due

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Ho bisogno di una connessione,
la voglio così tanto

Il marciapiede era oscurato dalla rugiada mentre le mie sneakers lo battevano a ritmo, a tempo e noiosamente

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Il marciapiede era oscurato dalla rugiada mentre le mie sneakers lo battevano a ritmo, a tempo e noiosamente. Tap. Tap. Tap. Strinsi la borsa a tracolla che spingeva contro le mie spalle con le mie mani.

Ormai stava diventando pomeriggio, e visto che era un giovedì io ero uscita prima. Sfortunatamente, voleva anche dire che mio padre avrebbe lavorato fino a tardi quel giorno.

Presi una direzione di lato e camminai verso il cancello, scivolando dentro con i miei occhi che fissavano ancora debolmente il terreno. Quella giornata sembrava ancora più noiosa sapendo che sarei stata da sola per la maggior parte del giorno fino a che non sarebbe stata l'ora di andare a dormire.

Sospirai nel mentre che camminavo, lanciai un'occhiata a sinistra, e poi a destra. La strada per casa mia era silenziosa, ma c'era un debole fruscio di foglie nell'aria dopo la leggera pioggerella che era caduta prima, dopo l'alba.

Mi piegai per ribaltare il recipiente di aloe vera davanti alla porta della mia casa, recuperando la chiave di riserva sotto di esso prima di aprire la porta ed entrare. La mia chiave era al sicuro nella tasca dei miei jeans, ma per qualche ragione sentii il bisogno usare quella di riserva. Per cui lo feci.

Una volta dentro, l'odore del caffè e della carta vecchia invase i miei sensi in modo quasi schiacciante se comparato al profumo della pioggia fresca che c'era fuori. Mi tolsi le scarpe davanti alla porta, togliendomi anche le calze per poi camminare sul pavimento freddo del soggiorno a piedi nudi.

La casa era impeccabile come sempre, ma ero sola e dove nessun genitore infastidito guardava, allora mi tolsi lo zaino e lo lanciai sul divano. Alzai gli occhi dallo zaino solitario e li spostai sulle nuove mura color pesca, sull'orologio.

Le cinque.

Sospirai, per poi collassare sul divano di fianco al mio oggetto. Tralasciando i compiti, non avevo nulla da fare, e nessun amico da incontrare - quello era un posto nuovo, ma dubitavo che avrei voluto vedere qualcuno dopo ciò che era accaduto. Comunque, avevo tutto il fine settimana per me, e anche dopo un'intera settimana, non avevo socializzato tanto.

Seoul era nuova per me, e io ero nuova per la città. Almeno, Daejeon era stata tutto per me quando sono cresciuta - nonostante la grande popolazione della città, la conoscevo abbastanza bene. Non conoscevo Seoul, era come una sconosciuta per me; avevo sempre immaginato che le mie residenze avessero delle anime. E lì, tutto era come estraneo. Non appartenevo a quella città.

Là, almeno avevo il mio motore, i miei amici, la mia libertà.

Mentre lì, non c'era niente a cui mi sentivo ancorata.

Chiusi gli occhi, e stressi il ponte del mio naso. Forse il giorno dopo sarebbe andato meglio.

Nei giorni prima, non avevo rivisto il ragazzo dai capelli rossi. Penso che mi sarebbe piaciuto di più pensare che non lo stessi cercando, ma lo stavo facendo. I miei occhi avevano cercato per le sale, i corridori, e anche per la famigerata caffetteria - ma senza fortuna.

Rush | Italian Translation (Aggiornamenti Lenti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora