||Stiles|| capitolo 4 ||

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Camminiamo nel bel mezzo del bosco, immersi nell'atmosfera autunnale, ad ogni passo si sentono le foglie scricchiolare sotto ai nostri piedi, un rumore che man mano diventa sempre più fastidioso.

Io indosso un paio di leggins e una sua maglia blu scura, anch'essa impregnata dall'odore dello strozzalupo.

Lui mi tiene stretta la mano, non come gesto di dolcezza ma solamente perché ha paura che rimanga indietro, e non può permetterlo.

"Cosa stiamo cercando esattamente?"

Sbotto io impaziente di aspettare.

Lui si ferma di scatto, si volta verso di me e mi guarda coi suoi occhi gelidi e fulminanti, in una smorfia poco rassicurante.

Sposta il suo sguardo verso l'alto e con una mano raggiunge il mento, poi sospira, infine parla.

"Non lo so."

Conclude.

Stiamo vagando per questi boschi da un'ora senza sapere neanche cosa cerchiamo?

Forse l'ho un po' sopravvalutato, non è così astuto e brillante come vampiro, ma a me va bene così, tutto sommato potrebbe tornarmi più facile raggirarlo - se ne avrò mai bisogno - .

Lo guardo perplessa, non so cosa dire.

Lui sorride goffamente - per quanto il suo splendido sorriso possa essere goffo - e gira la testa davanti a se trascinandomi con lui.

"Cerco un'odore diverso."

Sussurra.

Questa potrebbe essere una mossa interessante.

Un vampiro di trecento anni conosce ormai bene ogni odore, e potrebbe benissimo sentire quello di un lupo mannaro anche a miglia di distanza.

'Ben fatto'

Penso.

Ma non gli darò mai questa soddisfazione, così mi limito al silenzio, e ad un piccolo sorriso di approvazione.

Cerchiamo ovunque, ci voltiamo intorno a noi e corriamo con la nostra velocità sovrannaturale, sta diventando divertente, e una parte di me inizia ad apprezzare il mio nuovo aspetto, credo che sia proprio quella umana.

Corro più veloce che posso, lui fa lo stesso, sento il vento avvolgere i nostri corpi e le foglie alzarsi in volo, uno spettacolo magnifico, nonostante io sia morta non mi sono mai sentita così viva.

Sento un forte tonfo, non riesco bene a capire in quale parte del corpo sia il dolore ma mi sono ferita, ne sono sicura.

Alzo le sguardo e davanti a me c'è Damon, anch'esso sdraiato su un tappeto di foglie, con le mani che stringono il petto.

Il dolore che sento è coperto dall'adrenalina che scorre nelle mie vene, non mi resta che aspettare, tanto la ferita guarirà.

È una sensazione strana, la pelle che si rimargina in pochi secondi.

Sento come se una parte di me si stia spostando, la mia pelle si muove ed il dolore si placa sempre di più fino a sparire.

Alzo gli occhi ed è lui il mio primo pensiero 'come sta Damon?' È questa la domanda che rimbalza da un lato all'altro del mio cervello, ed essere premurosa nei suoi confronti non è un bel segno, perché sto iniziando a tenere davvero molto a lui.

Anche la sua ferita si è rimarginata, ma si nota un grosso alone scuro nella sua maglietta, che fortunatamente si confonde nella stoffa rossa.

Mi alzo in piedi, giusto il tempo di scrollarmi le piante di dosso e allungo un braccio verso di lui per aiutarlo ad alzarsi, e lui lo afferra con gran forza per tirarsi su.

Fa un movimento schietto, ed in meno di un secondo è in piedi davanti a me, ci divide solamente un centimetro, riesco a sentire il ritmo del suo respiro, che è come una canzone per me.

"Tutto bene?"

Gli dico senza pensare.

"Si, va tutto bene."

Ripete lui.

Sapevo che era così, ma dietro a quella domanda ce n'erano altre mille nascoste, e non riguardavano solamente il bene fisico ma anche l'umore, c'è molta tensione in lui ultimamente, e credo che si provocata dalla presenza malvoluta dei lupi mannari.

Non è che ci facciano paura per il loro aspetto, ma un loro morso ci uccide, e quindi dobbiamo stare molto attenti a non averci niente a che fare.

Improvvisamente si sente un rumoroso scricchiolio di foglie, come se ci fosse qualcun'altro intorno a noi.

Ci giriamo di scatto, ci rivolgiamo un'occhiata frivola e ci voltiamo subito dalla parte opposta per cercare di capire da dove venisse il rumore.

C'è qualcuno.

Riesco a sentire il suo odore.

È un umano, non sento niente di sovrannaturale in lui, e questo l'avrà notato pure Damon.

Una strizza fa contorcere il mio stomaco, è la fame che mi colpisce ancora.

È la mia peggiore nemica, perché nonostante io lotti con tutte le mie forze non la posso combattere, perché fa parte di me e può prendere il sopravvento in ogni istante, ed io non posso fare altro che assecondarla.

Non riesco a capire perché questa si sia scatenata adesso, ma poi risento il suo odore, è sangue umano, ciò di cui devo nutrirmi per sopravvivere.

"Cerca di resistere alla fame."

Dice lui.

Inizio a pensare seriamente che possa leggermi nel pensiero, è come se tutto ciò che passa per la mia mente arrivi anche alla sua, e in un certo senso è una cosa bella perché può capirmi in ogni istante, lui sa sempre cosa provo.

Mi colpisce un'ondata di imbarazzo, per tutte le volte che mi sono lasciata sopraffare dal suo aspetto, per tutte quelle volte in cui ho dovuto lottare contro me stessa per non baciarlo, per tutte le volte che un suo sguardo mi ha incantata.

Ma adesso ho qualcosa di più importante a cui pensare.

Chiudo gli occhi e mi concentro sull'odore, so che è davanti a me, così inizio a correre - nel mio modo vampiresco - e in men che non si dica mi trovo davanti ad un ragazzo accasciato per terra fra le foglie, è ferito, il suo viso sanguina.

Guardo una goccia di sangue attraversare la sua tempia, il sole la illumina facendola brillare come oro, sento i miei occhi rigarsi e cambiare colore, spalanco la bocca, sto per attaccarlo.

"Ferma!"

Grida una voce.

La sua voce.

E le sue braccia mi avvolgono appena in tempo per fermarmi, così io riacquisto lucidità e lascio che sia il mio lato umano a pensare, sono tornata in me.

Osservo il ragazzo, ha un corpo esile ed un viso affilato, il naso all'insù e due occhi coloro nocciola, ha un aspetto estremamente dolce, goffo e indifeso, se l'avessi attaccato mi sarei sentita in colpa per tutta la vita.

"Chi sei tu?"

Gli chiedo col tono più calmo che potessi mai usare.

"M-mi chiamo Stilinski, Stiles Stilinski."

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