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Il rumore del portone d'ingresso che si chiude attira la mia attenzione, mi giro e osservo la sua schiena che va nell'altra direzione.
«Devo proprio andare» dico più a me stessa che a Claudia, i miei occhi ancora fissi su di lui.
La mia amica mi lancia prima uno sguardo confuso, poi allarmato
«Se le cose vanno male tra di voi ci rimettiamo l'erasmus!»
«Non c'è nulla che possa andare male quando non c'è nulla in gioco. E a te dell'erasmus manco importava fino a ieri!»
Fa una smorfia perché sa che ho ragione, almeno sull'ultimo punto.
«Mi sembra che in gioco ci sia comunque il nostro progetto e anche la tua reputazione»
«Farmi un tizio del marketing non cambierà il fatto che io sia brava» concludo velocemente e la abbandono lì senza sentire la sua risposta.
Scusami tanto.
Cammino svelta per recuperare le spalle larghe che ho visto qualche secondo prima, salgono su una Mercedes classe A dove mi infilo con prepotenza e senza permesso.
«Ehi!» protesta prima di accorgersi che sono io, sgrana gli occhi e mi guarda perplesso.
Metto la cintura senza dire nulla perché so perfettamente di sembrare una pazza.
Forse lo sono.
Lui sorride scuotendo la testa e parte.

Il suo appartamento è sopra alla Rinascente, a due passi dalla discoteca.
Mentre apre il portone mi squadra un po' titubante «non credo che il silenzio mi ecciti».
Sono stata zitta tutto il viaggio senza dargli una spiegazione del mio comportamento.
Ma che devo dire?
Ho visto Alessandro, che mi ha liquidata in tre secondi davanti a lui e credo abbia sentito il rumore di vetri infranti che ha fatto il mio cuore mentre si spezzava.
Voglio solo consolarmi.
Stiamo aspettando l'ascensore mentre cerco nell'archivio del mio cervello qualcosa per smorzare la tensione, ma i miei neuroni non trovano nulla, ci limitiamo ad osservare il suo profilo perfetto.
Sposta i suoi occhi grigi su di me, hanno un taglio allungato che lo fa sembrare un felino.
È sexy.
Credo mi legga nel pensiero perché sorride mordendosi il labbro, come per confermarlo.

Appena entro dentro le porte di metallo, mi travolge.
Il suo petto si attacca alla mia schiena, la sua mano accarezza delicatamente il mio braccio fino a salire sulla mia nuca e afferrarmi i capelli.
«Questa coda di cavallo mi fa impazzire» sussurra al mio orecchio e mi eccito appena sento la punta della sua lingua sul mio lobo.
Mi volto, alzo lo sguardo e trovo subito il suo.
Allungo il collo nella sua direzione e lui avvicina il viso al mio, si bagna le labbra con la punta della lingua ed accorcio ulteriormente le distanze per sfiorarle con le mie.
«Baciarmi» ordino e la sua bocca aggredisce la mia prepotentemente, mentre preme il suo corpo al mio.
I suoi baci mi fanno dimenticare come mi chiamo e soffro quando si stacca perché siamo arrivati al suo piano. Mi tremano le gambe ma cerco di ricompormi e raggiungere la sua porta.

Poco dopo siamo sul pavimento, sono a cavalcioni su di lui e lo spoglio con una necessità mai sentita.
È uno spettacolo: ha i capelli dorati tutti arruffati, con qualche ciuffo che gli cade sugli occhi grigissimi, le labbra carnose e rosse schiuse lasciano intravedere i suoi denti bianchi, il petto definito si muove per il respiro affannato, e gli addominali sono contratti per la posizione.
È un orgasmo per gli occhi.
Tende una mano verso di me e prende il mio viso per tornare a divorarmi.
Sto per sciogliere la coda quando mi afferra i polsi «lasciala» mi ordina mentre morde lo spazio tra la clavicola e il seno.
Con una mano tiene ferme le mie dietro la schiena e i suoi baci diventano più rudi e famelici. I nostri denti si scontrano e le nostre lingue si rincorrono avide, mentre i nostri corpi si strusciano con passione.
Mi morde il labbro prima di separarsi dalla mia bocca, poi si lecca due dita e le porta dal mio basso ventre, accarezzandone la cima prima con delicatezza e poi con dei piccoli colpetti.
Signore, questo è il paradiso?
Lentamente fa scivolare un dito dentro di me e non riesco più a ragionare.
Mi muovo per godere il più possibile e vorrei aggrapparmi alla sua schiena ma la sua mano tiene ancora bloccati i miei polsi e la cosa mi eccita ulteriormente.
Sto impazzendo.
Mi tortura per un tempo interminabile e sento ogni cellula del mio corpo andare a fuoco.
«Ti prego» ansimo «entra»
Si mette veloce il preservativo e non se lo fa ripetere due volte.

ArMIAMOCI || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora