||werewolf||capitolo 6||

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Damon non può più aspettare, deve fare tutte quelle domande che ha trattenuto fino ad adesso o rischierà di esplodere, vedo il nervosismo nel suo sguardo, così appoggio una mano sul suo viso per calmarlo.

"Ehi, tranquillo."

Mi limito a sussurrare.

Sento subito i suoi muscoli stendersi, e i suoi occhi adesso brillano come non hanno mai fatto prima d'ora, e l'azzurro ghiaccio adesso è marcato da un tocco d'oro bianco.

Li osservo ininterrottamente, a seconda dei riflessi della luce solare acquisiscono una sfumatura diversa, prendendo sempre più le sembianze di due meravigliose pietre preziose.

Scuoto la testa per tornare alla realtà, ed i miei occhi si posano inevitabilmente sul corpo esile di quel ragazzo, il cui viso è diventato pallido e scavato, credo che dovrei portargli da mangiare, non ha una bella cera.

Così mi avvicino a lui e mi accovaccio all'altezza delle sue ginocchia per sussurrargli, anche se so benissimo che Damon mi sentirà in ogni caso.

"Cosa ti piace?"

Lascio andare le mie parole nell'aria.

Lui mi guarda imbarazzato, le sue guance si cospargono di un rosa pesca e si morde le labbra.

"Da mangiare intendo."

Puntualizzo.

Lui sorride, dopodiché mi si avvicina e le sue labbra mimano un leggero 'grazie', riesco a sentire l'odore della sincerità sulla sua pelle.

"Un panino, con qualsiasi cosa."

La sua voce è infantile e profonda allo stesso tempo, e i suoi toni delicati riempiono l'aria di armonia.

"Grazie."

Dice di nuovo.

Questa volta è rivolto con più superficialità, giusto per dimostrare a Damon che non è solo uno stupido ragazzino viziato, ma che sa cos'è la gratitudine anche in questa situazione.

***

Il rumore dei suoi denti che affondano nel panino suona come un tuono per me, col tempo imparerò a controllare meglio i miei sensi così acuti ma fa molto male, quasi mi fora i timpani.

Strizzo gli occhi e porto le mani a coprire le mie orecchie, quando due braccia calde mi avvolgono -sento che è Damon, riconosco il suo odore- e mi fanno sentire protetta da tutto, dal mondo intero.

"ehi"

Sospira.

"Fa male."

Sputo due parole.

"Lo so, è doloroso, ma sono qui con te."

Chiudo gli occhi, e per qualche istante è come se intorno a noi non ci fosse nient'altro, niente suoni, rumori, niente persone; solo noi ed i nostri cuori che non battono più.

Ce l'ho fatta, l'ho cotrollato.

Lui in qualche modo mi da forza, mi fa sentire nuovamente me stessa, mi basta il solo contatto con la sua pelle per sentirmi meglio, lui mi ha uccisa, lui mi ha salvata.

'No'

Dice la mia mente.

'Non pensarlo neanche'

Non devo, e lo so.

Lui mi ha fatto del male, in qualche modo mio padre c'entra qualcosa, ma lui mi ha comunque resa un vampiro, e non potrò mai perdonarlo per questo.

'Perché continuo a prendere in giro me stessa?'

Mi chiedo.

Io provo qualcosa per lui, ogni volta che si avvicina è come se il mio cuore ri iniziasse a battere, il suo profumo mi ammalia e quando lo guardo mi perdo nei suoi occhi profondi e intriganti, insomma la sua presenza mi influenza positivamente in qualche modo, e questo mi piace.

"Madison?"

Sussurra al mio orecchio.

"Damon."

Rispondo pronunciando il suo nome.

"Va tutto bene?"

Chiede preoccupato.

"L'ho controllato."

Dico io.

Ci guardiamo per istante interminabili, quando poi la sua mano raggiunge la mia, ed io mi precipito in mezzo alle sue braccia stringendolo forte.

Lui a sua volta mi stringe, teniamo entrambi gli occhi chiusi e lui trattiene il respiro, come se volesse godersi ogni attimo di questo momento, le sue dita affondano delicatamente nella mia schiena.

"Grazie."

Dico con un filo di voce.

***

"Bene, Stiles, sai dirci qualcosa sui lupi mannari?"

Alle ultime due parole vedo il ragazzo diventare sempre più pallido, e due piccole gocce di sudore attraversano la sua fronte larga.

"N-no."

Balbetta freddamente, nonostante l'impegno nell'essere il più convincente possibile la sua voce tremolante esce dalle sue morbide labbra con molta indecisione.

"Bene, se non vuoi parlare ti faccio parlare io."

Sbotta Damon con tono arrogante.

Io lo guardo con rimprovero e lentamente mi avvicino a lui, appoggiando con delicatezza una mano sulla sua spalla.

"Damon, no.."

Sussurro io avvicinandomi al suo orecchio il più possibile, cercando di trasmettergli un po di calma.

Lui mi guarda per un secondo e si allontana da me con andatura decisa per poi raggiungere il divano e bere un bicchiere di rum.

"Stiles dobbiamo sapere, è questione di vita o di morte, non faremo del male a nessuno."

Mi rendo conto di aver appena mentito a un ragazzo così fragile come lui, e subito un brivido attraversa il mio corpo provocandomi un forte senso di colpa.

Sposto lo sguardo su quel ragazzo apparentemente così innocente, lui sospira, chiude gli occhi e scuote la testa, lo sento, sta per parlare.

I suoi occhi nocciola si coprono di un velo tenebroso, sembra come se una luce dentro di lui si fosse spenta lasciando spazio all'oscurità, adesso non appare più fragile ma forte, come non mai.

"Lupi mannari.."

Sussurra.

Pronuncia queste due parole con tale normalità, come se stesse parlando di qualcosa del tutto ordinario.

"Ne abbiamo viste tante qui a Beacon Hills."

Adesso sta in silenzio e mi osserva, gli istanti che passano sembrano interminabili.

È un umano, ma sa qualcosa.

Forse ha avuto a che fare con dei lupi mannari, o, ancora peggio, forse in qualche modo li aiuta a nascondersi.

"Ho dovuto combattere con un branco di alfa, una volta."

Parla con dimestichezza, sembra quasi che si stia vantando delle sue avventure col sovrannaturale, o forse sta solo prendendosi del tempo per inventare una storia, anche se riesco a fiutare le bugie da chilometri di distanza, sia da umana che da vampira.

"Ma adesso non sono più qui."

Sentenzia.

Sto per parlare, ma improvvisamente dei rumori iniziano a tuonare nella mia mente, come dei passi che si avvicinano in lontananza, mi butto sul pavimento per calmarmi, ma non funziona.

"Damon!"

Grido.

Lui mi abbraccia, il dolore è già passato.

"Li senti anche tu, vero?"

Chiedo.

"Sta arrivando."

Risponde lui.

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