Tento di uccidere mentalmente quelle fottute farfalle che sento nella pancia prima che si riproducano ed io arrivi ad un punto di non ritorno.
«Non te l'ha detto Nicolò?» riprende lui visto che io non parlo.
Nicolò non mi ha detto proprio un cazzo di niente.
Nego con un cenno del capo.
«Gli ho chiesto io se potessi continuare a lavorare con lui e mi ha detto di sì»
«P-perchè glielo hai chiesto?»
«Sono ambizioso e-»
Una domanda mi balena in testa e non riesco a trattenerla.
«Se io avessi accettato di lavorare per la tua attuale azienda sarebbe finita comunque?»
Non so neppure il perchè lo stia chiedendo, non voglio lavorare lì.
Sbatte le palpebre e poi nega.
«No, ci sono talmente tante persone che se tra di noi succedesse qualcosa non cambierebbe nulla»
«Non ho capito» confesso.
«Se io e te ci...» cerca le parole giuste mentre gesticola nervosamente «litigassimo, come è successo in queste settimane, l'ambiente lavorativo non ne risentirebbe perché ci sono altre persone a cui tu potresti rivolgerti visto che rivestono il mio stesso ruolo. Invece in questa start up ne abbiamo tutti uno preciso e siamo gli unici a ricoprirlo, se succedesse un litigio tra noi il lavoro ne risentirebb-»
«Non sei capace a separare il lavoro dall'amore?»
Amore? Ma che sto dicendo? Forse cottarella.
Sento riapparire quel fastidio allo stomaco e cerco di ignorarlo mentre trattengo il respiro aspettando una sua risposta.
Lui scoppia a ridere.
«Amore?» Scuote la testa mentre si alza dal letto, io non so cosa dire. Mi è scappato, però non credo sia così sbagliato visto quello che mi ha detto la notte di halloween.
«Boh, quella sera hai d-»
«Quella sera...» i suoi occhi si puntano per un attimo sul mio viso, poi li chiude, sospira e si volta prima di continuare a parlare «Quella sera non sapevo che stessi dicendo»
Ah.
«Ero mezzo ubriaco e mi sentivo semplicemente solo»
«Ti sentivi semplicemente solo» ripeto cercando di riordinare il mio cervello, non ci voglio credere.
Mi sembra di vedere i miei neuroni prendere la benzina e dare fuoco a tutto ciò che riguarda Davide.
«Mi dispiace averti illusa» sussurra.
«Ti dispiace avermi illusa» ripeto.
Ecco, qualcosa in me esplode.
Forse hanno messo benzina un po' ovunque visto che anche il mio stomaco brucia, magari muoiono definitivamente quelle dannate farfalle.
«Non ti dispiacere» ringhio mentre mi alzo dal letto per rivestirmi «Non mi hai illusa. Sapevo di avere ragione quando ti ho detto che sei un ragazzino»
«Amb-»
«E come tale parli a caso senza pesare le parole e credi di innamorarti di una persona solo perché ti sorride» un mix di rabbia, delusione e tristezza scorre veloce nelle mie vene.
«Ambra...» si avvicina per venire a fermarmi.
«No, Davide!» urlo «Se mi tocchi giuro che è l'ultima cosa che fai nella tua vita»
Perché sto reagendo così?
Perché mi sento così?
Si blocca a qualche passo da me, anche Malpelo è immobile e mi guarda con gli occhi sbarrati.
«Bene!» Cerco di tranquillizzarmi «Comunque non ti preoccupare che non mi hai illusa, io non potrò mai innamorarmi di uno come te» sentenzio mentre mi metto la felpa e raggiungo la porta «Spero potremmo lavorare serenamente da Gennaio. Arrivederci!»
E me ne esco da quel appartamento di merda.L'aria fredda di novembre mi colpisce in pieno viso. Mi sento subito meglio.
Amo il freddo.
È poco più di mezzanotte e gli autobus fanno ancora qualche corsa ma ho voglia di camminare, così mi avvio in direzione di casa mentre ripenso a quello che è successo con Davide.
Perché ci sono rimasta così male?
Può davvero piacermi uno come lui?
Come si fa a dire certe cose solo perché ci si sente soli?
Fa così male.
Mi sembra di star camminando con un peso enorme sul cuore, i miei piedi si trascinano e fatico a respirare.
Quando ha iniziato a piacermi?
Cosa mi piace di lui?
Devo soffocare il prima possibile questi sentimenti o sarà troppo tardi.•••
«Ehi!» Mi viene incontro Andrea e stampa sulle mie labbra un bacio veloce che non riesco ad evitare.
Ho preparato un discorso per spiegargli la situazione e sono pronta ad essere mandata a quel paese, sono poche le persone che accetterebbero di farsi usare per dimenticare qualcuno. E so perfettamente che non dovrei manco chiederlo.
Sono una stronza.
Una volta entrati nel bar ci sediamo subito al primo tavolo vuoto.
«Ordina quello che vuoi, pago io» dico mentre nella mia testa cerco di capire come introdurre il mio discorso.
«Quello che voglio non è sul menù» il suo sguardo lussurioso è fisso su di me.
Mi schiarisco la voce e approfitto di quella frase per iniziare a parlare «A proposito di questo...» inizio, ma vengo subito interrotta dalla cameriera che prende le nostre ordinazioni e si divora con lo sguardo il rosso.
«Dicevi?» Riprende non appena la ragazza si allontana.
«Ecco...» ora non so più come dirlo «come va? Che hai fatto questa settimana?»
Lui alza un sopracciglio un po' confuso, probabilmente ha capito che non è quello che volevo dire ma fa finta di niente ed inizia a raccontarmi del suo lavoro.
Chiacchieriamo per un'oretta, mi invita a cena fuori ma rifiuto, così si offre di accompagnarmi a casa e non accetta un no come risposta.
Io vorrei con tutta me stessa chiarire la situazione ma non so come, non ho mai avuto questi problemi di solito sputo le cose così come le penso.
Probabilmente Davide mi ha traumatizzata.
Oppure non ho il coraggio di chiedere una cosa del genere perché non ne sono convinta neppure io per prima.
Ma come mi è venuto in mente?
Io stessa mi manderei a quel paese.
«Cosa volevi dirmi?» mi prende alla sprovvista riportandomi sulla terra violentemente.
«Io...» inizio ma non so come continuare.
Al diavolo. Non gli chiederò una cosa simile.
Seguirò il consiglio di mio padre e chiarirò la nostra situazione, non è giusto illuderlo così.
«Io non penso che dovremmo continuare questa...cosa» lo guardo e lui non stacca gli occhi dalla strada «anche perché non capisco cosa ti aspetti da me e non vorrei illuderti e farti credere qualcosa che non c'è. Mi dispiace ma ho la testa altrov-»
«Su chi?» mi interrompe con un tono calmo.
«Scusa?»
«Chi hai in testa?»
«Ecco...» boccheggio «é appena finita con un'altra persona, per quest-»
«Se è finita non c'è problema»
Sto in silenzio cercando di capire ma non ci riesco «in che senso?»
«Vorrei che tu mi dessi una possibilità» accosta per fermarsi e guardarmi dritta negli occhi «lo so che ti sembra strano visto che ci conosciamo da poco»
«Non ci conosciamo proprio» puntualizzo e lui sorride.
«Hai ragione, ma io sono troppo intrigato da te. Soprattutto da quella sera dell'incomprensione con Teo»
«Non c'è nessuna incomprensione. Lui mi fa schifo e non voglio si avvicini a Claudia mai più o lo denuncio per molestia» minaccio seriamente.
«Ecco, questo tuo modo di essere, il fatto che non ti tiri indietro e che sei pronta a batterti con le unghie e con i denti mi attira come un magnete e vorrei provare a conoscerti e frequentarti»
Seguono svariati secondi di mutismo prima che io riesca a ribattere.
«Anche se ho in testa un'altra persona?»
«La vuoi dimenticare?»
«Sì» non esito a rispondere.
Voglio dimenticare Davide.
Voglio dimenticare che mi abbia dato della codarda solo perché si sentiva solo.
Voglio dimenticare che sia scoppiato a ridere quando ho parlato di amore.
Voglio dimenticare i suoi baci, i suoi capelli, i suoi occhi grigi.
Voglio dimenticarlo.
Voglio dimenticare tutto.
«Allora concentrarti solo su di me» dice mentre poggia una mano sulla mia gamba e si avvicina al mio viso col suo.
«Ma non vorrei ferirti» sussurro mentre chiudo gli occhi e lascio assaporare le mie labbra dalle sue.
«Non preoccuparti»
Mi bacia con dolcezza e mi convinco che io e lui potremmo davvero creare qualcosa di bello.

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ArMIAMOCI || COMPLETA
Romance*Questa è la mia prima storia. Spero che venga letta anche solo da una persona e che le piaccia. Con l'intento di tenervi compagnia. Un bacio e grazie* Ambra è alla festa della sua università, organizzata in una discoteca. Tra la folla le sembra di...