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Cristina?!
Non posso voltarmi per guardarla, penserebbe che mi importi qualcosa di lui.
Vai al tavolo senza sbirciare.
Vai al tavolo senza sbirciare.
Sono troppo arrabbiata per dargliela vinta, quindi riesco ad arrivare al mio tavolo senza sbirciare.
Vorrei darmi una medagl-
«Ecco che è arrivata Cristina» dice Nicolò ai commensali, quindi sono costretta a girarmi per osservare il punto che indica il suo coltello.
Rimango a bocca aperta.
È una donna bellissima, con lunghissimi capelli platino, la pelle dorata, gli occhi nerissimi, alta quasi quanto lui, stretta in un tubino bianco che mette in mostra le sue chilometriche gambe.
Non devo chiedere chi sia.
Non devo chiedere chi sia.
«Chi è?» chiedo.
Al diavolo! Ha rovinato tutto Nicolò.
«Una modella, investe su molti progetti perché si diverte e probabilmente non sa che farsene di tutti quei soldi. Ha un grosso fiuto per gli affari...lei spingeva per realizzare il tuo progetto, ne era innamorata»
Non so perché questa notizia non mi fa felice, è come se mi togliessero un motivo per odiarla.
Il biondo sposta lo sguardo su di me e non so per quale strano motivo ghigna in modo inquietante, afferra la vita di Cristina, le sussurra qualcosa all'orecchio facendola arrossire e la guida verso la sua parte di tavolo.
Molto professionale, Davide.
Complimenti.
Ti licenzierei se fossi Nicolò.
«Stai piegando la forchetta» mi informa quest'ultimo e libero la posata dalla mia presa, con un tonfo cade sul piatto e tutti mi fissano.
«Scusate» borbotto e faccio finta di nulla mentre i suoi occhi grigi mi guardano vittoriosi.
Cosa credi di aver vinto?

La serata si è ripresa ed è stata molto più piacevole del previsto.
I finanziatori sembrano tutti persone che amano il design e l'innovazione, sono curiosi e mi hanno praticamente ripetuto mille volte che non vedono l'ora di vedermi al lavoro.
Ora sto tornando in stanza con un grosso sorriso che non riesco a trattenere.
Esco dall'ascensore, imbocco il corridoio a sinistra, poi uno a destra e, quando svolto l'angolo di nuovo, il mio corpo si paralizza.
Contro il muro vicino alla porta della nostra stanza, Davide sta divorando le labbra della modella.
Si sta divorando tutta la modella, per precisare.
Lei ha le gambe arpionate intorno alla sua vita, i bacini sono attaccati e lui dà delle spinte secche, provocando un rumore ottuso con la parete.
Lo sguardo del biondo cade su di me, lei è troppo intenta a mangiargli il collo per accorgersi della mia presenza.
Si inumidisce le labbra e ghigna, senza staccare gli occhi da me, con un altro forte colpo di reni le fa sbattere la schiena sul muro di nuovo, facendomi sussultare.
Giro i tacchi e me ne vado.
Ha intenzione di farsi altre durante la nostra vacanza?
Faccia pure.
Non mi interessa.
Crede di farmi un torto?
Si sbaglia.
Non ha capito che per me lui è solo un passa tempo, una scopata sicura.
Potrebbe essere chiunque.
Allora perché la terra sembra mancarmi sotto i piedi e sembra che una secchiata d'acqua mi sia appena arrivata in faccia?
Un momento!
La terra mi manca realmente sotto i piedi e al suo posto trovo il vuoto, seguito subito dall'acqua.
Sono caduta in piscina.
Come ci sono arrivata qui?!
Appena riemergo, tossisco per qualche secondo, poi sbatto i pugni sulla superficie bagnata e urlo di frustrazione.
«VAFFANCULO!»
Mi trascino fino alle scalette ed esco con fatica per via del peso di questo dannato vestito zuppo. Il venticello di inizio settembre mi fa rabbrividire e credo mi prenderò una broncopolmonite se non vado subito ad asciugarmi in camera, ma non ho intenzione di rivedere Davide, piuttosto muoio qui.

Dopo mezz'ora che sono su una sdraio mentre cerco di scaldarmi strofinando le mani sulle braccia, spunta Nicolò dalla porta e si accorge subito di me «Perché sei bagnata?»
«Perché è questo l'effetto che fai alle donne» scherzo prendendomi una confidenza che probabilmente non mi è permessa...o forse sì visto che lui scoppia a ridere e mi raggiunge.
«Mi dispiace ma non sono interessato»
Gli regalo un sorriso sghembo e, quando capisco dalla sua espressione che vuole sapere il perché mi trovi lì, in quello stato, sospiro.
«Sono scivolata in piscina e la mia camera probabilmente sarà occupata tutta la notte da un'altra donna, quindi non posso salire a disturbare»
«Se vuoi puoi dormire nella mia stanza, basta che non mi tocchi. Io sono molto professionale»
«Ma per chi mi hai presa? Non ti salto mica addosso» gli tiro un pugnetto sull'avambraccio e nascondo un velo di tristezza dietro un finto sorriso.
Non capisco neppure perché sono triste.

ArMIAMOCI || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora