||strozzalupo|| capitolo 3 ||

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Quel foglio lilla - che da lontano credevo fosse di carta - è in realtà composto da strozzalupo, una delle piante più usate dai maghi e caratteristica della mia famiglia.

La scrittura è quella di mio padre, la riconoscerei tra milioni di scritture, perché è unica nel suo genere ed estremamente bella e raffinata.

Mio padre prima di morire ha fatto un'incantesimo, mi sono sempre chiesta quale fosse, anche se credevo che si trattasse di qualcosa per cercare di fare del male agli assassini venuti per ucciderci, ed invece non era così.

Ha cercato di mandare un messaggio a lui, l'uomo misterioso che mi tiene rinchiusa in casa sua, e che dovrebbe essere un male per me, invece mi sta aiutando, ha aiutato la mia famiglia.

Io lo osservo, forse cerco di vedere qualcosa di nuovo in lui, di capire qualcosa con un solo sguardo, ma rimango sempre incantata dalla sua bellezza, e non dico una parola.

Vorrei parlare, fargli altre - troppe - domande, ma sento che sarebbe sbagliato, e che prima o poi sarà lui a spiegarmi tutto, non mi resta che aspettare.

Aspetto.

***

"Vieni con me."

Sussurra al mio orecchio facendomi sobbalzare dalla poltrona su cui ero seduta a sorseggiare del whisky per placare la fame.

Lo seguo.

Saliamo una rampa di scale di legno che sembra infinita, uno ascolta i sospiri dell'altro, è un silenzio pieno come il mare d'inverno.

Raggiungiamo la sua camera da letto, e lui si dirige verso l'armadio per prendere dei vestiti da indossare, forse usciremo, non lo so.

Inizia a sbottonarsi la camicia in tutta tranquillità, ed io osservo i suoi pettorali scolpiti senza esitare, non avrei potuto fare altro, non avrei voluto.

La sua pelle è bianca come il latte, ma questo lo rende ancora più bello, gli da quasi un'aria innocente.

Si infila una maglia rosso scura, e poi mi osserva dal basso verso l'alto, come se mi mancasse qualcosa.

Cosa c'è di tanto strano?

Perché mi sta guardando in quel modo?

Sono preoccupata di fare brutta figura con lui anche se so che non dovrei esserlo, ma il mio istinto mi dice di guardare se c'è qualcosa che non va, così abbasso lo sguardo sul mio corpo.

Indosso una maglietta che mi sfiora le cosce, e nient'altro, solo biancheria.

Forse quando mi ha portata via da casa io non indossavo niente, e quindi mi ha dato una sua maglietta per evitare che mi sentissi a disagio.

So di avere un fiuto soprannaturale adesso, così cerco di concentrarmi sull'odore della maglietta per sentire se è sua, chiudo gli occhi.

Sa di buono, un misto di lavanda, deodorante e, a mia gran sorpresa, strozzalupo.

Rimango sbalordita, stavolta non posso stare in silenzio, devo fargli questa domanda, devo farlo.

"Perchè?"

Gli chiedo.

Lui mi osserva con la bocca incurvata verso destra, ed una piccola fossetta compare sul suo viso.

"Che c'è?"

Risponde lui con aria indifferente.

Mi avvicino a lui e lo annuso, riesco a sentire quell'odore anche adesso, il che non può essere una coincidenza.

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