Inserì la marcia e scattò in strada, allontanandoci dal club e con uno sguardo furioso in viso.
Dopo aver giocando un po' con le mie mani in silenzio, aprii la bocca esitante. "Harry, io-"
"Non lo farei se fossi in te," mi interruppe con voce profonda, e io mi accigliai e mi voltai per guardare fuori dal finestrino. Rimase in silenzio per tutto il viaggio ma non il suo solito silenzio, quello era destabilizzante.
Arrivammo al suo appartamento in dieci minuti, completamente in silenzio. Spense il motore e scese dall'auto. In pochi secondi, aprì la portiera dal mio lato con forza, guardandomi furioso. "Vuoi che ti aiuti a scendere, o preferisci che continui a fare lo stronzo? Perché non mi dispiacerebbe affatto."
Io ricambiai il suo sguardo truce. "Sai cosa? Stai già facendo lo stronzo," sbottai e lui contrasse i muscoli della mascella e si allontanò da me, avviandosi verso l' edificio.
Aspettai finché non fu abbastanza lontano da me, così che potessi sussurrare un, "Vaffanculo."
Alzai gli occhi al cielo e saltai giù, facendomi un po' male alla caviglia sinistra. Imprecai e chiusi la portiera con forza, prima di raggiungerlo. La porta dell'appartamento era aperta, così entrai e la chiusi. Andai dritta in camera con l'intento di prendermi un cambio e andare a farmi una doccia, così che poi potessi andare a dormire, perché no? Tanto Harry non mi avrebbe comunque parlato.
Quando entrai nella stanza, lo vidi di fronte al suo comò, con le mani stringeva gli angoli della superficie in legno, con i muscoli della schiena contratti. Sospirai e presi dei vestiti, prima di avvicinarmi alla porta.
"Vado solo a farmi una doccia," dissi piano e lui girò la testa verso di me, con occhi scuri.
"No, adesso mi spieghi il tuo comportamento di stasera," disse, voltandosi del tutto verso di me. Mandai giù il groppo che mi si era formato in gola. Non ne avevo proprio voglia.
Osservai i vestiti che avevo in mano. "Forse dopo," dissi ma quando fui proprio davanti alla porta, mi raggiunse in fretta e la chiuse, facendomi sobbalzare. Il suo braccio la tenne chiusa e abbassò il capo vicino al mio.
"Forse ora," ringhiò e io sbuffai. "Per favore spiegami perché hai avuto un improvviso cambiamento di personalità e perché hai iniziato a copiare quello che faceva un'altra ragazza. E perché mi hai chiesto di trattarti come se fossi un'altra."
Fissai la porta di fronte a me, senza dire nulla.
"Adesso è il momento di parlare, Elizabeth," mi disse serio e io mi voltai verso di lui, il suo braccio abbandonò la porta.
"Forse volevo essere come quella ragazza. Forse volevo fare quelle cose a te. Ed era ovvio che ti piacesse," dissi, guardandolo dritto negli occhi.
Il suo sguardo mantenne il mio, i muscoli della mandibola tesi. "No, non mi è piaciuto, perché quella non eri tu, ed entrambi lo sappiamo."
Sbuffai. "L'ho sentito. Ti è piaciuto."
"Beh certo che è piaciuto al mio cazzo! Stavi strusciando il tuo culo su di me!" gridò e io indietreggiai verso la porta, spaventata dal volume della sua voce. Lui lo notò e serrò gli occhi, prendendo dei respiri profondi. "Ma non è piaciuto a me," disse a voce controllata e riaprì gli occhi. "Non era la ragazza che conosco."
"Ma la stavi guardando," dissi piano e lui lanciò le mani in aria.
"Perché tu la stavi fottutamente fissando!" disse a voce alta esasperato e io abbassai lo sguardo a terra.
"So che non ti eccito," sussurrai e lui aggrottò la fronte.
"Aspetta, che diavolo?"
"E volevo provarci. Meriti qualcuno che ti tocchi senza dare di matto. Volevo provare a essere così almeno per una notte, per te, anche se non mi sentivo a mio agio."
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Mend the Broken [Italian Translation]
FanfictionLa storia dell'incontro tra una ragazza piena di paure e un ragazzo pieno di rabbia. ______________________ "Perché st-stai facendo tutto qu-questo?" mormorai, costringendolo ad arrestarsi sul posto. "Perché lo st-stai facendo per me?" Sembrava ess...