata quando riprende i sensi. Prende a tossire violentemente voltando il capo di lato per non strozzarsi con l'acqua. Quando è finalmente in grado di riprendere a respirare normalmente, Sanchez la slega, sapendo che è troppo debole per opporre resistenza.

La lascia stare per un momento prima di raggiungermi per assicurarsi che le mie corde siano ancora abbastanza strette. Torna da Rosemary e la porta sulla propria spalla, facendola tossire nuovamente. Una macchia del sangue di lei si deposita sulla maglia bianca di Sanchez, la ragazza emette un debole grugnito che dovrebbe significare "aspetta".

La porta in una delle stanze, impossessandosi della borsa che ha lasciato sul divano. Sanchez chiude la porta dietro di sé, ed io provo a riflettere, ma la mia mente è ancora annebbiata e mi fa male la testa. Sento dell'acqua che scorre, e circa venti minuti dopo i due ritornano da me. I capelli ed il viso della ragazza sono stati ripuliti.

Sanchez rimette in piedi la sedia, sulla quale riposiziona la ragazza, la quale siede senza protestare – chiaramente senza forze. Sanchez ha fatto cambiare abbigliamento a Rosemary, ora indossa un paio di jeans neri aderenti, una t-shirt rossa scuro ed un paio di stivali marroni. Tutti i capi d'abbigliamento sono della sua taglia, deve averli presi da qualche parte, ma dove? Si è recato in un negozio abbastanza lontano in modo da non essere riconosciuto data la foto segnaletica diffusa per televisione? Avrà sicuramente pagato in contanti.

"P—perché?" riesce a dire, lo sforzo che deve sostenere per emettere quel suono mi preoccupa profondamente.

"Ecco, mangia" dice lui porgendole ciò che sembra un sandwich. "Ho bisogno del tuo aiuto con lui".

"Ma pe—" comincia lei, ma Sanchez estrae la pistola, toglie la sicura e la punta alla tempia di Rosemary.

"Ho detto mangia!" esclama l'uomo, facendola sussultare dallo spavento. "Se avessi voluto che mi facessi delle domande, ti avrei detto di farmi delle domande!" aggiunge poi.

Rosemary divora in fretta il sandwich, e sento il mio corpo bramare cibo e acqua. Prendo un respiro profondo, cercando di accantonare per il momento la mia forte necessità.

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora