Dopo la morte della Gola, Nashi e Gale uscirono dal vicolo cieco ritornando quindi sulla strada principale; la nebbia era calata e la visibilità si era quindi migliorata, ma ciò nonostante il cielo era ancora nero, e le stelle e la luna non avevano intenzione di comparire.
"Adesso dovremmo cercare Storm", disse Nashi.
"Te l'ho già detto" rispose Gale "Storm sa combattere, e non sembra ma è molto potente. Preoccupata per lui?".
"Sì, è pur sempre un nostro amico e compagno".
"Ti piace eh?".
Il ragazzo si aspettava di vedere la compagna sprofondare nella vergogna e diventare rossa come un peperone, e invece non successe niente: la ragazza non arrossi', e non mostrò nessun altro segno di imbarazzo. Gale aveva preso un granchio.
"Ci sei rimasto male eh?", gli disse Nashi, sorridendo beffarda.
"Onestamente, credevo che ti piacesse Storm".
"Solo perché i nostri padri sono come fratelli? La parentela non fa il monaco".
"E allora chi ti piace?".
Soltanto allora Nashi divenne magenta, col sudore che iniziò a colarle dalla fronte.
"N-Nessuno" disse "non mi piace n-nessuno".
"Non sei brava a mentire sai? Tranquilla, non lo dirò a nessuno".
La ragazza sospirò, e la voce le si incrinò.
"Tu", disse semplicemente.
"Cosa?", chiese Gale, credendo di aver sentito male.
"Sei tu il ragazzo che mi piace".
Il turchino non osò proferire parola, stupito e allibito allo stesso tempo.
"Ti piaccio?", domandò.
"Sì, ma ovviamente non sono ricambiata".
"Cosa te lo fa pensare?".
Nashi si bloccò nel bel mezzo del corridoio e mirò gli occhi del compagno, incatenandoli ai propri con rabbia e decisione.
"Quando non siamo alla gilda stai sempre con Andromeda! Sei sempre riluttante con me, e se mai ti piacessi ti saresti dichiarato da un bel pezzo!".
"Nashi...", mormorò lui.
Si sporse verso la compagna tentando di abbracciarla, ma lei si allontanò di colpo, con le lacrime che avevano iniziato a scendere lungo i contorni del viso.
"Pensi che sia facile vederti assieme ad Andromeda?! Tu mi piaci, ma conoscendoti non mi ricambierai mai!".
Poi corse via; non pensò a dove doveva andare, prendendo deviazioni a destra e a manca. Perché stava così male? Gale non la ricambiava, e doveva metterci una pietra sopra.
È più facile a dirsi che a farsi...
Non si accorse del sasso e inciampò cadendo, sbattendo il mento sulla fredda pietra, provocandole una scossa elettrica di dolore che le pervase tutta la faccia.
Porca-
Si bloccò quando si mise a gattoni: correndo come una furia non si era resa conto di aver imboccato un vicolo cieco, uno dei sette dove si nascondevano i Sette Peccati Capitali. A solo una decina di metri davanti a sé aveva un uomo dal fisico mingherlino, magro e quasi schelettrico; portava una camicia bianca e dei pantaloni lunghi e neri, assieme a delle scarpe scure. La pelle non era rosea, ma piuttosto sulle tonalità di un grigio smorto, e i capelli erano un piccolo cespuglio di riccioli biondi. Era seduto su una poltrona di pelle marrone, equipaggiata con delle rotelle metalliche; stava dormendo profondamente, russando a bocca aperta. Nashi indietreggiò di qualche passo, spaventata non per l'uomo dormiente, ma per un'altra cosa: un orso gigante, addormentato così come il padrone, al suo fianco. La ragazza indietreggiò ancora, provocando quando mise il piede sinistro a terra un rumore molesto. Abbassò lo sguardo; il piede aveva schiacciato e fracassato un ramoscello, e in quel momento dovette alzare la testa verso il cielo: proprio sopra le mura di quella sezione del labirinto si enumerava un intricato di rami spogli, ovviamente appartenenti a un'unica origine, ovvero la corteccia dell'albero che a quanto pareva era enorme. A causa del rumore, l'orso aprì gli occhi e si alzò mettendosi a quattro zampe: era alto due metri, e Nashi non si azzardò a pensare quanto fosse alto se si fosse messo in posizione eretta. La creatura brami', svegliando di soprassalto il padrone: gli occhi erano bianchi, e non vi era alcuna differenza tra l'iride, la pupilla e la parte bianca del bulbo.
Era quindi cieco.
"Sei metà Dragon Slayer vero?", domandò lui.
La voce era estremamente profonda, troppo per un uomo così mingherlino.
"Quale peccato sei?", gli chiese Nashi.
"L'Accidia. Piacere, Sid".
"Piacere. Sei...?".
"Cieco? Sì, lo sono".
"Per via naturale o...?".
"Naturale. È solo colpa del patrimonio ereditario di mio padre: anche lui era cieco di natura".
"E quell'orso?".
Indicò la creatura, ma solo dopo si ricordò della cecità di Sid.
"Lei è Sonia" rispose lui, accarezzando la testa dell'orsa, senza tuttavia staccare il volto da quello di Nashi "è sempre stata al mio fianco fin da quando sono nato. Attraverso i suoi occhi vedo il mondo che di norma non potrei vedere".
"Wow".
"Sì, wow. Vorrei tanto essere tuo amico, ma le circostanze me lo vietano. Mi dispiace, ma non posso permettere che tu e i tuoi amici prendiate il corpo della suora".
"Ma come-".
"Vai Sonia!".
L'orsa venne aizzata contro Nashi, e lo scontro ebbe inizio; dopo l'inizio del combattimento, la ragazza capì il potere di Sid. La sua arma era poco di meno che Sonia; lei era il suo corpo e la sua mente, quindi la rosata doveva puntare a lui. Lo scontro con l'orsa doveva essere il più breve possibile.
"Ruggito del Drago di Fuoco!".
Dalla bocca Nashi sputò una gigantesca fiammata contro Sonia, ma lei si buttò di lato con la sua mole, evitando il colpo; si alzò, ma stavolta si mise in posizione eretta, raggiungendo i due metri e mezzo di altezza. A denti stretti, la ragazza infiammò i pugni e si lanciò contro l'animale per colpirgli il muso, ma Sonia le diede una forte zampata sul fianco, scaraventandola contro la parete di destra del corridoio; Nashi cadde sbattendo la tempia sul pavimento, e improvvisamente sentì in bocca il sapore amaro ma dolciastro del sangue. La vista divenne appannata, ma riuscì a vedere Sonia avvicinarsi a lei, tornata a stare a quattro zampe; aprì le fauci - dotate di denti piatti e grossi canini - e afferrò la ragazza per il polpaccio, lanciandola come una bambola di pezza contro la parete opposta del corridoio. Sbattendo di nuovo la testa sul pavimento, la testa di Nashi parve scoppiarle, con dei filamenti di sangue che le scorrevano da entrambe le tempie. Sonia le si avvicinò e aprì di nuovo le fauci, puntando stavolta alla gola della nemica; la ragazza era esausta, e le forze erano venute a mancare completamente. L'orsa fece per finirla, ma in un nanosecondo la testa le volò via, staccata di netto dal resto del corpo con una velocità tale che Nashi quasi non lo vide: sporca di sangue, vide oltre al corpo della sua nemica il suo salvatore: Gale Redfox. Era in piedi al centro del corridoio, parallelo a Sid.
"Che cosa ci fai qui?", gli domandò la compagna.
"Ti sto salvando", rispose lui senza guardarla, rimanendo fisso davanti all'Accidia.
"Adesso possiamo-".
"No, io sconfiggo questo tizio. Tu ti riposi".
"Ma-".
"È per il tuo bene. Ora fatti da parte, che non ti voglio perdere".
Nashi ammutolì udendo quelle parole che mai si sarebbe aspettata di sentire da Gale.
"Allora che vuoi fare?" domandò lui guardando il peccato "Non vuoi combattere?".
"No" rispose Sid "io sono l'Accidia, e comunque non ho la forza di batterti, quindi uccidimi pure".
"Tutto qui? Non vuoi neanche tentare di combattere contro di me?".
"No. La mia unica speranza era Sonia, che tu hai brutalmente ucciso. Sono cieco e anche disabile. Uccidimi e facciamola finita".
Gale sospirò.
"Va bene. Come vuoi".
Trasformò il braccio destro in una spada e si avvicinò a Sid l'Accidia; quando gli fu vicino, lo decapitò.
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To The Stars: La suora delle tenebre
FanficSequel de To The Stars Nashi Dragneel: figlia diciottenne di Natsu Dragneel e Lucy Heartphilia, molto estroversa e ribelle. Gale Redfox: figlio di Gajeel Redfox e Levy McGarden, duro dal cuore tenero. Kida Snape: erede del potere velenifero di Erik...