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CAPITOLO TRE: LA FOTOGRAFIA

Punto di vista del Dott. Reid

[27 Settembre 2009]

"D'accordo, ecco cos'ho fino ad ora" esordisce Penelope muovendosi
sulla sua poltrona al tavolo delle conferenze. "Lasciate che
contestualizzi. È il 1990 e siamo in Wallowa, Oregon. Andersen è stato
proprietario di una casa in quella città dal 1985 al 1992, prima di
trasferirsi nella buona vecchia Virginia"

"Spero che questa teoria sia supportata da prove importanti, Garcia" dice Hotch.

"Si, Signore" annuisce empaticamente Penelope. "Nel 1990 la famiglia
Cooper, composta da tre membri, è sparita. Si trattava di due genitori
e della loro figlia di sette anni. Il caso è rimasto irrisolto ed è
stato dimenticato per diciannove anni. Fino ad ora"

"Intendi dire che Andersen l'ha tenuta prigioniera per quasi vent'anni
della sua vita?" domanda Morgan scuotendo il capo con fare disgustato.

"È esattamente ciò che sto dicendo, tesoro. Ed è molto probabile che
abbia ucciso i suoi genitori immediatamente. I loro corpi non sono mai
stati ritrovati" ci informa Penelope.

"Come fai ad essere sicura al cento per cento che si tratti di lei?"
domanda Prentiss. "Non vogliamo informarla dell'identità sbagliata. La
confonderebbe ulteriormente"

"Beh, poiché non l'ho mai vista lascio a voi il compito di trarre le
conclusioni" ribatte Penelope estraendo una foto di famiglia.

Il padre ha i capelli ricci e scuri, gli occhi scuri ed indossa gli
occhiali. La madre ha i capelli rossi e gli occhi chiari. La figlia,
nonostante non abbia più di tre anni in questa foto, è senza dubbio la
donna trovata alla casa di Andersen. Anche all'età della foto è una
bellissima creatura delicata con occhi chiari e capelli rossi

"È lei" diciamo io, Hotch, Morgan e Prentiss all'unisono.

"Rosemary Cooper. Nata il 10 Dicembre 1982 da Mark ed Evolynne Cooper"
commenta Garcia in tono orgoglioso.

"Quindi ha 26 anni. Ne compirà 27 fra due mesi e tredici giorni" dico
dopo aver fatto velocemente i calcoli a mente.

"Reid?" Morgan ottiene la mia attenzione. "Puoi almeno comportarti normalmente?"

≫≫≫≫≫

Punto di vista di Rosemary Cooper

"Rosemary Cooper?" dico il nome che l'agente afferma appartenere a me.

"Esatto" conferma Prentiss. "Sei nata il 10 Dicembre del 1982 a
Portland, Oregon. Sei cresciuta a Wallowa, Oregon con i tuoi genitori
che si chiamavano Mark ed Evolynne"

"Mark ed Evolynne?" i nomi lasciano le mie labbra. "I miei
genitori...cos'è successo a loro?"

"Ci dispiace, ma semplicemente non si sono mai più fatti vivi. È molto
probabile che non siano più tra noi" dice, ed il Dott. Reid e Morgan
annuiscono empaticamente.

"Oh" sospiro.

"Ci spiace molto per la tua perdita, Signorina Cooper" dice l'Agente
Morgan onestamente.

"Tranquillo" rispondo con un sorriso accennato giocherellando con il
tuo collegato al mio braccio. "Non li ho realmente persi poiché non me
ne ricordo. È come se mi aveste comunicato la notizia della morte di
due sconosciuti"

"Abbiamo una fotografia di voi tre, se vuoi vederla" propone il Dott.
Reid. "Non devi farlo per forza, ma magari ti aiuterebbe a ricordare"

Annuisco raddrizzando la schiena ed accettando la fotografia che mi
viene porta. L'immagine ritrae due adulti con una bambina. Mi
riconosco immediatamente, quindi lascio perdere il mio viso e cerco di
immagazzinare ogni dettaglio dei miei genitori. Entrambi sono
bellissimi, la loro pelle è splendida e mettono in mostra i loro
sorrisi perlati. Sembrano felici. Sembriamo felici insieme.

"Posso tenerla?" domando guardando Prentiss.

"Certo" sorride lei dolcemente, ed allineo il foglio prima di piegarlo
in due e posarlo sul comodino.

"Grazie mille" sorrido loro prima di abbassare lo sguardo sulle mie
cosce sotto le coperte bianche.

"Volevamo dirtelo il prima possibile. Meritavi di saperlo appena ne
siamo venuti a conoscenza" dice Prentiss alzandosi in piedi come ad
accingersi ad uscire.

"Prima che ve ne andiate, mi sono tornati in mente alcuni dettagli che
potrebbero essere importanti" esordisco, e l'Agente si rimette a
sedere.

"Di cosa si tratta?" domanda annuendo in direzione del Dott. Reid
affinché prenda appunti.

"Mi ricordo che a volte si trovava un altro uomo in casa" dico, e le
mani mi iniziano a tremare.

"Ti ricordi qualcosa del suo aspetto?" domanda l'Agente Morgan.

"Il suo colorito è scuro ed ha occhi e capelli neri. È un uomo
cattivo" gli occhi mi iniziano a lacrimare. "Mi ha fatto del male"

"Rosemary, va tutto bene" mi conforta Prentiss, il mio nome suona sia
familiare che estraneo. "Non può più farti del male. Estorceremo ad
Andersen la sua identità e lo troveremo. Lo prenderemo, okay?"

"Okay" annuisco con fare incerto, e lei si alza nuovamente in piedi.

"Resteremo in contatto, d'accordo?" propone.

"Si, Signora" rispondo. "Grazie mille a tutti"

rosemary |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora