||Isaac||capitolo 10||

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"Non puoi tenerlo rinchiuso li per poi ucciderlo, non te lo permetterò!"

Urlo io tuonante, le parole rimbalzano nelle pareti della stanza come un pallone.

"Fa come ti pare."

È arrabbiato, ma quel velo di freddezza non lascia mai la sua voce.

Ed è così che la nostra conversazione si conclude, e che il portone di quella casa così elegante e accogliente sbatte dietro di me impetuoso.

C'è sempre brutto tempo all'esterno, come se in questa cittadina regnasse il buio in ogni situazione, e forse anche Damon è buio, così buio che a volte guardargli dentro mi spaventa.

Non avevo mai discusso con lui, e mi rendo conto di essermi appena distaccata dalla mia unica ancora di salvezza in questo nuovo stato, ma forse è così che doveva andare sin dall'inizio, le nostre strade erano destinate a dividersi.

Cammino senza meta per i boschi, indosso una giacca di pelle nera, dei jeans strappati ed un top, nonostante la temperatura molto bassa non sento freddo, uno dei tanti vantaggi di essere un vampiro.

'Isaac'

Il suo nome appare improvvisamente nella mia mente, sento che devo andare da lui, portargli qualcosa da mangiare e parlare, mi sembra un ragazzo apposto e farò di tutto per aiutarlo.

***

Ho in mano un hamburger e una bottiglia di rum, quella serve a me per placare la brama di sangue, mentre il panino ridarà un po' di forze al giovane lupo, che sono quello di cui ha bisogno.

"Hei"

Dico mentre entro nel nascondiglio.

"Buongiorno"

Replica lui.

Con questa luce è ancora più bello, la sua semplicità mi attrae molto, anche se non dovrei minimamente pensare ad un ragazzo mannaro.

"Tieni, mangia."

Apro la cella con la forza e gli porgo il panino, lui lo scarta in fretta e lo divora in pochi bocconi, non immaginavo potesse avere tutta questa fame, anche perché è un sentimento che non provo da un po, adesso sento solo il desiderio.

"Potremo andare a parlare nel mio appartamento, non è molto distante da qui"

Mi dice gentilmente.

"Volentieri"

Dico io sorridendo.

Camminiamo per la strada e ridiamo, non ci parliamo ma non servono le parole, bastano i nostri sguardi.

***

"Ecco qua, non è un granché ma è accogliente"

Siamo dentro ad un piccolo appartamento arredato molto bene, si vede che questo ragazzo ha gusto, e si nota quel tocco di originalità nei soprammobili e nella cucina.

Mi fa cenno con la mano di sedermi nel morbido divano in pelle, ed io camminando lentamente mi siedo, per poi incrociare le gambe e aprire la bottiglia di rum.

Lui apre un pensile e ne estrae due bei bicchieri di ventro, me ne porge uno e togliendomi delicatamente di mano la bottiglia ne versa un po ad entrambi.

"Allora, cosa vuoi sapere?"

Mi chiede lui con calma.

"Dal colore dei tuoi occhi deduco che non sei solo."

Ci sono tre diversi 'tipi' di lupi mannari: alfa, beta, omega.

Gli alfa sono i capi branco e i loro occhi sono rossi, i beta sono i membri del branco e hanno gli occhi gialli, mentre gli omega vivono in solitudine, e i loro occhi sono blu.

"Non ti dirò quali sono i membri del mio branco, non mi fido del tuo ragazzo."

'Ragazzo'

Quella parola mi fa esplodere in una sonora risata che cerco inutilmente di soffocare in gola.

Nel volto di Isaac compare un'espressione perplessa, probabilmente non riesce a capire il motivo della mia risata, e penso che dovrò spiegarglielo se non voglio che arrossisca.

"Oh, non è il mio ragazzo, è una lunga storia. Ma abbiamo litigato, quindi non ci sono più problemi con lui."

"Bene"

Dice.

"Ma non sono ancora pronto a dirtelo, devo prima fidarmi di te in pieno."

"Va bene"

Rispondo.

***

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata, abbiamo riso e scherzato, e con lui sono stata davvero molto bene, senza alcuna preoccupazione.

"Ti posso chiedere un favore?"

La mia voce trema, lui annuisce col solito bel sorriso.

Io e Damon abbiamo litigato, e tornare a casa da lui per dormire non mi sembra il caso, anche perché il mio orgoglio amplificato non mi permette di compiere certe azioni, forse quindi sarebbe meglio dormire qua.

"Non.. Ho un posto dove dormire."

Lui ride leggermente, si avvicina a me e mi accarezza.

"Piccola, puoi stare qui quanto vuoi."

Ci guardiamo dritti negli occhi, siamo così vicini da poter respirare la stessa aria, ma io trattengo il fiato, non riesco a fare altro.

Lui si avvicina ancora di più a me e le nostre labbra si sfiorano, la mia mente smette di pensare, così con un movimento schietto lo sbatto contro il muro, e da quell'istante nessuno può più fermarci, siamo travolti dalla passione.

Lui mi bacia profondamente, le sue mani stringono i miei fianchi e le mie la sua schiena, cerchiamo più contatto ma la verità è che non potremo essere più vicini di così, e il mio corpo combacia perfettamente col suo.

Sgancio la sua camicia in fretta mentre lui mi toglie i vestiti, e ci troviamo in camera da letto, lui che mi guarda con malizia, bacia il mio collo e quasi mi morde, ma sta attento a non farlo perché sa che morirei.

Ed è una sensazione bellissima e periclosa, perché so benissimo che basterebbe solo un piccolo morso per morire, ma allo stesso tempo non mi fermerei per nessun motivo al mondo, mi sento viva adesso, come non mai.

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