||Damon||capitolo 2||

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"Damon"

La sua voce calda rimbomba nelle pareti di mattoni della stanza, come un suono lieve ed armonioso.

Io mi volto verso di lui lentamente, lo osservo in tutta la lunghezza del suo corpo per poi soffermarmi sul suo sorriso, che è qualcosa di veramente stupendo, è irresistibile.

"Che cosa?"

Farfuglio cercando di distrarmi.

Lui soffoca una risata e mi guarda soddisfatto, e poi prende fiato per parlare.

"Damon, è il mio nome."

Ripete.

Io mi alzo e scatto come solo una come me - o perlomeno come ciò che sono appena diventata - può fare, e mi fermo improvvisamente appena in tempo a non sfiorare le sue labbra, giusto perché la parte umana del mio cervello cerca di mantenermi lucida.

"Ah si?! Bel nome."

Sussurro sorridendo.

Lui ride, non so bene il motivo ma non mi importa, forse perché è così bello mentre lo fa che lo lascerei ridere sempre, e starei ad osservarlo senza mai stancarmi.

Le sue dita gelide sfiorano il mio braccio dall'alto verso il basso, ed il mio cuore salta fuori dal mio petto con un sobbalzo, mi sento così viva quando lui mi tocca, eppure dovrei avere paura.

'Non puoi avere emozioni, sei morta' penso.

Eppure nel mio stomaco sento delle farfalle svolazzare in qua e la, e la mia mente è vuota, nessun pensiero piacevole o meno mi ronza in testa, ed è bello sentirsi così.

"Voglio aiutarti."

Sto per rispondergli con una altro 'che cosa?' Ma capisco che sta rispondendo alle domande rivoltegli in precedenza, così evito di passare per stupida e mi cucio la bocca.

Non capisco, lui dice di volermi aiutare, ma allora perché sono chiusa dentro questa casa e non posso uscirne?

Ma soprattutto perché mi ha trasormata?

Insomma, come poteva credere che trasformando una maga - da sempre eterna nemica della sua razza - le avrebbe potuto fare un favore..

Cerco delle risposte, ma non voglio fare troppe domande, sono solo stupita, non so più a cosa pensare.

"Sei confusa, lo so."

'No, sono sconvolta'

Vorrei dirlo, ma non ci riesco.

Mi giro verso di lui, lo guardo dritto nei suoi occhi di ghiaccio mentre i miei si riempiono di lacrime, vorrei picchiarlo così forte da togliergli il respiro, ma non so perché lo abbraccio.

Sento le gocce salate rigare il mio viso, e immediatamente cadere sulla sua spalla per poi assorbirsi nella stoffa nera della sua camicia.

"Perché mi hai fatto questo, perché?"

Grido con voce roca.

Non gliel'ho chiesto tanto per dire, non riesco a darmi una spiegazione a tutto questo.

"I-io..."

Balbetta lui debolmente.

Dovrei arrabbiarmi, sbatterlo contro il muro con tutte le mie forze ed urlargli a gran voce, ma in lui vedo la tristezza, vedo il dolore, e tutto ciò che riesco a provare è compassione nei suoi confronti.

Vorrei solamente dirgli che va tutto bene, che le cose si sistemeranno, ma non è così, sono chiusa in un maledetto corpo che non sento più mio, e nonostante tutto la colpa è solamente sua.

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