Capitolo 25.

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Portai le gambe al petto, serrando forte gli occhi, cercando di non pensare a tutti quei rumori. Ogni tanto qualcuno passava accanto a me e mi toccava accidentalmente, facendomi morire d'ansia.

Non riuscii più a guardare l'edificio. I pompieri non erano riusciti a domare le fiamme che si erano propagate anche ai piani alti e quelli medi.

Mi morsi il labbro quando un'altra finestra esplose.

"Elizabeth!" gridò qualcuno e alzai lo sguardo alla mia sinistra, e vidi Harry in lontananza chiudere la portiera della sua auto, per poi correre verso di me.

"Oh m-mio Dio," sussurrai sollevata e mi alzai con un po' di fatica prima di correre in sua direzione.

Le lacrime scendevano a fiotti quando mi scontrai contro di lui e Harry mi strinse tra le sue braccia, affondando poi il viso nell'incavo del mio collo mentre il mio era appoggiato al suo petto.

"Cazzo, Elizabeth," sussurrò spaventato contro la mia pelle e io singhiozzai contro la sua maglia, stringendo tra le mani il tessuto sulla sua schiena. Si tirò indietro di poco per permettere ai suoi occhi di osservare velocemente il mio viso e il mio corpo. "Stai bene? Ti sei fatta male? Bruciature o inalazione di fumo?"

Scossi il capo. "Sto be-bene. Sono uscita in t-tempo."

Deglutì a fatica, accigliandosi mentre osservava velocemente l'edificio in fiamme. "Oh mio Dio," sussurrò, il fuoco illuminava l'espressione preoccupata che aveva in viso. Tornò a guardare me e mi strinse ancor di più a sé, quasi con troppa forza. "Piccola, grazie a Dio stai bene."

Presi dei respiri profondi mentre lui mi teneva stretta, con i suoi capelli sul mio volto e le sue braccia attorno al mio busto.

Mi era mancato.

Fece un passo indietro. "Starai da me, ok?" Sollevò una mano e asciugò le lacrime che avevano bagnato le mie guance. "Ti porto a casa mia e lì penseremo insieme a cosa fare. Mi prenderò cura di te, ok?"

Mandai giù un groppo e annuii velocemente. "Mi ... mi sei mancato."

Il suo viso abbandonò ogni espressione, con la bocca aperta e lo sguardo in cerca del mio. "Lo so, amore," disse piano, con tono di scuse. "Non hai idea di quanto tu mi sia mancata."

Sospirai tremante quando un altro pompiere ci passò accanto, prendendoci di sorpresa. Harry sbatté un paio di volte le palpebre e poi si riprese. "Ne riparleremo più tardi," disse, l'autorità tornò a impossessarsi del suo tono mentre prendeva il controllo della situazione. "Adesso, ti porto via di qui, forza."

Mi prese per mano e si voltò per portarmi alla sua auto, ma fummo fermati da un giovane poliziotto che ci corse in contro, urlando.

"Aspettate! Signorina, era una residente dell'edificio?" chiese, fermandosi di fronte a noi e poi indicando le fiamme. Annuii e lui sporse in fuori il petto. "Allora ho paura che non possa andarsene. C'è il sospetto che la causa del fuoco sia stato un incendio doloso e dobbiamo farle delle domande alla centrale."

Harry si accigliò guardando l'uomo mentre io scuotevo la testa preoccupata. "M-ma non ho vi-visto nessuno. Ero tr-troppo spa-spaventata e co-concentrata nell'uscire."

Il poliziotto scosse la testa. "Mi dispiace, ma devo portarla in centrale."

"Ma non ho-" iniziai ma Harry mi interruppe.

"Ha detto di non aver visto nessuno," disse irritato. "Se lei fosse in un edificio in fiamme, si preocuperebbe di ciò che lo circonda? O più nel rimanere vivo?" sbottò e strinse la presa sulla mia mano.

Il giovane poliziotto si voltò verso di lui e assottigliò lo sguardo. "Sto solo eseguendo gli ordini. Devo portarla in centrale."

"Non ha visto nulla," ringhiò e fece un passo in avanti, "quindi la lasci andare."

Mend the Broken [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora