Capitolo 33

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"È questa la strada o la prossima?" chiese Harry nervoso mentre guidava e con lo sguardo guardava ogni cartello.

"Um ..." osservai le indicazioni sul mio cellulare che ci stavano portando ad un potenziale appartamento per me. "Aspetta ..."

"È questa?" chiese a voce alta. Io sbuffai e raddrizzai la schiena quando capii la strada da imboccare.

"Sì! Gira a destra in Sycamore Street!" esclamai quando la passò. Grugnii e lui arricciò le labbra, voltandosi piano verso di me.

"Tempismo perfetto, amore."

"Non sono mai stata brava a dare indicazioni!" dissi e incrociai le braccia al petto. Lui sospirò ed entrò nel parcheggio di un edificio, facendo manovra per tornare indietro.

"Oh si, Harry," iniziò a farmi il verso con irritazione presente nella voce, "ci metteremo giusto cinque minuti."

"Taci," gli risposi e alzai gli occhi al cielo. "Ok, gira in Sycamore e a quasi un miglio dovrebbe esserci un complesso di appartamenti chiamato The Winders. È lì che stiamo andando," lessi quello che mi stava dicendo il mio cellulare e lui annuì, girando il volante per imboccare finalmente la strada giusta. Misi il blocco al telefono visto che ormai eravamo praticamente arrivati e mi voltai verso di lui, accigliandomi.

Lui mi lanciò un'occhiata. "Cosa c'è?"

Io scossi la testa. "Niente."

Lui corrugò le sopracciglio. "Penso sia la parola che più mi fa infuriare detta da te."

"Sei stato un po' scontroso stanotte," dissi con voce bassa e poi mi voltai per guardare fuori dal finestrino, il sole che stava tramontando rendava tutto di un tono d'arancio.

Lui rimase in silenzio per un paio di secondi. "Mi dispiace."

Sorpresa che si fosse scusato davvero, gli chiesi, "Chi sei?" Lui ghignò solo leggermente. "No davvero, tutto ok?"

Lui annuì, ma il sorrisetto scomparve. "Sto bene, piccola."

Non gli credevo, ma mi piaceva pensare che se ci fosse stato qualcosa che non andava me l'avrebbe detto. Quindi, invece che sforzarlo, misi una mano sopra la sua, che era sul cambio. Lui mi rivolse un piccolo sorriso, che rimase intatto per poco più di due secondi.

Svoltò nel parcheggio dell'edificio e fummo subito fuori dalla macchina, alla ricerca del mio agente immobiliare.

"Salve! Signorina Long?" disse una donna di mezza età che si stava avvicinando a noi, con un grande sorriso in volto e dei tacchi a spillo che risuonavano sull'asfalto mentre si faceva sempre più vicina. Io annuii e ricambiai il sorriso, e lei mi porse la mano. "Ciao, sono Barbara, la donna con cui hai parlato."

Abbassai lo sguardo sulla sua mano e presi un respiro profondo prima di stringergliela, poi lei fece lo stesso con Harry. "Allora, andiamo a vedere la tua possibile futura casa!" disse e iniziò a incamminarsi. Harry poggiò la mano sulla mia schiena e camminò al mio fianco, abbassandosi un attimo per sussurrarmi: "Molto bene, amore," disse sorridendo.

Avevo appena stretto la mano a una sconosciuta senza entrare nel panico.

La seguimmo nell'atrio e poi dentro l'ascensore. L'edificio era molto carino e sembrava che l'oro e il porpora fossero lo schema di colori scelto, con grandi piante ovunque.

"È davvero un complesso carino. I residenti sono tutti molto gentili. In più c'è una palestra nella parte davanti e una piscina sul retro, con manutenzione sempre disponibile," disse Barbara con entusiasmo, voltandosi verso di me. Riuscii a mantenere il contatto visivo forse per dieci secondi, poi fui costretta a distogliere lo sguardo, nervosa, invece Harry la osservò senza problemi, come faceva con tutti.

Mend the Broken [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora