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CAPITOLO 5: IDENTIFICARE IL SOGGETTO IGNOTO

Punto di vista del Dott. Reid

[30 Settembre 2009]

Mi trovo nella lobby dell'edificio di Unità di Analisi Comportamentale, giocherello con la cinghia della cartella mentre mi avvicino agli ascensori. Premo il pulsante 'su' ed indietreggio di un passo quando lo stesso si accende.

"Reid!" sento Derek chiamare il mio nome, e mi volto vedendolo raggiungermi insieme a Prentiss e Rosemary.

Osservo Rosemary guardarsi attorno ed assimilare ciò che la circonda, sono sicuro che non abbia mai visto nulla di simile prima.

Offro al trio un sorriso a labbra serrate ed un saluto con la mano mentre l'ascensore raggiunge il nostro piano e le porte si aprono. Entro seguito da Emily e Derek. Rosemary vi accede cautamente a sua volta, è completamente perplessa.

"È un ascensore" spiega Prentiss, distraendo la giovane donna mentre le porte si chiudono. "In pratica ti porta su diversi piani in modo che non vengano usate le scale"

"Le persone sono veramente così pigre?" domanda innocuamente facendo ridacchiare Derek, un piccolo sorriso si fa spazio sulle mie labbra. "Oh no, non intendevo essere maleducata, solo non-"

"Tranquilla, Rose" dice Prentiss ridendo dolcemente. "In realtà hai ragione al riguardo"

Rosemary si guarda attorno, e capisco che non ne è molto entusiasta. Scelgo di non esporre le statistiche relative agli ascensori ed i relativi infortuni. Raggiungiamo il nostro piano e scendiamo, incontrando Hotch.

"Come hai intenzione di agire, Hotch?" domanda Morgan. "Decidi tu".

"Possiamo trovarci nella sala conferenze" risponde Hotch prima di guardare Rosemary. "Ti porremo alcune domande, va bene?"

"Certo" annuisce.

Hotch ci guida verso la sala conferenze, e troviamo JJ e Garcia, la quale porta con se il computer. Entriamo in stanza chiudendo la porta dietro di noi.

Lo sguardo di Rosemary si sposta nella stanza prima di fermarsi su una lavagna su cui sono disposte le foto dei bambini vittima di Andersen. La ragazza distoglie velocemente lo sguardo non volendo guardare le tristi immagini alle quali mi sono abituato. Decido di approcciare la lavagna e di rivoltarla dal lato bianco in modo che lei non debba assistere a tale spettacolo.

Prendiamo tutti posto al tavolo, alcuni di noi estraggono le cartelle per prendere appunti, mentre io mi affido alla mia mente per svolgere tale compito. Concedo al mio sguardo di posarsi sul viso di Rosemary, assimilando i suoi tratti per la prima volta senza trovarsi sotto la fredda luce dell'ospedale. Sul suo naso sono sparse diverse lentiggini, ed i suo zigomi risaltano sotto la sua bella pelle.

È innegabilmente una donna attraente, ed in base alla mia esperienza, le donne attraenti (in realtà, le donne in generale) non sono attratte da me. Solitamente preferiscono Derek.

Mi ricompongo e mi focalizzo sul compito da svolgere: scoprire l'identità del secondo S.I. prima che scompaia dal radar.

"Andersen si è mai riferito al secondo uomo chiamandolo per nome?" le domanda Hotch. "Se non un nome vero, almeno un qualche tipo di codice?"

"Mi ricordo di averli sentiti parlare in altre parti della casa, ma non proferivano mai parola quando si trovavano nella mia stanza" spiega. "Ma ritengo fossero amici".

"Pensi avrebbero potuto lavorare insieme? Andersen lavorava in una fabbrica locale" suggerisce Prentiss inclinando il capo verso sinistra in modo che la sua frangia si sposti in tale direzione.

"Onestamente non lo posso dire con certezza" Rosemary scuote il capo. "Ma è possibile".

"Garcia, prepara i documenti dei lavoratori della fabbrica fra i 40 ed i 60 anni" impone Hotch, e Garcia preme velocemente dei tasti sul computer. "Restringi il campo a coloro i quali non sono sposati" aggiunge prima di voltarsi verso Rosemary. "Saresti in grado di identificarlo dalla foto?"

"Senza dubbio" risponde Rosemary mentre Garcia continua la sua ricerca nel database dalla fabbrica.

"Scusami per la franchezza, ma sembri molto istruita nonostante il fatto che tu sia stata rapita quando eri alle elementari" commento velocemente. "Come hai fatto ad imparare così tante cose...in cattività?"

"Il Signor Andersen mi ha insegnato dai suoi libri dell'Università da quando ero bambina" risponde Rosemary, facendomi inarcare le sopracciglia. "Ha detto che voleva che fossi intelligente...personalmente ritengo fosse il suo modo per compensare con tutto ciò che mi aveva sottratto"

"Uno dei due uomini ti ha fatto del male?" le domanda Prentiss.

"Il Signor Andersen non mi ha mai torto un capello. Penso mi abbia sempre vista come una figlia" dice Rosemary. Ha senso, considerato il fatto che Andersen l'ha tenuta con sé da quando era una bambina. "Il suo amico però mi ha fatto molto male...era sempre così arrabbiato"

"Ti ha mai aggredita sessualmente?" domanda JJ con cautela.

"No, mai" Rosemary scuote il capo, e capiamo che sta dicendo la verità. "Una volta ci ha provato, ma il Signor Andersen l'ha picchiato. Pensavo l'avrebbe ucciso"

Prima che qualcuno possa porle altre domande, Penelope esordisce.

"Ho ristretto il campo a quindici uomini, Signore" dice porgendo il computer a Hotch.

Hotch lo afferra e lo posiziona di fronte a Rosemary.

"Riconosci qualcuno di questi uomini?" domanda, e gli occhi della ragazza analizzano con cura le foto.

Il suo volto si fa ancora più pallido.

"Lui" sussurra. "È lui".

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora