Capitolo 20.

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Una settimana dopo

Dovevo essere sincera, svegliarmi senza Harry accanto era un po' triste. Anche se capivo il perché della sua assenza. Si era assicurato che lo sapessi, prima di andarsene. Aveva un posto che gli costava qualche centinaia di dollari. E la prima volta che aveva rifiutato di rimanere a dormire aveva ribadito più volte che la sua scelta fossa dovuta dal fatto che non volesse che mi stancassi di lui. Ma ormai la sua risposta era sempre 'non mi frega un cazzo', non gli importava se non lo volessi, lui rimaneva ogni volta.

Non che mi dispiacesse.

Quando allora rotolai giù dal letto, sospirai, avrei affrontato quella  giornata con molto meno entusiasmo, come tutte le mattina in cui non dovevo districarmi dalle braccia di Harry. Feci le solite cose giornaliere pigramente e sul mio volto comparve un piccolo sorriso solo quando il mio telefono non cominciò a vibrare, mentre mi lavavo i denti.

Da: Harry Styles
Preparati. Ti passo a prendere tra dieci minuti.

Ghignai e posai il telefono, prima di sbrigarmi a finire di truccarmi. Dopo quasi dieci minuti esatti, sentii dei colpi alla porta d'ingresso e corsi per andare ad aprirla.

"Buongiorno," disse con voce roca. "Ho pensato volessi un passaggio e - oh Dio!" Ridacchiò quando allacciai le braccia attorno al suo collo, appoggiando la testa contro il suo petto muscoloso. Lui mi avvolse in un abbraccio stretto e mi lasciò un bacio sulla testa prima di affondare il volto nell'incavo del mio collo. "Mi sei mancata anche tu, amore," sussurrò e io sorrisi, facendo un passo indietro.

Sì, mi sentivo sempre più a mio agio con lui e anche se magari non ero quella che iniziava un bacio, ero io che davo inizio agli abbracci.

"Non mi hai mai offerto un passaggio." Gli feci cenno di entrare e lui lo fece, con il capo abbassato mentre passava sotto lo stipite della porta.

Scrollò le spalle. "Ho tempo libero e ho pensato che lo potessi sfruttare tu, invece che prendere quell'orrendo autobus."

Ridacchiai e mi voltai per afferrare la borsa dal divano, per poi seguirlo giù dalle scale, fino al suo suv.

"Hai dormito bene?" chiese quando eravamo in macchina; osservò la strada prima di voltarsi verso di me, ma dovette rispostare lo sguardo quando la macchina dietro di noi suonò il clacson. "E' rosso, razza di idiota. Non posso andare da nessuna parte!" sbottò e io scossi la testa divertita.

"Sei aggressivo al volante."

"Sono aggressivo e basta," scherzò e sospirò quando il semaforo diventò verde. "Elizabeth, hai dormito bene?" ripeté.

"Perché lo chiedi sempre quando non rimani a dormire da me?" Mi voltai verso di lui.

Corrugò le sopracciglia. "Perché voglio saperlo. Dormi meglio con me e mi sento in colpa ogni volta che ti lascio sola."

Abbassai lo sguardo. "Harry, non devi sentirti in colpa. Hai il tuo appartamento e lo capisco. Davvero."

"Non hai comunque risposto alla mia domanda."

Sospirai. "Più o meno," ammisi. "Mi sono svegliata un paio di volte ma sono riuscita a dormire." Decisi di addolcire un po' la verità. Harry si accigliò ma non disse nulla. "E tu?"

Mend the Broken [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora