Capitolo 6

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Mi svegliai sentendo la bile salire in gola. Corsi in bagno e vomitai tutto. Mi lavai il viso e le mani.

Scesi giù per andare a prendere un bicchiere di acqua fresca. Sentivo le voci di mia madre e Michael.

-Mamma, non posso credere che ti sia lontantanamente passato per la testa l'idea di mandare Mia in quel postaccio.-disse mio fratello Michael agitando un foglio di carta.

-Andiamo Michael se fossi al mio posto faresti anche tu la stessa cosa. L'hai vista anche tu prima. Era completamente andata. Non ce la faccio più con lei.- disse passandosi una mano tra i capelli.

"Ma di che stanno parlando?"mi domandai. Mi avvicinai di più alla porta della cucina per sentire meglio.

-MAMMA! MA COME PUOI DIRE UNA COSA COSI!- disse mio fratello molto arrabbiato.

-Tu non puoi capire. Come puoi stare a vedere la tua unica figlia andare sempre più vicina all'auto distruzione. Non mi importa quello che pensi di me, io la manderò lì con o senza il tuo consenso-disse mia madre alzando la voce.

Non riuscivo a capire. Ero sempre più confusa. Stavo per tornare indietro quando...

-Non ti permetterò di mandarla al Hospital of Psyco Person. Mai e poi mai-disse Michael alzandosi in piedi di scatto e facendo cadere la sedia all' indietro.

-Troppo tardi. Ho già chiamato verranno a prenderla domani mattina- disse mia madre guardando in basso.

Fu come se mi pugnalassero al cuore e più o meno era così, pugnalata al cuore dalla mia stessa madre. Se mi odiava tanto perchè non mi ci aveva mandato prima Anche se non le importava del giudizio dei miei fratelli?

Entrai in cucina. Mia madre fece un sorriso, talmente falso che si vedeva lontano 1 km, mio fratello sbiancò. Sapeva che avevo sentito tutto.

Mi misi a sedere su una sedia. Appoggiai le mani sul tavolo.

-Allora è così? Domani mattina me ne vado? Non posso nemmeno protestare? Non ho voce in capitolo? Mi pare di essere io quella che farai rinchiudere mettendo  una camicia di forza- dissi in modo freddo.

-Tesoro, mi dispiace. Non avevo altra scelta...- la fermai prima che potesse aggiungere qualcos'altro.

-Sta zitta. Non dire cazzate. Non è vero che non avevi scelta, tu hai scelto. Scusatemi ma devo fare la valigia.- dissi cercando di essere il più calma possibile, cercando di calmare la rabbia che era montata dentro di me.

Mentre andavo in camera la porta si apri ed entrò Sonny di ritorno dal lavoro.

-Ehi! Che mi sono perso?- chiese con un sorriso da ebete sulle labbra. In quel momento uscirono mia madre e Michael dalla cucina.

-Chiedilo a lei.- dissi indicandola e guardandola con tutto il disprezzo possibile.

Corsi il più velocemente possibile in camera, per non sentire la lite che si sarebbe scatenata di li a poco.

Presi la valiga e la riempii di vestiti, pantaloni, magliette, ecc. Senza scordare le mie amate Dr.Martens.

Poi presi una borsa a mano e ci misi gli occhiali da sole, la mia macchina fotografica, gli auricolari e alcune foto.Mi buttai sul letto e cercai di addormentarmi, ma un tuono non me lo permise.

Cercai di farmi cullare dalla pioggia. Sentii un peso abbassare il materasso e una mano toccarmi il braccio. Era una mano fredda.

Adesso saremo solo io e te. E sprofondai in un sonno profondo.

IL GIORNO DOPO

Ormai era il momento.

Sarei andata via da tutto e tutti.

Avrei iniziato una nuova vita.

Bussarono alla porta.

-Avanti- dissi.

Mio fratello Sonny entrò.

-Sono arrivati quelli dell' ospedale. È ora.- disse Sonny guardando in basso.

Io annuii.  Presi le valige e scesi le scale.

Sulla porta c'erano due infermieri vestiti di bianco.

Mi fecero un gran sorriso.

-Ciao Mia, io sono Rayn e lui è il mio collega David. Siamo qui per portarti all' ospedale. Vieni.- mi disse tendendomi la mano.

Abbracciai Michael e Sonny e quest'ultimo iniziò a piangere.

Guardai mia madre negli occhi e mormorai un "Addio" prima di girarmi e uscire.

Stavo per salire sull' auto che mi avrebbe portato nel posto in cui sarebbe iniziata la mia nuova vita.

Mi girai e osservai la casa in cui avevo vissuto per 17 lunghi anni.

Il portico in legno.

L'altalena in cui fingevo di volare e spiccare il volo.

Il divanetto in cui mi sedevo a inizio autunno a fotografare le foglie che cadevano dagli alberi.

Mi girai versi Ryan e David.

-Sei pronta?- mi chiese David.

-Sì, sono pronta- dissi e salii sull'auto.

Ciao a tutti

Ecco qua il nuovo capitolo.

Che cosa succederà a Mia?

Riuscirà la ragazza a impossessarsi di lei?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli.

Baci ♥♥♥

P.S.

Scusate gli errori di ortogrfia

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