10 L'esorcismo

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Il giorno era infine arrivato.
Tutti i membri della gilda erano stati informati della notizia - compresa Kinana, che era tornata a lavorare nel frattempo - e tutti ne avevano timore; quella mattina, si sarebbe compiuto l'esorcismo che avrebbe salvato Kida dal temuto demone suora Rachele Niota.
Nashi, Gale e Storm erano radunati attorno a una panca in un angolo della gilda, incoscienti di cosa sarebbe accaduto: nessuno era mai stato spettatore a un esorcismo, e a quanto sapevano niente del rito era prevedibile.
"Ho paura", dichiarò Nashi, seduta davanti Gale e Storm.
"Anch'io" disse il turchino "non ho idea di cosa possa accadere".
"Stanotte ho pregato affinché tutto fili liscio" commentò il moro "secondo voi è una cosa stupida?".
"Se sei credente no" rispose Nashi "non ti devi vergognare".
E poi la videro. Kida Snape fece il suo ingresso alla gilda, silenzioso e quasi invisibile, con il suo solito abito a gonna bianco e rosso e i capelli sciolti. Appena mise piede dentro, una folata di vento ghiacciato entrò nella gilda, eppure fuori si stava bene; un freddo polare avvinghio' tutti i presenti, pugnalandoli alle spalle senza preavviso.
"Ehi Kida!" la chiamò Nashi "Siamo qui".
L'amica la raggiunse con un'apparente svogliatezza, sedendosi di fianco a lei; il freddo glaciale la seguì come una spia, contagiando i tre ragazzi.
"Che c'è?", chiese.
"Come sta tua madre?", le domandò Storm.
"Bene" gli rispose Kida "ma quando sono voluta andare a trovarla i dottori non me lo hanno permesso".
"Aveva iniziato a delirare" disse Gale "dicendo che sei stata tu a ridurla in quello stato".
"Stava sicuramente delirando. Non le avrei mai fatto del male".
"Ma sai cos'è successo?" chiese Nashi "L'hanno picchiata e hanno distrutto l'interno di casa vostra".
"State sospettando di me per caso?".
"Non è quello-".
"NON MENTITEMI!".
"Kida".
La ragazza si voltò di scatto verso l'entrata della gilda: lì c'erano due preti vestiti di nero e equipaggiati con ognuno una valigetta nera; quello che era stato a parlare era padre Colin, l'altro invece era sconosciuto a tutti. Era alto e slanciato, con la divisa nera e le scarpe di pelle corvina; era pelato, e gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da vista con la montatura sottile. Il volto aveva solo qualche ruga poco profonda, quindi doveva dimostrare come minimo quarant'anni.
"E voi chi siete?", chiese Kida.
"Siamo padre Colin e padre Sevesto".
"Che ci fate qui?".
"Facciamo il nostro lavoro".
Nashi guardò Gale e il ragazzo guardò Gajeel.
"Ora papà!".
Il braccio del padre divenne una catena e con essa afferrò la ragazza e la gettò al centro della sala; la catena si legò attorno a lei, ma questa ghigno' e disse:
"Io domino il ferro, idiota".
Improvvisamente, Gajeel perse il controllo della catena e questa divenne molla, liberando così la ragazza.
"Chi altro vuole sfidarmi?", disse.
"Io", rispose Mirajane, già pronta al combattimento.
I capelli erano completamente sparati in aria e le orecchie erano appuntite; sulla schiena c'erano delle enormi ali da pipistrello e portava un vestito a dir poco provocante. Le braccia erano demoniache, oltre ad avere una coda. La guerriera decise di attaccare per prima con un:
"Evil Explosion!".
Scagliò verso Kida un'onda di magia nera; la ragazza venne colpita in pieno, ma dopo l'attacco non presentava alcuna ferita. Anzi, sembrava più forte e energetica.
"Anch'io sono un demone" disse "il tuo potere è nullo su di me".
Mirajane fece per attaccare di nuovo, ma improvvisamente il corpo scuro e tetro di Kida assunse quello splendente ma pallido di una persona che non avrebbe mai pensato di rivedere: sua sorella minore Lisanna. Era come l'aveva vista l'ultima volta: una sedicenne albina con grandi e pallidi occhi azzurri, un sorriso dolce stampato su un volto che Mirajane non vedeva da anni.
"Lisanna...", mormorò il Demonio.
"Ciao sorellona".
Perfino la voce era la sua, acuta ma dolce e gentile.
"Mi farai del male Mira?".
"Non ti farei mai del male".
"E perché sei così?".
"Io...".
"Mi ucciderai come ha fatto Elfman?".
"Il suo è stato un incidente!".
"Perché non sei intervenuta?".
"Perché...".
"È colpa tua!".
"No!".
Mirajane cadde in ginocchio, con le lacrime che le solcavano le guance come acido. Nessuno comprendeva la situazione: Kida era lì, in piedi a parlare normalmente, ma Mirajane invece di attaccare era in ginocchio a piangere. Qualsiasi cosa avesse, era certamente colpa di Kida. Gray perse la pazienza ed urlò:
"Ice Make: Prison!".
La ragazza venne letteralmente ingabbiata da una cella chiusa sia sopra che sotto, interamente fatta di ghiaccio; così facendo, Kida annullò la magia su Mirajane, e questa tornò alla realtà.
"Adesso possiamo cominciare", disse padre Sevesto.
Sia lui che padre Colin si misero dietro al collo una fascia color porpora, ma il primo aveva la bibbia e l'altro una boccetta piena d'acqua santa. Con passi eleganti si avvicinarono alla gabbia.
"Provate solo a gettarmi l'acqua santa" disse Kida con rabbia "e vi strozzo".
Padre Colin aprì la boccetta e ne lanciò degli schizzi sulla prigioniera disegnando una croce; Kida urlò di dolore, ma sui punti dove la pelle era bagnata questa diventava più chiara. Padre Sevesto aprì la bibbia e iniziò a leggere varie preghiere; andò a leggerle per un bel po', e nel frattempo il collega gettava l'acqua santa sulla vittima con la stessa procedura. Dopo mezz'ora, Kida era bagnata fradicia, col corpo ricoperto di macchie bianche e uno strano cilicio sul polpaccio, comparso quando l'acqua aveva sfiorato quella parte del corpo. Anche gli occhi erano bagnati, con le iridi dorate; i preti invece erano esausti, e purtroppo avevano entrambi finito l'acqua santa.
"Mi dispiace che abbiate finito l'acqua santa" disse Kida, con la voce del demone "ma Kida ormai è di mia proprietà".
"Esci da quel corpo!", urlò padre Sevesto.
"Mai, coglione".
Protese il braccio tra le grate e questo di trasformò in un rosario che - veloce come la luce - aveva stretto il collo del prete, poi con uno scossone gli staccò la testa; il cranio girò un paio di volte prima di cadere a terra, assieme al resto del corpo. Kida ritrasse il braccio e questo tornò alla normalità. Padre Colin era terrorizzato: era l'unico prete rimasto, e tra l'altro era morto l'unico che potesse compiere l'esorcismo in maniera decente. Gli rimaneva soltanto una carta da giocare.
"Paura eh?", lo provocò il demone.
"Paura? Sei tu quella che dovrebbe avere paura, Rachele".
Il volto di Kida si tramutò all'istante, assumendo quello della temuta suora. Padre Colin sorrise; come aveva previsto, nominare il suo nome era il suo punto debole.
"Non nominare il mio nome", disse lei.
"Perché no? È il tuo nome, e la mia arma".
"Non farlo".
"Esci da quel corpo".
"No".
"Ti ordino di farlo".
"Non voglio".
"Ti ordino di farlo".
"NO!".
"RACHELE NIOTA! CON IL POTERE CHE MI È STATO CONFERITO TI ORDINO IN NOME DI DIO DI ABBANDONARE QUEL CORPO E DI TORNARE ALL'INFERNO!".
Urlate quelle parole, Kida scaraventò sul prete un vortice rossiccio, sputandolo dalla bocca; padre Colin cadde a terra, ma il liquido - che pareva sangue - iniziò a coagularsi, come un qualcosa di vivo. Si raggruppò e lentamente assunse le forme di una suora in piedi; inizialmente rossa, cominciarono a formarsi il nero della divisa, il bianco della pelle e l'oro degli occhi. Il rosso era scomparso.
"Salve", disse.
La voce era terribilmente dolce e provocante, ma anche profonda e oscura.
"Grazie Kida" proseguì, guardando la imprigionata "adesso ho la forza che mi serve per restare nel mondo dei vivi".
"Maledetta!" urlò Erik "Perché lei?! Perché non me?!".
"Tu non te ne sei reso conto ma tua figlia è psicologicamente debole per la vostra insolenza; nessuno di voi l'ha mai aiutata o anche solo capita. Ora per colpa vostra cadrà in coma".
"Puttana!" insorse Nashi "Scontrati con me se ne hai il coraggio!".
Rachele si voltò a guardarla con una calma glaciale.
"Non sprechero' le mie forze magiche con una ragazza che ha trattato Kida in quel modo. Comunque" tornò a guardate la platea "se volete tanto sconfiggermi, andate alla cappella di Rachele domani sera".
"Andata", disse all'improvviso Mirajane.
"Non voglio te" le disse Rachele "voglio che vengano i genitori di questi quattro ragazzi, quindi la famiglia Dragneel, Snape, Redfox e Fullbuster".
"Come vuoi", rispose Juvia.
"Bene. A domani".
Poi scomparve, come se non fosse mai esistita. Gray disattivò la gabbia e Kida cadde a terra priva di sensi.
"Kida!", urlò Erik.
Il padre le si inginocchiò affianco e la esaminò; il battito e ls respirazione erano normali, ma la figlia sembrava morta data la carnagione innaturalmente chiara e la pelle fredda.
"Mi dispiace...", mormorò Erik.
La strinse a sé come non ci fosse un domani, sfogando il proprio senso di colpa sulla spalla di Kida, piangendo.
Nashi era sicura di una cosa: con la possessione della sua migliore amica, Rachele aveva ufficialmente dichiarato guerra a Fairy Tail.

To The Stars: La suora delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora