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è solo l'inizio,
il me senza limiti

è solo l'inizio,il me senza limiti

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Click. Click. Click.

"T/N!"

"Sì, papà?" Urlai di rimando, gli occhi ancora fissi su un punto nella distanza. La pioggia continuava a scrosciare sulla strada, sembrando lontana.

"Torna a casa! Sta piovendo!" Rispose un attimo dopo, la sua voce suonava ancora spenta e distante.

L'ho notato, pensai mentre sorridevo leggermente, prima di aprire con una spinta lo sportello della macchina e fare un passo sul pavimento del garage. L'entrata brillava a causa dell'acqua sporca che l'aveva bagnata, come una fangosa e marrone macchia d'inchiostro.

Dopo aver sbattuto la porta della luminosa Toyota argentata, mi feci strada in direzione delle porte in alto, premendo rapidamente sul bottone verde chiudere. Rimasi a guardare mentre la porta si chiudeva in slow motion, in modo lento ma di sicuro troncando il rumore della pioggia in strada fino a quando rimase solo un lieve mormorio dietro il metallo.

"T/N!"

"Sì, papà!" Urlai ancora, poi sospirai, camminando indietro nella direzione della porta che connetteva la casa e il garage. Non so quanto bene la gente potrebbe camminare in quel modo in un garage occupato, ma io avevo memorizzato la disposizione di quello, essendo stata lì abbastanza volte anche se comunque ci eravamo trasferiti lì solo un paio di mesi prima.

Le estremità dei miei jeans erano leggermente umide quando entrai, calciando via le mie converse per poi camminare a piedi nudi nella cucinetta. Mio padre era davanti al banco con la schiena rivolta verso di me, probabilmente stava tagliando un'insalata. La odiavo, ma di solito mi obbligavo a mangiarla per lui.

Solitamente, mangiavo il ramen inzuppato direttamente dal piatto, per cui era una sorta di cosa nuova per me.

"Pronta?" Si girò per riservarmi un sorriso, gli angoli della sua bocca e dei suoi occhi si piegarono, formando delle linee sia per un sorriso che per la preoccupazione. Scrollai le spalle, sorridendo in risposta con le mie labbra sottili.

"Lavati le mani prima." Sospirò, alzando una mano usandone il retro per asciugarsi la fronte. Feci come aveva detto, poi tirai indietro una sedia dal piccolo tavolo fuori, che raschiò il pavimento in un modo che prima mi infastidiva ma a cui presto mi abituai.

Lui si unì a me un attimo dopo, asciugandosi le mani sul suo grembiule - il grembiule della mamma - prima di slegarlo dalla sua vita e appenderlo pigramente sullo schienale della sedia. "Serviti pure." Fece un gesto verso il cibo.

Non dissi nulla, mantenendo lo sguardo fisso sul mio piatto mentre ammucchiavo più cose possibili su di esso. Visto che mio padre normalmente lavorava tardi, quella era una delle rare notti in cui avevamo occasione di cenare insieme, ma io ero quasi in ansia. Faceva da molto il venditore di macchine - e ciò non sembrava di certo speciale, non abbastanza per spiegare come mai tornasse a casa tardi, ma non ero nella posizione per indagare su nulla. E mi andava bene, dopo tutto quello che era successo.

Rush | Italian Translation (Aggiornamenti Lenti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora