sedici

317 34 3
                                    

Ora chiudi gli occhi
Respira nel mio mondo

Ora chiudi gli occhiRespira nel mio mondo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Passi di piombo.

Tap. Tap. Tap.

Gli occhi di Vernon ogni tanto si soffermavano su di me, ma per la maggior parte del tempo, nessuno stava davvero facendo attenzione a me. Avevo il capo appoggiato sulle mani, mentre me ne stavo a fissare con sguardo vuoto il tavolo davanti a me. Troppe cose. Troppo velocemente. Era accaduto tutto troppo velocemente.

Alcuni altri piloti, fra cui Vernon, erano raggruppati ad un tavolo lontano dal mio, ma nonostante i loro inviti, non mi ero unita a loro. Anche se sapevo che avrei dovuto dimenticarmi di quelle cose, farlo era davvero troppo difficile. Non importava quello che stessi facendo, perché i ricordi continuavano a tornare, colpendomi come una fresca ondata di acqua gelida appena andavo alla deriva. Ogni volta che chiudevo gli occhi, il suo viso bruciava.

Li avevo abbandonati.

Era per quello che erano lì, no?

Ero tutta sola al tavolo, anche se c'erano delle sedie vuote ai miei fianchi, e stessa cosa sul mio davanti. Erano lì. Come avevo fatto a non notarlo?

Sentii il panico salirmi in gola, di nuovo, ma strizzai gli occhi e deglutii, cacciando via l'urlo imminente che avevo in gola e lasciando cadere la testa nelle mie braccia.

Ti troverò ancora.

Il contesto era totalmente diverso questa volta, ma la paura bruciava comunque nel mio petto assieme a quel familiare desiderio. Mi ero legata troppo a Daejong--avevo perso troppe cose, e questo era il motivo per cui ora ero lì, per andare avanti. Ma non potevo. Non potevo. Non ero mai stata brava ad andare avanti.

Da cosa? Non ne ero sicura. La bella parte, o quella brutta?

Inclinai il capo e presi un respiro profondo, lasciando scorrere la punta delle mie dita sul freddo e metallico bordo della cerniera sotto la parte anteriore della mia giacca. Dovevo svegliarmi.

Proprio quando avevo pensato che sarei stata capace di dimenticare.

Guardai in alto. Una figura scura era davanti alla porta, pochi metri dentro la stanza, lontano dalle persone. Nessun'altro sarebbe stato dell'umore giusto per stare lontano dagli altri, per cui era ovvio chi fosse.

Mentre io continuavo a guardare, la figura appoggiò una mano sul lato del portone, una sigaretta penzolava fra le sue lunghe dita. Anche se non potevo vedere il suo volto, sapevo che mi stesse guardando.

Poi si girò, uscendo fuori dalla porta per dirigersi all'esterno.

Esitai, rimanendo congelata al mio posto. Era un chiaro segno che la figura volesse che la seguissi, ma non sapevo se avessi voglia di parlare, o ancor meno di vedere le mie espressioni essere costantemente analizzate.

Rush | Italian Translation (Aggiornamenti Lenti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora