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«Sei contenta che domani si parte?» chiede Davide appena varco la soglia di casa sua, mi viene incontro, affonda una mano tra i miei capelli e l'altra sul mio fianco per attirarmi verso di lui e lasciarmi un bacio dolce.
I miei polmoni si fermano per quell'istante che sembra eterno e poi sorrido imbarazzata mentre cerco di allontanarmi.
Non so che gli prende.
A volte ha questo comportamento dolce e inaspettato che mi disorienta.
Infatti rimango immobile per qualche secondo mentre cerco di capire che stavo facendo prima di quel bacio.
La porta, dovevo chiudere la porta, ecco.
«Hai già preparato la valigia?» domanda mentre torna a sistemare dei pantaloni eleganti dentro la sua, io mi limito a negare con la testa.
«Ricordati che devi venire alle cene di lavoro e bisogna essere vestiti in una certa maniera» continua e io annuisco.
Dai, cervello, riprenditi completamente. Era solo un cavolo di bacetto, non c'era manco una punta di lingua!
«Ma perché devo esserci anche io?» mi siedo sul letto.
«Perché sei bella da togliere il fiato e intelligente da far invidia a tutti»
Mi sento a disagio.
Da quando fa questo genere di complimenti?
Guardo da un'altra parte per nascondere l'imbarazzo, ma lui prende delicatamente il mio mento tra due dita e sposta il mio viso di nuovo verso di sé.
Le sue pupille sono dilatate e le sue labbra sono piegate in un sorriso meraviglioso.
Tu sei bello da togliere il fiato.
«Mi sono permesso di prenderti una cosa per l'occasione» si allontana per entrare in cucina e subito dopo è di nuovo davanti a me con una scatolina nera.
Oh mio Dio, è un anello?!
Che devo fare?
Se si è fatto l'idea sbagliata di noi?
Mi dispiacerebbe se finisse perché lui non ha saputo tenere a bada il suo cuore.
Poi si siede al mio fianco e mette il cofanetto nelle mie mani.
«Aprilo»
Il mio cuore si ferma.
Non voglio.
Non voglio aprirlo, ho paura che lui si stia illudendo, magari dovrei smetterla di farmi baciare fuori dal sesso.
«Lo apro a casa» farfuglio
«No, lo apri adesso» sorride divertito mentre io tentenno un po' e poi mi arrendo.
«Va bene» borbotto, ma le mie mani tremano.
Avanti, Ambra, apri quella fottuta scatola, coraggio!
Perché mi serve coraggio non l'ho mica capito.
Con un gesto veloce mi decido a scoprirne il contenuto.
«Oh» dico e mi lascio sfuggire un sospiro.
«Non ti piacciono?» si allarma.
«Sì sì» mi affretto a rassicurarlo «sono davvero bellissimi»
Sono dei pendenti stupendi in argento con una perla nera in fondo.
«Quando li ho visti mi sei venuta in mente subito e ho dovuto comprarli per forza»
Sapere che mi pensa nelle piccole cose fa un effetto strano, il mio cuore salta e non è gioia.
È ansia pura.
Non voglio si faccia illusioni.
Calmati Ambra, Davide non è il tipo.
Non vuole nulla da te oltre il sesso.
E si fa la veterinaria.
Si fa la veterinaria!
All'ansia si sostituisce la rabbia e poi il sollievo quando capisco che, se si vede con la rossa, io non sono importante.
«Grazie» sussurro prima di baciarlo.
Ma non castamente come ha fatto lui.
La sua lingua a contatto con la mia fa ballare la cucaracha ai miei ormoni e lo attiro con forza su di me.
Peccato che siamo al bordo del letto e con un tonfo finiamo a terra uno sopra l'altra.
Le sue mani proteggono la mia testa dalla caduta, le sue ginocchia sono ai lati delle mie cosce, è piegato a uovo su di me e mi sembra di avere un'armatura addosso. I suoi capelli scendono sugli occhi spalancati, mentre la sua bocca è schiusa. A vedere la sua faccia spaventata scoppio a ridere, lui invece sbatte le palpebre più volte per riprendersi.
«Potevi farti male» borbotta mentre si solleva dal mio corpo e io continuo a fissarlo sorridendo.
È semplicemente gentile.
Non prova nulla.

Siamo usciti a fare la spesa, il suo frigo chiedeva pietà e io iniziavo ad avere fame nonostante siano solo ora le 18.45.
Sto mettendo dentro il carrello i budini al cioccolato della Perugina mentre lui prende il cibo per Malpelo.
«Non puoi vivere solo di roba al cioccolato» dice indicando la spesa, ci sono i budini, i cereali, cinque tavolette milka, dei pulmcake, i pan di stelle e altre merendine al cacao.
«ma mi piace!» ribatto e lui si sporge per darmi un bacio, poi mi piazza in mano metà della roba «rimettili a posto»
Sbuffo e faccio come mi ha detto, quando torno lui sta parlando con una commessa che gli sorride costantemente e si sposta i capelli civettuola.
Che palle, le poche volte che usciamo c'è sempre qualcuna che ci prova.
Decido di stare più indietro e fisso i detersivi come se potessero suggerirmi cosa fare.
Mi avvicino o rimango qui?
Dimmelo Dixan.
«Ambra» Davide mi chiama quindi lo raggiungo, mi bacia sulle labbra e l'altra sgrana gli occhi e se ne va borbottando un ovviamente era fidanzato.
«Smettila di usarmi come via di fuga» mi lamento. Lo fa sempre.
«Funzioni» fa spallucce mentre ci dirigiamo verso la cassa e io mi volto a fissare la ragazza di prima.
«Non essere gelosa» scherza con un sorriso sornione.
«Ma per favore!» io ho Alessandro.
Ah, cavolo! Alessandro!
Prendo il cellulare e gli rispondo, mi stavo già dimenticando.

ArMIAMOCI || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora