v e n t i

1.1K 63 3
                                    

CAPITOLO 20: È UN PO' COME INNAMORARSI

Punto di vista del Dott. Spencer Reid

[11 ottobre 2009]

Quando mi sveglio, Rosemary è ancora coricata accanto a me. Dalla prima volta in cui è stata catturata è la prima volta in cui la vedo rilassata. Ci troviamo ancora nella parte posteriore del pick-up, e mi metto a sedere facendo attenzione a non svegliarle la ragazza.

Quando sbircio al di fuori del finestrino di plastica vedo degli alti alberi. Il sole sta cominciando a tramontare. Poiché siamo partiti circa alle tre di notte, ed ora sembrano essere le cinque del pomeriggio, siamo in strada da approssimativamente tredici ore.

Rimango allerta in cerca di segnali che mi possano aiutare a capire dove ci troviamo, ma credo di saperlo già. I miei sospetti vengono confermati quando passiamo accanto ad un cartello che attira la mia attenzione.

Parco Nazionale del Lago Wallowa: 10 miglia

Ci ha portati in Oregon.

Ci sta portando alla residenza passata di Michael Andersen.

Deglutisco sonoramente e chiudo gli occhi, nel tentativo di restare positivo.

Il team lo scoprirà prima che sia troppo tardi.

Quando mi metto a sedere più comodamente, sveglio accidentalmente Rose.

"Siamo ancora in viaggio?" domanda con fare confuso portandosi le sue piccole mano ferite agli occhi e sfregandoseli.

"Sì" rispondo, il cuore mi perde un battito alla dolcezza delle sue azioni. "Siamo in Oregon. Abbiamo fatto ritorno a Wallowa. Vivevi qui".

Rosemary si mette a sedere e si guarda intorno, poi si volta e sbircia nella direzione di Sanchez prima di rimettersi coricata.

"Quando finirà tutto questo?" domanda portando lo sguardo su di me.

"Presto" rispondo guardandola.

Il tramonto filtra dal finestrino, e la luce danza sul suo viso. Nonostante i tagli ed i lividi, non posso non notare la sua bellezza innata. La luce splendente del sole fa sembrare i suoi capelli rossi ancora più ardenti, facendo anche apparire i suoi occhi più chiari. Il suo piccolo naso leggermente all'insù è cosparso da lentiggini le quali si espandono anche sulle sue guance, e le sue labbra imbronciate sono ancora rosee. Sbatte le palpebre prima di voltarsi verso di me, nei suoi occhi troneggiano un'infinità di emozioni.

"Aspetta" dice allungando la mano, quindi avvicino il capo per permetterle di fare ciò che ha intenzione di fare.

Porta delicatamente la mano nei miei capelli, estraendovi una foglia secca e ridacchiando appena. Anche io sono divertito dalla situazione, quindi ridacchio chiudendo gli occhi e cercando di godermi il momento.

"Come fai?" domando tenendo gli occhi chiusi e con un sorriso accennato in volto.

"Come faccio cosa?" domanda lei, e la sento mettersi a sedere.

"Allontanare così facilmente una situazione come questa" rispondo aprendo gli occhi. "È come se riuscissi ad evadere. Fai sparire tutto il resto".

Rosemary sorride inclinando la testa all'indietro per farsi riscaldare il volto dal sole. Prende un respiro profondo prima di riportare lo sguardo su di me.

"Perché mi piace vederti sorridere" m'informa. "Mi piace il suono della tua risata. Mi piace il modo in cui i tuoi occhi s'illuminano dimenticandosi di ciò che hanno visto in passato. Ogni volta è come un nuovo inizio".

Mi limito a fissarla mentre parla, il mio cuore accelera nella cassa toracica.

Oddio, sto avendo un infarto?

"Sai così tante cose" sussurro, la mia voce tradisce la mia emozione. "Osservi, ascolti e impari".

Rose mi guarda da più vicina, e mi lecco nervosamente le labbra deglutendo e sbattendo gli occhi. La vedo accigliarsi con fare confuso, ma non sembra arrabbiata o frustrata, solo confusa e curiosa.

"Non capisco che cosa stiano cercando di comunicarmi i tuoi occhi" pondera a bassa voce. "Non ho mai visto una cosa simile prima".

"In che senso?" domando, sentendomi attirato istintivamente vicino a lei.

"Li guardo e...mi sento a casa" ammette arrossendo appena.

Prima che possa ripensarci e quindi impedirmelo, mi avvicino e porto le mani sulle sue guance. Poso le labbra sulle sue con delicatezza, la luce del sole danza sui nostri visi. La sento avvicinare il volto al mio nonostante sia consapevole che si tratti di un'esperienza che non ha mai avuto prima.

Dopo ciò che sembra un'eternità e la percezione che non sia trascorso nemmeno un secondo allo stesso tempo, allontano appena il viso, tenendola ancora fra le mie braccia.

"Mi dispiace" sussurro. "Questo deve averti confusa—"

"No, ho capito che cos'è" dice, e sembra rifletterci su per un istante. "L'ho già visto prima. Mi ricordo che i miei genitori lo facevano una volta" aggiunge chiudendo gli occhi con un sorriso in volto. "Mi ricordo di aver fatto i capricci dicendo loro che era una cosa disgustosa" ricorda facendomi ridere. "Ora capisco che non è affatto così".

Mi coglie alla sprovvista quando avvicina nuovamente il volto e porta le labbra sulle mie. Sento il cuore impazzire ed il mio cervello si dimentica di tutto tranne della sensazione di lei fra le mie braccia.

Da questo momento, lo so.

Non la lascerò mai andare. 

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora