20

103 8 7
                                        

«Davide ti piace?»
«Sì»
La risposta mi sfugge come un sussurro mentre ho gli occhi ancora fissi su di lui.
Era tanto che non lo vedevo, il mio cuore sta battendo all'impazzata e il mio stomaco si contorce.
Quando realizzo quello che ho detto sento le mie guance andare in fiamme.
«CHE COSA?» sbraita Claudia senza rendersi conto di aver urlato e che tutti ora ci stiano fissando, Davide compreso.
Lei è sconvolta, ha gli occhi e la bocca spalancati, non se l'aspettava.
Mi muovo nervosa sulla sedia e poi le faccio cenno di seguirmi in bagno, con un finto sorriso ci dileguiamo velocemente dall'altra parte della sala.
Sento il freddo di quegli occhi metallici addosso, seguono ogni mio movimento.

«Io lo sapevo!» commenta appena entriamo nella toilette delle signore, è esaltata e con qualche ottava in più continua «Non mi aspettavo tu lo ammettessi così facilmente, ma lo sapevo!»
«Claudia...» tento di fermare le sue mani, sta gesticolando troppo.
«Vai a dirglielo!»
«Ssh! Abbassa la voce ti prego!»
«Ambra, devi farlo! Lui ne sarà felice»
«Ma che felice» sbuffo amaramente «Mi ha già detto che non è innamorato di me»
«Ma ad halloween-»
«Si sentiva solo»
«Cosa?»
«Me l'ha detto lui. Quello che ha detto quella sera non lo pensa. Non ci vedevamo da un po' quindi ha creduto che io gli mancassi perché provava qualcosa per me, invece si sentiva solo»
Fa male, dannazione.
Lei mi regala un'espressione triste, come se stesse capendo il mio dolore.
Sei un'amica fantastica.
«Ambra» riprende «Io non credo sia vero, insomma l'ha detto a tutte noi!»
«Era ubriaco e confuso, l'ha detto lui»
«Deve essere una bugia, io me lo ricordo sobrio o non sarei mai salita in macchina con lui»
«Allora era solo confuso» sospiro.
«Io credo ch-»
«Torna pure a tavola» non me la sento più di parlarne «io mi sistemo il rossetto e arrivo»
La mia amica mi stringe la mano in un gesto dolce e poi esce dal bagno, ha capito che voglio stare un po' sola.
Averlo detto a qualcuno mi fa male, lo ammetto, ma mi fa anche sentire più leggera. Forse è un passo avanti per dimenticarlo.
Mi osservo allo specchio e mi incoraggio con lo sguardo.
Sei forte, Ambra, puoi riuscire a fare tutto.
Puoi dimenticarlo.
Puoi lavorare anche con lui in giro.
Puoi passarci sopra e comportarti da adulta.
Puoi innamorarti di Andrea.
Quando apro la porta uno smocking cartazucchero mi spinge di nuovo verso l'interno e non sono in grado di contrastarlo.
Le gambe mi tremano appena i miei occhi incrociano i due fari grigi e metallici che sono a pochi centimetri da me.
«Stai giocando sporco, Ambra» sussurra la sua voce roca, le lunghe dita di Davide accarezzano il mio collo e le sento bollenti attraverso il sottile strato di pizzo.
Avanza e io indietreggio fino a quando non sento qualcosa dietro di me che mi blocca.
Lui attacca il suo fisico imponente al mio, chiudendomi nello spazio tra il lavabo e lui, non esce nulla dalla mia bocca, neppure l'anidride carbonica che il mio corpo dovrebbe produrre.
Non so più parlare.
Non so più neppure respirare.
Il mio cuore non riesce a calmarsi, lo sento pompare nelle tempie.
Il suo indice mi alza il mento mentre il pollice passa sulle mie labbra.
«Speravo fossero mie» bisbiglia piano e sensualmente, facendo diventare le mie ossa di pasta frolla.
Se fosse la scena di un film questo momento durerebbe in eterno, potremmo raccontarci le nostre vite per filo e per segno rimanendo soli per ore.
Ma questo non è un film.
Infatti entra una signora che ci lancia uno sguardo giudicante, come se ci avesse beccati in flagrante a fare qualcosa che non dovremmo fare.
Davide è costretto a staccarsi e chiede scusa, mi regala un'occhiata indecifrabile e se ne va.
Mi sostengo con entrambe le mani al lavandino, mentre cerco di riprendere fiato e non sciogliermi a terra per quel contatto inaspettato.

La cena prosegue normale e tranquilla ancora per un'oretta, potrei godermela di più se non sentissi gli occhi infuocati del biondo su di me e il mio petto la smettesse di tamburellare così tanto.
Quando finiamo di salutare tutti, io e Claudia ci avviamo verso i taxi.
«Volete un passaggio ragazze?» chiede Davide.
Io stringo con forza la mano alla mia amica che prova a salvarmi subito «No grazie, viene a prenderci il fidanzato di Ambra»
Il suo sguardo corre su di me velocemente e mi sento bruciare anche le ossa.
«Ah, è un taxista?»
«No, abbiamo semplicemente appuntamento qui»
«Allora buon ritorno, ci vediamo domani in ufficio»
Da' un bacio sulla guancia prima alla mia collega e poi si avvicina per darlo a me.
Io indietreggio e lui sorride malizioso, mi afferra un fianco con forza, mi attira a lui e mi bacia la guancia come se niente fosse. L'odore della sua pelle entra prepotente nelle mie narici e cerco di allontanarmi subito.
Con un ghigno se ne va soddisfatto.
Io sono pietrificata.
Lo fa apposta.
Lo odio.

ArMIAMOCI || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora