Capitolo 4.

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"Grazie per essere venuta qui con me, Rose," dissi asciugandomi le mani sudate sul tessuto dei jeans. La mia migliore amica sorrise e spostò lo sguardo su di me.

"Di niente. Non riesco a pensare a nient'altro che potrei fare di venerdì pomeriggio che potrebbe essere meglio che aspettare con te per un appuntamento, ricordandomi quanto sono sola," disse sarcastica con un ovvio sorriso falso in volto. Ridacchiai e le diedi una gomitata.

"Dai, piaci molto ai ragazzi!" esclamai e la mia amica che sembra una modella mi respinse con un movimento della mano. "E non è un appuntamento."

"Certo," disse Rose in modo scherzoso e io sbuffai, incrociando le braccia. "Ma posso chiederti una cosa? Perché siamo a tre isolati dal tuo appartamento?" disse, guardandosi attorno mentre eravamo sedute sulla panchina di un parco che era senza dubbio lontano da casa mia.

"Um ... perché pensavo che avrebbe accorciato la mia camminata con Harry verso il posto in cui andremo."

"Stai mentendo," disse Rose. "Non volevi che ti venisse a prendere a casa tua perché non vuoi che sappia dove abiti. E' per questo che ci siamo allontanate così tanto."

"Beh, anche per questo." Scrollai le spalle e lei sospirò.

"Dubito altamente che sia il tipo di persona che ti stalkera fuori dal tuo condominio se scopre dove abiti."

"Beh, non si sa mai, no?"

"Ellie ..."

"Rose, per favore smettila. La mia paranoia fa schifo ma non posso farci nulla," mormorai e abbassai lo sguardo sul mio grembo.

Sospirò e si appoggiò contro lo schienale della panchina. "Sembra un bravo ragazzo."

"Beh, ha voluto vedermi dopo tutto quello che ha visto e sentito, questo lo rende diverso." Sistemo la cinghia della mia borsa. "Ma non so perché lo voglia."

"Beh, si. Magari gli piaci?" scherzò ed io risi.

"No, non può essere," mormorai e lei scoppiò a ridere, buttando la testa all'indietro poggiandola sulla panchina. Volevo riuscire a parlare senza balbettare come in quel momento tutte le volte, ma mi sentivo abbastanza a mio agio solo con Rose e mia madre.

Controllai il cellulare per vedere l'ora. "Ugh. Sarà qui a minuti," mi lamentai, muovendo la gamba ripetutamente. Rose lo notò e poggiò una mano per cercare di calmarmi.

"Ehi, andrà tutto bene! Sarà divertente. Almeno, avrai cibo gratis," disse.

"E se do di matto? L'ho già fatto due volte." Mi strofinai le mani sulle cosce.

Scrollò le spalle. "Eh, non c'è due senza tre." Io le lanciai un'occhiataccia, facendola ridacchiare. "Starai bene. Ti stai stressando troppo." Poi mi accarezzò il braccio per confortarmi ma scossi la testa e fissai le mie scarpe.

Cominciammo a sentire il rumore di passi avvicinarsi sempre di più alle nostre spalle e Rose si voltò verso il responsabile prima di rigirarsi.

"Ehi, Ellie?"

"Si?"

"Com'è? E' estremamente sexy, alto e con un sacco di tatuaggi? Ha una faccia da schiaffi?" chiese in fretta e io mi voltai, confusa.

"Si, perché? L'hai già incontrato?"

"No," disse e poi sorrise, muovendo le sopracciglia. "ma sto per farlo."

Poi i passi a cui non avevo prestato molta attenzione si fermarono proprio dietro di noi e il proprietario fece il giro della panchina per fronteggiarci. Alzai lo sguardo e i miei occhi si spalancarono.

Mend the Broken [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora